Alla Nazionale italiana maschile manca un marcatore naturale?

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La questione è ormai nota: alla Nazionale mancano attaccanti in grado di fare tanti gol. Un problema che oramai ci portiamo avanti da anni e che investe non solo gli Azzurri, ma in generale tutto il campionato italiano di Serie A. Se facciamo un salto indietro nel passato, restando comunque agli anni Duemila, è evidente una tendenza negativa molto preoccupante.

Per fare un esempio, il capocannoniere della Serie A nella stagione 2001/2002 fu un certo Dario Hubner, già ultratrentenne, ma che in quell’anno fu capace di mettere a referto ben 24 gol con il Piacenza, a parimerito con un certo David Trezeguet. Alle loro spalle, gente del calibro di Christian Vieri, Marco Di Vaio, Pippo Maniero, Alex Del Piero. Nelle stagioni successive, ad alternarsi in vetta troviamo Christian Lucarelli, Luca Toni, Francesco Totti, Antonio Di Natale. Tutti giocatori dalle altissime percentuali realizzative e che davano del ‘tu’ al gol.

Ciro Immobile: bomber implacabile in campionato, meno decisivo in Nazionale

La crisi che sta investendo gli attaccanti italiani è ancor più evidente se pensiamo che nelle ultime sei stagioni, per ben tre volte è stato Ciro Immobile ad imporsi nella classifica dei marcatori della Serie A. L’attaccante della Lazio, che da poco ha tagliato il traguardo dei 200 gol con la maglia della squadra della Capitale, è l’unico nome italiano con un rendimento costante in fatto di marcature. Un rendimento che però, quando veste la casacca Azzurra, cala vertiginosamente: solo 17 gol in 57 presenze.

Cosa scelgono gli appassionati di scommesse quando gioca l’Italia

Gli appassionati di scommesse sportive conoscono bene queste statistiche: quando gioca la nazionale italiana è difficile aspettarsi una valanga di gol. Fatta eccezione per quelle partite contro avversari oggettivamente di bassa categoria, i match dell’Italia non regalano grandi emozioni in attacco e quando arrivano le reti, spesso c’è il contributo dei centrocampisti. La punta, quella capace di mettere a soqquadro le difese avversarie, oggi ci manca più che mai: meglio allora puntare su altre doti, magari su una difesa solida, tipica delle squadre italiane.

È stato così anche in occasione degli ultimi grandi successi internazionali, i Mondiali del 2006 e gli Europei del 2020. In Germania, la spedizione guidata da Lippi non ha visto consacrarsi l’uomo gol, ma la rosa era costituita da elementi di altissimo livello, tant’è che praticamente tutti gli attaccanti e i centrocampisti si alternarono sul tabellino dei marcatori, senza contare il contributo preziosissimo di un centrale difensivo come Marco Materazzi. Quindici anni più tardi, in Inghilterra, la situazione fu simile, senza dimenticare che fu Gigi Donnarumma a essere nominato miglior giocatore del torneo.

Prima Mancini, ora Spalletti: costretti al risultato senza una punta che fa gol

Già Roberto Mancini, prima di lasciare la Nazionale per volare in Arabia Saudita, aveva sollevato il problema. Fece scalpore, la scelta di convocare a marzo Mateo Retegui, argentino naturalizzato. All’esordio in Azzurro aveva fatto ben sperare il gol a Napoli contro l’Inghilterra, bissato poi nella sfida contro Malta: l’impressione, però, è che serva ben altro spessore per competere con le nazionali più forti al mondo. Raspadori, Scamacca, Gnonto, Berardi non possono essere certo paragonabili ai grandi attaccanti come Mbappé, Harry Kane, Vinicius, Lautaro Martinez, Robert Lewandowski, Romelu Lukaku.

L’attuale CT della nazionale Luciano Spalletti deve fare i conti con una crisi di gol endemica, ma che non potrà essere una scusante per non raggiungere gli obiettivi minimi che una big come l’Italia ha il dovere di agguantare. Due qualificazioni mondiali fallite e una europea ancora molto complicata, obbligano l’ex allenatore del Napoli a trovare rapidamente delle soluzioni in attacco. In Azzurro non può contare sulla potenza straripante di Victor Osimhen, ma dovrà mettere gli attaccanti italiani nelle condizioni di rendere molto di più quanto abbiano fatto fino a questo momento.