Che bello è vedere il Napoli campione

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“Abbiamo un sogno nel cuore. Napoli torna campione” è il refrain che ha accompagnato il Napoli per tutta la stagione e alla fine, come nelle favole più belle, la speranza è diventata realtà. La squadra guidata da Luciano Spalletti ha dominato la stagione di Serie A 20222/23. È stato un campionato senza storia, quasi sin dalla prima giornata. Le milanesi si sono sciolte come neve al sole. La Juventus, nonostante un mercato estivo dispendioso, ha avuto pochi alti e molti bassi. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulle romane, ancora troppo lontane dalla vetta. Ecco allora che a sorpresa, il Napoli ha preso il largo e ha guidato la classifica come faceva Valentino Rossi o Michael Schumacher o Marco Pantani.

Al triplice fischio finale, un fiume azzurro ha invaso il manto verde della Dacia Arena, così come le strade grigie di Napoli. Una gioia incontenibile debordava dagli schermi televisivi di milioni di italiani. Dunque ora il mantra dovrebbe diventare “Che bello è vedere il Napoli campione!”. Sì, perché in questa festa immensa dei tifosi partenopei è insita un’aura romantica, ormai perduta in altre realtà calcistiche. Si può percepire lo stupore primigenio ancora intatto. Quell’istinto fanciullesco, scevro da ogni sovrastruttura, emerge nella bolgia del Diego Armando Maradona, ogni volta che i giocatori con la casacca azzurra scendono in campo. E ancora una volta, quei tifosi meravigliosi, hanno dimostrato come il calcio sia più di un semplice gioco in cui ventidue giocatori tentano di segnare un gol in più dell’avversario. Un grande abbraccio collettivo, libero e spensierato, ha unito tutti sotto il segno di una grande religione laica quale è il calcio. E i sostenitori del Napoli, da buoni fedeli, hanno dimostrato che questo sport, per vivere, necessita di questo fervore.

Il suono del fischietto di Abisso che sanciva la fine dell’incontro, ha dato anche inizio alla festa attesa da 33 anni. E allora ‘Napule si è vestita di mille culure’. I fuochi d’artificio hanno illuminato ogni vicolo ed è come se nella città fosse tornato a risplendere il sole. Bandiere, sciarpe, trombe, clacson e addirittura sui social è stato diffuso il video di una barca illuminata mentre si muoveva su strada. Uno scenario incredibile che ricorda il celebre dipinto di James Ensor “L’entrata di Cristo a Bruxelles”, in cui morte e vita si tengono per mano e avanzano in quel corteo gioioso e funebre allo stesso tempo. Così come a Napoli l’euforia ha sempre un retrogusto macabro di una città tormentata. Proprio durante i festeggiamenti, ieri un ragazzo di 26 anni ha perso la vita a piazza Carlo III. Freddato dai colpi della camorra. Del resto ogni sogno, anche il più bello, genera un senso di inquietudine o di rammarico. Probabilmente, come ci racconta Erri De Luca in Montedidio, non è un caso che nel dialetto locale sonno e sogno si uniscono in una sola parola: suonno. Il sonno di una città che chiude gli occhi davanti ai mille soprusi, alle mille ingiustizie, ai mille abusi di potere di cosche camorriste troppo forti da sconfiggere. Insieme al sogno di chi desidera che tutto questo non accada più. E alla fine il grande sogno di tutti i tifosi: Napoli torna campione!

Da questa settimana i muri, i cortili, le piazze, le strade del capoluogo campano e non solo parlano del Napoli. Per sempre questa impresa rimarrà scalfita per sempre nel cuore dei tifosi partenopei. Gioite a più non posso e fateci ‘rosicare’! Perché lo sport è anche rivalità. Allora mi piace pensare che il prossimo anno sarà la mia Roma a cucirsi il tricolore sul petto.