Come liberarsi dai pensieri ossessivi: cambiamo il nostro modo di pensare

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Spesso nella vita ci troviamo ad essere vittime involontarie di una serie di pensieri e convinzioni che prendono spazio nella nostra testa, con effetti negativi sulla nostra autostima ed efficacia. Possono essere pensieri fissi che ci bloccano e ci impediscono di andare avanti in maniera naturale, spiegazioni negative che ci diamo di ciò che succede e ci rendono insicuri, convinzioni che ci tengono fermi e ci ostacolano nelle decisioni.

Quando ciò accade, il primo istinto che abbiamo è quello di credere che ci sia qualcosa di sbagliato a un livello profondo dentro di noi, e che dunque sia necessario scavare, magari all’interno di un approfondito percorso di psicoterapia tradizionale, alla ricerca della ragione inconscia che ci ha generato quel pensiero o quella convinzione. D’altra parte, questo è stato l’approccio principale della psicologia fino agli anni ’50, guidata dalla convinzione che dietro a ogni comportamento umano o condizione mentale ci sia una base inconscia profonda, che va fatta emergere perché il problema si risolva.

La piacevole novità, che gli studi psicologici hanno scoperto intorno agli anni ’50, è che molto spesso non è così. Al contrario, nella maggior parte dei casi i pensieri fissi, le convinzioni disfunzionali e le spiegazioni che danneggiano la nostra autostima risiedono esclusivamente nel nostro funzionamento cognitivo, non nell’inconscio. In altre parole, sono dei piccoli “errori di sistema” del nostro modo di pensare, a livello molto più superficiale. E basta lavorare in maniera cosciente e logica sul nostro modo di pensare (il cosiddetto “pensiero conscio”) per farli gradualmente sparire. Senza che si ripresentino, preoccupazione costante di chi subisce quelle situazioni. È proprio questa la scoperta della psicologia moderna: se si lavora sulla superficie, si corregge il modo di pensare che ostacola il nostro benessere e si scopre che quello che ci affliggeva non torna più, ciò è la prova che non esisteva alcun problema inconscio in cui scavare con lunghi percorsi psicoterapeutici. È sufficiente un rapido cambio di prospettiva a livello cognitivo per stare meglio in maniera rapida, e risolvere la difficoltà in maniera definitiva.

In linea generale, esistono dei passi mentali che è possibile compiere ogni volta che abbiamo bisogno di cambiare il nostro modo di pensare. Sono descritti in maniera chiara e semplificata nel libro Imparare l’ottimismo di Martin Seligman, libro che ispira il coaching da sempre. Vediamo insieme in che modo è possibile cambiare i pensieri fissi, agendo semplicemente su di essi a livello cognitivo:

  1. Identifichiamo l’emergere di pensieri automatici: questo è il primo, decisivo passo di consapevolezza. Nelle situazioni di difficoltà, spesso emergono in maniera immediata e istintiva dei pensieri su di noi o sulla nostra vita, che passano quasi inosservati. Pensieri del tipo “capitano tutte a me” o “non sono bravo in quello che faccio” o “prendo sempre decisioni sbagliate” o “mi innamoro sempre delle persone sbagliate”. Il primo passo è notare che questi pensieri emergono in maniera automatica.
  2. Impariamo a combattere i pensieri automatici con la logica: questo è il cuore dell’approccio di cui stiamo parlando. Invece di arrenderci a pensare qualcosa perché ci viene istintivo, dobbiamo imparare a sforzarci a mettere quel pensieri in discussione, sfidandolo con prove contrarie che siamo in grado di addurre con la nostra logica. Dimostrazioni fattuali che quel pensiero/convinzione sia sproporzionato, ragionamenti logici che ne confutano la validità. Usando ciò che siamo in grado di osservare nella nostra vita e le nostre capacità logiche, qualsiasi pensiero ossessivo può essere combattuto.
  3. Impariamo a trovare spiegazioni alternative: una volta che abbiamo indebolito il pensiero fisso nel passo precedente, la cosa naturale da fare è identificare un modo nuovo di spiegarci ciò che ci sta accadendo. In questo usiamo ovviamente il nostro carattere, la nostra emotività e la nostra logica, ma tenendo sempre ben presente l’obiettivo generale, ossia quello di vivere meglio, di stare bene. Dobbiamo ricercare la spiegazione che ci rassicura, che ci permette di andare avanti in maniera tranquilla, ogni volta che il pensiero automatico riemerge.
  4. Distraiamoci dai pensieri deprimenti: la caratteristica dei pensieri fissi che intaccano la nostra autostima è che possono portarci a una condizione depressiva più o meno forte. L’istinto a rimuginare sempre sugli stessi pensieri non aiuta, quindi dobbiamo essere in grado di distinguere la spirale di pensieri automatici quando arriva e mettergli un freno pratico. Battendo le mani di fronte ai nostri occhi, dedicandoci a qualcos’altro, impegnandoci in qualcosa che ci dà normalmente benessere o ci gratifica.
  5. Impariamo a mettere in discussione le convinzioni che ci deprimono: il punto cruciale qui è convincersi che non siamo vittime passive di quei pensieri, di quelle convinzioni, ma siamo noi a scegliere se davvero vogliamo vivere nel segno di quelle convinzioni o meno. Se scegliamo di tenerle lontane, possiamo rendere la nostra vita più piacevole e degna di essere vissuta, senza zavorre che ci trascinano costantemente in condizioni difficili da gestire. Stare bene è spesso una nostra scelta: bisogna solo avere gli strumenti giusti per accorgersene e per compiere la scelta giusta.

Quello di cui stiamo parlando è un modo di agire di fronte ai pensieri ossessivi che può sembrare difficile o rivoluzionario, ma che invece prende vita in maniera molto semplice e naturale se guidato da un esperto di psicologia umanistica, come un buon life coach. Si scopre molto presto che le sensazioni opprimenti di essere vittima dei propri stessi pensieri cambia molto velocemente, e che con nuovi strumenti diventiamo capaci di combatterli ogni volta che tornano.