Il poker come stile di vita: scopri i segreti dei giocatori di successo

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Per molti il poker è solo un gioco, un modo per staccare dalla quotidianità e divertirsi online. Ma c’è anche chi prende il poker molto più seriamente, tanto da farlo diventare una vera e propria professione, oltre che una scelta di vita.

“Lavora con una tua passione e non lavorerai un solo giorno” dicono i guru della crescita personale. Questo è proprio quello che hanno scelto di fare i giocatori di poker professionisti, trasformando la loro passione per il gioco in un lavoro che può essere anche molto remunerativo.

I migliori giocatori in Italia e nel mondo

I migliori giocatori al mondo riescono ad accumulare patrimoni milionari durante la loro carriera, tra i montepremi dei tornei più prestigiosi, le vincite online e anche le sponsorizzazioni. In pratica, funziona un po’ come per qualsiasi carriera sportiva di alto livello.

In Italia tra i giocatori che hanno guadagnato di più c’è Dario Sammartino, il talento napoletano che è attualmente il giocatore che ha guadagnato di più in assoluto con oltre 16 milioni di dollari vinti (ad oggi) nei tornei nell’arco della sua carriera. Sammartino è anche il primo italiano ad essere entrato nelle prime 50 posizioni della classifica All Tome Money List.

Un altro nome importante del poker italiano è sicuramente Mustapha Kanit, ovvero il secondo player in Italia per vincite nei tornei di poker sportivo con oltre 11,5 milioni vinti: la sua più grande vincita ad un evento live è stata di oltre 1,6 milioni di dollari al Super High Roller dell’European Poker Tour di Monte Carlo nell’aprile del 2016, mentre la sua più alta vincita nell’online è stata di oltre 1,3 milioni di dollari su una delle migliori piattaforme virtuali. Al terzo posto tra i giocatori di maggior successo nella Penisola troviamo Max Pescatori, che nella sua carriera ha accumulato ricavi per un totale di oltre 4,5 milioni di dollari. Tutti e tre questi giocatori, devono quindi il successo al gioco online. Importante nella loro carriera è il fatto che abbiamo partecipato fin da subito alle migliori opzioni nell’industria italiana. In questo senso, esiste un provider che offre ottime proposte per i futuri campioni del gioco. Grazie ai tornei internazionali, molti utenti riescono a raggiungere le vette piuttosto alte quasi fin da subito. Questo perché le loro paartite sono sviluppate per poter permettere un gioco giusto ma allo stesso tempo interessante sia per principianti che per esperti, riuscendo a porre allo stesso livello ogni giocatore, a prescindere dall’esperienza. Ciò vuol dire che, nel momento in cui ci si vuole avvicinare al gico online, o continuare a fare pratica per diventare ancora più bravi, la migliore cosa da fare è affidarsi alle loro proposte locali ed internazopnali di poker.

Se allarghiamo lo sguardo alla scena internazionale, la classifica dei giocatori più vincenti è dominata dall’americano Bryn Kennedy che attualmente ha vinto nella sua carriera più di 65 milioni di dollari nei tornei dal vivo. Una cifra enorme che lo proietta nell’Olimpo del poker e di diritto nella storia di questa disciplina. Segue un altro mostro sacro dello sport  del poker, ovvero Justin Bonomo, che ha guadagnato in montepremi oltre 62 milioni di dollari. Ad occupare il terzo gradino del podio è invece Stephen Chidwick che ha ottenuto ricavi per un totale di quasi 54 milioni di dollari.

Le differenze tra i giocatori occasionali e i “pro”

Nel mondo del poker esistono tre tipi di giocatori, ognuno con un preciso modo di intendere il gioco e con caratteristiche ben precise:

  • il giocatore occasionale;
  • il giocatore patologico;
  • il giocatore professionista.

Il giocatore occasionale utilizza il poker come passatempo e ha solo finalità di divertimento. Di solito questo tipo di giocatori ha molto autocontrollo: si concedono un determinato budget che utilizzano per finanziare la loro passione, come se fosse un hobby. Nella maggior parte dei casi sono in perdita nel lungo periodo, ma questo non li preoccupa perché, appunto, questo viene considerato il prezzo da pagare per divertirsi. Se ottengono una vincita occasionale, grazie ad un colpo di fortuna, tendono a non riutilizzare questo denaro nel gioco, se non in minima parte, ma piuttosto tendono a spenderlo in altri ambiti della loro vita. Ad esempio, acquistano una nuova auto, finanziano una vacanza o semplicemente risparmiano il denaro vinto.

Il giocatore patologico invece gioca con frequenza e tende a spendere cifre superiori rispetto a quelle che può permettersi. In generale sono spinti dall’impulsività e sono alla ricerca dell’adrenalina che deriva dal gioco, inoltre tendono a fare scelte basate sull’emotività e sull’istinto piuttosto che sulla razionalità: ad esempio dopo una perdita tornano a giocare convinti di poter recuperare il denaro perso.  Spesso ricerca l’eccitazione puntando somme sempre più grandi, che portano a problemi economici. Ricordiamo che la ludopatia è una vera e propria dipendenza, che richiede di essere trattata in modo adeguato da medici e psicologi.

Il terzo profilo è quello che approfondiremo in questa sede. Si tratta del professionista del poker, che ricava il proprio reddito dal gioco ed è l’esatto opposto del giocatore patologico. Non gioca spinto dall’emozione, ma dal calcolo razionale. Anche se ovviamente ha la passione per il poker, il professionista lo considera un gioco d’abilità e una vera e propria disciplina sportiva (si parla per l’appunto di poker sportivo). Come nello sport per eccellere è necessario allenarsi, così nel poker i grandi risultati sono la conseguenza di un altrettanto grande lavoro di preparazione.

La psicologia del professionista

Da molti “pro player” il poker è considerato un gioco psicologico pima ancora che un gioco di carte. Non c’è da stupirsi pertanto se gli aspetti psicologici siano molto tenuti in considerazione da chi prende il poker sul serio.

Una parte della psicologia molto importante nel poker è rappresentata dalla metacomunicazione o comunicazione non verbale, che risulta essere addirittura più importante di quanto viene detto a parole. La comunicazione verbale, infatti, ha un’influenza solo del 7%, mentre il restante 93% è rappresentato da un insieme di comunicazione paraverbale (tono e volume della voce, al 38%) e non verbale (movimenti del corpo e mimica facciale al 55%).

Al tavolo verde è importante da un lato “leggere” il linguaggio del corpo degli avversari per cercare di ottenere informazioni preziose, dall’altro cercare di non dare agli altri giocatori quelle stesse informazioni. Il giocatore statunitense Phil Hellmuth nel suo libro “Read’em and reap” afferma che la vittoria in un torneo di Texas Hold’em dipende per il 70% dalla capacità di leggere ed interpretare i segnali degli avversari al tavolo.

I giocatori professionisti sviluppano un grande senso di osservazione, che tiene conto di aspetti più generici come il modo di vestire e le espressioni del volto, oltre ai dettagli che riguardano il gioco come il modo di tenere le carte o il numero di volte che l’avversario le guarda. Spesso nei tornei i giocatori professionisti cercano di capire la personalità degli altri per avere un quadro completo delle persone che si ritrovano davanti.

Nel gergo pokeristico i segnali che vengono lasciati dagli avversari prendono il nome di “tell”. I giocatori esperti sono bravi a rilevarli e ad interpretarli, ma sono anche abili a riconoscere i falsi tell. Ad alto livello, infatti, i giocatori sono soliti alterare il loro linguaggio del corpo per dare agli avversari delle informazioni fuorvianti e intenzionalmente false. Grazie all’esperienza è possibile “filtrare” quali sono i comportamenti autentici da quelli falsi.

Le abilità matematiche

Oltre alla psicologia, l’altro grande pilastro su cui si fonda il successo di un giocatore al tavolo verde è la matematica, o per meglio dire la probabilità. Questo tipo di conoscenze possono essere utilizzate per comprendere ad esempio quello che è il progetto dell’avversario. Un giocatore può usare la conoscenza delle mosse di poker e della matematica per sapere se l’altro ha in mente una scala o colore e può prendere la decisione più vantaggiosa dal punto di vista probabilistico.

Un altro caso in cui la matematica viene in aiuto del pokerista esperto è quello in relazione al cosiddetto “valore atteso”. Ad un determinato punto del gioco, un giocatore non è in grado di sapere se l’avversario ha una mano migliore della sua, ma può utilizzare la probabilità per sapere se è conveniente chiamare oppure no.

Per farlo il giocatore va a calcolare quale è la probabilità che l’avversario stia bluffando. Per farlo è utile conoscere le statistiche dell’altro giocatore: facciamo che quell’avversario sia solito bluffare una volta su tre, quindi il giocatore su quattro mani ne avrà tre in cui perde e una in cui vince. Calcolando la vincita della mano vincente e la somma delle perdite, si può sapere se conviene chiamare oppure no.

Per concludere, il modo di giocare di un giocatore professionista è completamente differente da quello di un giocatore occasionale. Studio, disciplina e conoscenza sono indispensabili per ottenere risultati sul lungo termine e contano più della fortuna, che comunque è sempre ben accetta…