Le simmetrie del caso: un libro di emozioni e storia

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In mezzo al progresso, ai mutamenti sociali e culturali che legano e dissociano i tempi in un ordito dalla difficile interpretazione che è la vita, quale posto spetta al singolo e al suo mondo interiore?

Una frase tratta dal lavoro a quattro mani di Tamara Taiti e Sara Renda, “Le simmetrie del caso” lascia al lettore una panoramica di ampio respiro su tutto il romanzo e uno spunto di riflessione importante: “Qui ci siamo solo noi, in gioco. Tu sola sai quello che è giusto per te. [..] Immagina di essere a una caccia al tesoro. E il tesoro sei tu, però devi trovarlo”.

Pubblicato nel 2021 per la collana “Scrivere donna” dalla Carmignani Editrice il romanzo somma su di sé il percorso di due snodi della trama: da una parte troviamo Dafne, studentessa universitaria di Medicina a Venezia al termine del suo percorso, un personaggio che racchiude perfettamente in sé pensieri, aspettative e ansie di un’adolescente o giovane adulta dei nostri giorni. Il suo personaggio è il cuore empatico del racconto, quell’ottica accogliente su cui un certo tipo di lettore può specchiarsi e ritrovarsi fin nelle più intime emozioni.

La San Francisco del Golden Bridge, terra di infinite opportunità per il sogno americano ma anche del progresso tecnologico, sociale e scientifico di un mondo in fermento come quello degli anni ’30 del Novecento è la perfetta metà completante l’intreccio del romanzo.

Attraverso le vicende di un piccolo gruppo di personaggi differenti ma non incompatibili all’incastro il lettore è inserito nella piena possibilità di concepire e di rappresentarsi ciò che divide e accomuna le epoche più lontane, identificandosi nella ricerca di tutela, emancipazione e identità che ritroviamo anche in questa “metà” del racconto.

Come nelle relazioni storiche di causa-effetto troviamo la storia di Dafne in parte “figlia” delle conquiste avvenute nel passato: l’emancipazione femminile e lo sviluppo del concetto di famiglia.

I timidi, primi, incerti ma coraggiosi passi del secolo scorso verso la conquista di un’indipendenza anelata e dichiarata a più riprese, descritti anch’essi con una sensibilità estremamente coinvolgente, ma anche i cambiamenti di un contesto rimasto spesso intoccabile, conquiste che potremmo definire generali e sociali su cui non possiamo non legarci la personalità estremamente indipendente della madre Lara. Essa la identifichiamo come un personaggio che sembra confondersi, almeno inizialmente, tra le capacità di conquista di un’identità e il non riconoscere ciò che rischia di incrinarsi nella vita al di fuori di ciò, un punto di vista quanto mai curioso, portato in luce fin dalle prime pagine.

Ci sono d’altra parte anche numerosi punti di contatto e di distanza nel rapporto paterno, il più carico di affetto ma anche quello maggiormente denso di avvenimenti che innervano ulteriormente la vicenda e la curiosità di sfogliare i dettagli di un viaggio, quello della protagonista, in continua evoluzione.

A coronare inoltre il senso dell’esplorazione che attraversa gli animi dei personaggi del romanzo vi è la componente apparentemente più universale, “condizionata” ma non controllata, dai costrutti sociali delle epoche: l’amore e tutta la componente sentimentale.

Alla base di questa tematica non possiamo che constatarne la profonda sincerità di fondo, la non “stilizzazione” ai fini narrativi della tematica amorosa dalla quale non viene meno il gusto del racconto; lo sviluppo della personalità di Dafne durante la relazione con Lorenzo, personaggio pieno di valori e di passioni, è figlia di una graduale definizione delle proprie consapevolezze nate dalle difficoltà avute in precedenza con Fabio, un dottore professionalmente brillante ma al tempo stesso povero umanamente.

Un gioco di incastri tra i più diversi: emozioni e sentimenti senza tempo sembrano essere contemporaneamente parallelismi e segmenti dell’intreccio nei confronti degli eventi storici e dei mutamenti sociali con cui veniamo in contatto di pagina in pagina.

Lo stile, sorprendentemente equilibrato per un lavoro a quattro mani, risulta essere avvincente, scorrevole ma al tempo stesso aperto alla contemplazione puntuale e chiarificatrice verso luoghi, persone e soprattutto alle riflessioni e ai pensieri più intimi dei personaggi con i quali, come avevamo accennato, ci si trova vicendevolmente affini, esplorati e accomunati.

Una lettura puntata all’esplorazione più che all’interpretazione verso i complessi disegni del destino e del caso, allo scambio d’influenze tra quella porta sempre socchiusa, mai serrata, tra lo spazio del sé e tutto il rumoroso circondario degli eventi, verso un quadro generale di cui non conosciamo mai il vero centro, là dove constatiamo “Le simmetrie del caso”.