Brandon Lee: la scena de Il Corvo in cui è morto

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La morte di Brandon Lee è stata uno degli eventi più sentiti e tragici del cinema moderno. È stata quella che ha creato il mito de Il Corvo, come film che esprime pienamente l’anima di Brandon, film che appartiene davvero soltanto a lui e di cui mai nessun remake andrebbe fatto. Ed è anche quella intorno alla quale girano diverse leggende, provenienti in parte dalla maledizione dei Lee che lascia un’ombra anche alla morte di suo padre, Bruce Lee, anche lui morto durante le riprese del suo ultimo film I 3 dell’Operazione Drago. Quel che spesso ci si chiede è in quale scena de Il Corvo Brandon Lee trovò la morte, e se è possibile vederla su video o nel film.

La vera scena in cui Brandon Lee morì era originariamente quella in cui il suo personaggio, Eric Draven, viene ucciso nel suo appartamento dai teppisti, dopo che avevano stuprato la sua fidanzata.

The Crow - Eric and Shelly's death

Nella scena originale Funboy, il teppista interpretato da Michael Massee, avrebbe usato una pistola avvolta in un sacchetto di plastica. La pistola aveva ancora un vecchio proiettile finto da una scena precedente, e per rendere la scena più realistica una piccola carica esplosiva sarebbe scattata al momento dello sparo, da dentro il sacchetto. Un frammento del proiettile finto ha così colpito Brandon Lee, in una ferita che si rivelerà fatale.

La scena originale ovviamente non è nel film (non esiste alcuna immagine dello sparo col sacchetto di plastica). Qualcuno dice che la pellicola con quella scena è stata distrutta, altri che è stata sequestrata dalla polizia per le investigazioni sulla morte. Nella scena originale della morte di Eric Draven (quella qui sopra), Brandon Lee viene prima colpito da un coltello e poi ucciso da due colpi di pistola. Quella scena è stata completata senza Brandon Lee, e le immagini in cui il viso di Lee è visibile sono state ricreate attraverso l’elaborazione digitale, apponendo il viso di Lee alla sua controfigura.

La morte di Brandon Lee fu archiviata come accidentale. Sia la madre che la vera fidanzata di Brandon Lee, Eliza Hutton, sebbene distrutte dalla sua morte, si mostrarono collaborative nel terminare le riprese de Il Corvo. Dopo la morte di Brandon Lee, molti studios rifiutarono di produrre il film, considerato ormai difficile da proporre al pubblico. Fu Miramax a crederci e rilasciarlo, senza giocare troppo sulla morte del suo attore principale: l’unico accorgimento fu l’aggiunta della dedica “In memoria di Brandon e Eliza” nei titoli di coda. E tanto bastò a commuovere gli spettatori per generazioni.

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3 comments

  1. L’articolo è sbagliato in tre punti: Bruce non morì durante le riprese di I 3 dell’Operazione Drago, bensì dopo, quando stava per riprendere la lavorazione di Game of Death, interrotta per girare il film suddetto. La dinamica della morte di Brandon è sbagliata: fu ucciso da un’autentica pallottola, non da un effetto speciale. La pallottola era stata svuotata della polvere da sparo dal maestro d’armi Jeff Imada per renderla innocua -stando a quanto disse Imada stesso- e fu girata una scena senza Brandon, poi qualcosa andò storto nella rimozione del colpo da parte dei due assistenti armieri, i quali non si accorsero che l’ogiva del proiettile era rimasta nella pistola di scena. Una pallottola a salve inserita dopo fece da propulsore e l’ogiva partì uccidendo Brandon nella sua scena di morte “finta”. Questa la versione raccontata da Imada. Lui ed altre sei persone (fra cui il regista e il produttore) rischiavano il processo per omicidio colposo, a causa del mancato rispetto delle regole del SAG (Screen Actors Guild) ma furono salvate proprio da Linda Lee e Shannon Lee, che accettarono un risarcimento dalla produzione in cambio della rinuncia ad andare avanti con l’inchiesta. Il giudice fu costretto a ratificare la versione di morte accidentale ma rimproverò le due eredi di Brandon di aver legato le mani all’inchiesta accettando quell’accordo così in fretta e la verità su come una pallottola vera fosse finita sul set non venne mai a galla.

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