Il significato nascosto di “Black Mirror”

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Black Mirror è stato senza dubbio uno dei più grandi fenomeni dell’era moderna delle serie TV, e non è difficile comprendere perché il pubblico ne è rimasto tanto affascinato: una serie fatta come se fosse un viaggio lungo mini-film, ognuno costituente una discesa catartica nei nostri timori verso il futuro. Un modo visionario, spesso terrorizzante ma sempre possibile, di immaginare dove stiamo andando, e cosa può succedere se non stiamo attenti alle sfumature nascoste dietro le possibili evoluzioni del mondo in cui viviamo.

Un modo di aprire gli occhi sul futuro che ci aspetta, dunque, ma non solo: Black Mirror è anche un’esperienza di interazione diretta con le nostre paure, che assume un ruolo non molto diverso da quello che gli incubi che facciamo mentre dormiamo hanno per la nostra psiche, vale a dire viverli, farci prendere coscienza di quel che proveremmo, per poi svegliarci e rassicurarci per il fatto che non è (ancora) successo. Black Mirror è dunque allo stesso tempo monito e catarsi, due ruoli estremamente utili nell’interagire col progresso.

Una domanda che chi ama andare a fondo nelle cose si fa quando affronta la serie è: perché “Black Mirror”? Perché è stato scelto un titolo come “specchio nero”?

Black Mirror - Opening Intro

Lo Specchio Nero non è solo un’immagine minacciosa che trasuda il lato oscuro di noi stessi e la paura di quel che vediamo di fronte a noi. “Black Mirror” ha un significato molto più reale e pratico, spiegato dallo stesso creatore Charlie Brooker: è lo schermo dei dispositivi che usiamo ogni giorno, tv, computer, tablet e smartphone, quando sono spenti. Gli oggetti-simbolo della nostra società tecnologica, una volta disattivati, diventano una superficie nera che riflette la nostra figura, o meglio la nostra ombra, e quest’immagine ha esercitato un fascino tenebroso sull’ideatore della serie da sceglierla come titolo.

Il Black Mirror è quel che resta di fronte a noi dopo che la società tecnologica in cui viviamo smette di funzionare. È il vuoto in cui vediamo la nostra persona, deformata da un nero minaccioso che ci priva della luce della nostra razionalità. È il lato oscuro del progresso, in una riuscitissima immagine metaforica. Ma è anche uno specchio: perché la tecnologia in fondo siamo noi, e le conseguenze di un suo cattivo uso non possono che essere imputate a noi stessi, al modo in cui usiamo i mezzi e i luoghi del vivere 2.0. È dunque un invito a non sentirsi distanti dai pericoli mostrati in ogni episodio della serie. È un segnale di allerta a sentirsi pieni partecipanti di ciò che osserviamo, considerandolo qualcosa in più di un semplice episodio di fantascienza distopica.

Le minacce legate al nostro futuro sono nelle nostre mani, noi siamo i primi a poter fare qualcosa per scongiurarle. Black Mirror, col suo titolo, intende semplicemente ribadire il suo messaggio di allerta, ricordandoci ad ogni singolo episodio che sarebbe meglio non considerare quel che vediamo un semplice atto di intrattenimento televisivo.

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