Archive: la spiegazione della trama e il finale del film

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Questo articolo rivela elementi importanti della trama e della spiegazione di Archive – Non Mi Lasciare di Gavin Rothery, svelandone il significato, gli eventi e le prospettive migliori per apprezzarne i pregi. Se ne suggerisce dunque la lettura solo ed esclusivamente dopo aver visto il film, e non prima, per evitare di perdervi il gusto della prima visione.

Archive è un film di fantascienza del 2020, diretto dal regista esordiente Gavin Rothery. Un film apprezzato dagli amanti del genere, in grado di offrire una trama intricata e coinvolgere temi avanzati come robotica, intelligenza artificiale e transumanesimo. È anche un film che presenta un grosso colpo di scena nel finale, per cui la visione può essere spiazzante e necessitare una spiegazione lineare di quanto accaduto. In quest’articolo spieghiamo ciò che il film mostra fino al colpo di scena finale, poi spiegheremo il finale del film e rileggeremo quanto visto alla luce di quel che si scopre alla fine.

La spiegazione della trama (prima del finale)

Il protagonista del film è George, un ingegnere esperto in robotica con una moglie, Jules. Per tutta la durata del film George appare solo, isolato in un laboratorio gestito da lui, offerto da una multinazionale con l’obiettivo di fargli sviluppare le sue ricerche in robotica. Nel laboratorio vediamo due prototipi di robot intelligenti, uno dei quali, J2, è capace di parlare e provare emozioni.

Durante il film scopriremo che la moglie di George è morta poco prima dell’inizio del periodo in quel laboratorio. Una delle scene ricorrenti è quella in cui George dice alla moglie che il suo progetto ha ricevuto un finanziamento della durata di tre anni e che quel laboratorio in Giappone è stato messo a disposizione per loro. Durante quella conversazione, però, i due hanno un grave incidente in cui la moglie Jules perde la vita. Durante il film scopriamo anche che, quando è morta, Jules era incinta.

Scopriamo in questo modo in cosa consiste Archive: è una tecnologia futuristica che permette di prolungare la vita di una persona ancora per qualche tempo dopo la sua morte, trasferendo la sua coscienza in un sistema informatico che ne preservi ricordi ed emozioni. Tale tecnologia è offerta dalla multinazionale per cui George lavora. George, prima dell’incidente, iscrive sia se stesso che la moglie a tale tecnologia, ma la moglie è fortemente contraria alla cosa e chiede di essere rimossa. Apparentemente George non fa in tempo a rimuoverla, perché la coscienza della moglie è in effetti contenuta nel dispositivo presente nel laboratorio, con cui George di tanto in tanto ha una conversazione. Le conversazioni tuttavia sono difficili, sia perché Jules non apprezza le conversazioni in quel modo, e sia perché la durata di tale tecnologia è limitata, e la coscienza di Jules sta per svanire (entrando nella cosiddetta “sonnolenza”).

Nel frattempo il lavoro di George prosegue e scopriamo una cosa importante: durante quei tre anni George ha sviluppato 3 prototipi robotici, uno più avanzato dell’altro. J1 ha un intelligenza artificiale che si è fermata a 5 anni, J2 è ferma ai 15 anni e J3, il prototipo più avanzato, ha un cervello da adulto. Tutt’e tre i prototipi hanno una scintilla umana, poiché George è riuscito a catturare una parte della coscienza di Jules e a svilupparla in quegli automi. Ecco perché ognuno degli automi è geloso dell’altro: perché sentono di non essere esemplari unici agli occhi di George. Sono tutt’e tre tentativi parziali di replica di Jules, e ciò li rende non-unici.

Poco prima di arrivare al finale del film, capiamo che George ha in mente un piano ambizioso: trasferire l’intera coscienza di Jules nel prototipo più avanzato, riportandola di fatto in vita dentro a un automa, capace di provare di nuovo sentimenti e sensazioni vitali. J3 fino a quel momento ha vissuto uno stato sperimentale in cui stava provando emozioni e imparando a gestirle, e questo serviva a George a confermare che il trasferimento poteva funzionare.

Questo in maniera lineare ciò che il film ci porta a credere prima del finale. Il finale però offre un forte colpo di scena, alla luce del quale l’intero film assume una forma differente.

Il finale del film e il cambio di prospettiva

Archive | Official Trailer (HD) | Vertical Entertainment

Nel finale del film vediamo J3 prendere la cornetta per comunicare con la coscienza di Jules. Jules è spiazzata dal sentire la voce di una donna e chiede chi lei fosse. J3 risponde di non preoccuparsi, perché lei si prenderà cura di George d’ora in poi. George entra nella stanza, prende anch’egli la cornetta e dice a Jules che adesso non può spiegarle, ma che la rivedrà “prestissimo”. J3 capisce dunque che il piano di George è di “resettare” la sua personalità e trasferire la coscienza di Jules in lei. Riluttante, J3 accetta.

Il trasferimento avviene, J3 si risveglia e i due si guardano, lasciando intendere che dopo anni di distanza si sono ritrovati. Ma in quel momento squilla il dispositivo che contiene la coscienza di Jules. Questo spiazza George, che credeva di aver trasferito completamente Jules nel robot J3. J3 gli suggerisce di non rispondere al telefono, ma George non resiste. Dall’altra parte del telefono c’è Jules, che gli comunica che questa sarà la loro ultima telefonata. Ma prima di terminarla, George sente la voce della figlia, una bambina di circa 4 anni, che lo chiama papà.

Questo può significare soltanto una cosa: Jules in realtà è sopravvissuta all’incidente ed ha partorito la bambina di cui era incinta. Quello morto nell’incidente in realtà è George, e tutto quello che abbiamo visto nel film era la vita della coscienza di George dentro Archive.

Questo spiega le cose che osserviamo nel film in modo differente. Vediamo alcuni punti importanti:

  • Le conversazioni tra George e Jules attraverso Archive sono difficili perché George è morto e Jules era sempre stata contraria a questa tecnologia. Jules non sopporta l’idea di comunicare al suo marito morto in quel modo. Ciononostante, continua a farlo perché non è capace di rassegnarsi a interrompere le comunicazioni
  • Gli impiegati della Archive che nel film entrano nel laboratorio di George sono una proiezione creata da George. Gli impiegati esistono realmente, e probabilmente George li ha conosciuti quando ha sottoscritto Archive. Infatti li vediamo nel finale del film, esprimere le condoglianze a Jules per la fine delle comunicazioni col marito. La visita al laboratorio però è puramente immaginata da George.
  • George vive quel periodo con grande senso di colpa: si sente responsabile dell’incidente avvenuto, perché stava guidando l’auto manualmente. Forse se avesse usato l’avanzato pilota automatico, l’incidente poteva essere evitato e avrebbe potuto continuare a vivere con la moglie Jules. È per questo che, nella sua coscienza immaginata, George cerca di ricostruire una sorta di famiglia robotica, che rappresenta il tipo di vita che avrebbe voluto condurre con la moglie. È il senso di colpa che lo porta a rimediare alla perdita della moglie.
  • J3 è l’aspetto più interessante del film. Mentre J1 e J2 sono entità immaginarie create dalla coscienza di George, J3 è un’entità che in qualche modo prende forma autonoma. Entra in contatto con Jules attraverso quella telefonata, dove Jules cerca di parlare col marito morto e sente invece una voce femminile. Si potrebbe dire che J3 è partorita dalla coscienza di George come meccanismo di salvataggio, che tenta di proteggere George dal dover scoprire di essere in realtà morto. Il ruolo di J3, creato dalla stessa coscienza di George, è di realizzare un futuro immaginato in cui George riesce a creare un automa che contenga la coscienza della moglie e riesce a continuare la sua vita con lei. In questo senso, J3 è sincera quando dice a Jules che sarà lei a prendersi cura di George: lo farebbe facendogli credere di aver realizzato il suo sogno, e impedendogli di scoprire che lui è morto. La telefonata finale tra George e la moglie impedisce però che ciò accada.
  • Un possibile aspetto collaterale di ciò è che J3 può essere vista come una parte subcosciente di George, che è a conoscenza del fatto che George sia morto e che tenta di proteggerlo da questa scoperta. Il suo prendere forma in maniera così perfetta, l’affiatamento che c’è tra lei e George e il riuscito trasferimento (immaginato) di Jules dentro di lei serviva per dare una conclusione felice alla vita di George nel laboratorio. Se George non avesse preso in mano la cornetta nella scena finale, avrebbe potuto restare nella convinzione di essere vivo ed essere riuscito a riportare in vita Jules dentro l’automa J3. Tale consapevolezza sarebbe durata fino al momento in cui la coscienza di George dentro Archive si sarebbe dissolta, ma ciò sarebbe avvenuto senza che George se ne accorgesse. La rivelazione della telefonata, invece, costringe George a scoprire (ed accettare) di essere morto.

Archive è un film complessivamente riuscito, con una trama complicata abbastanza da catturare l’attenzione dello spettatore, un colpo di scena robusto e ben architettato e una serie di temi fantascientifici ben integrati gli uni con gli altri.