I giorni che cambiarono la storia (moderna) del Real Madrid

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L’era dei “galattici”, al Real Madrid, cominciò nel 2000, con l’avvento di Florentino Perez alla presidenza del miglior club del XX secolo, secondo la Fifa. Cominciò, in particolare, con l’acquisto che sconvolse la Spagna calcistica: Luis Figo, simbolo del Barcellona, sbarcò al Bernabeu tra l’incredulità generale.

Il Real Madrid, oggi, nonostante abbia chiuso un’altra epoca d’oro, quella segnata da Cristiano Ronaldo, resta ovviamente nell’élite del calcio europeo, costantemente tra le favorite in ogni competizione cui partecipa, come peraltro testimoniano le quote dei bookmakers e dei siti migliori per giocare al casino che possono essere consultate online.

Tutto però cambiò nell’estate del 2000. Andiamo a ripercorrere cosa accadde in quei giorni.

Le elezioni anticipate

Lorenzo Sanz aveva appena vinto la sua seconda Champions League in tre anni: la prima era arrivata nel ‘98 ad Amsterdam, col gol di Mijatovic che spense i sogni di gloria della Juventus di Marcello Lippi, alla terza finale di fila. Nel 2000, Morientes, McManaman e Raul firmarono il 3-0 con cui i “blancos” annichilirono il Valencia di Cuper, allo Stade de France.

L’allora presidente del Real Madrid, nonostante potesse contare ancora su un anno di mandato, decise di convocare le elezioni anticipate. Chiaro l’intento di sfruttare l’onda lunga del successo europeo e di arrivare quindi alla presidenza del club nell’anno del centenario, il 2002. Chiara anche la pressoché certezza di vincere le elezioni.

Il suo antagonista era, appunto, Florentino Perez. Imprenditore di successo (soprattutto nel campo delle costruzioni), ingegnere e con un passato in politico, Perez non sembrava avere quel “quid” in più che avrebbe potuto ribaltare i pronostici. Sanz, d’altronde, era un presidente passionale, conoscitore del calcio, legato alla tifoseria, populista, vulcanico. E, soprattutto, vinceva.

Il 6 luglio del 2000, la figlia di Lorenzo Sanz si sposa con Michel Salgado, terzino del Real Madrid e della nazionale spagnola. Non è però quello l’avvenimento principale del giorno. Su ‘Cadena Ser’, radio sportiva per eccellenza in Spagna, Jose Ramon de la Morena svela un’incredibile bomba di mercato: Florentino, in caso di vittoria delle elezioni, porterà Figo al Bernabeu.

Perez non commenta

Mentre il portoghese, contattato dal quotidiano sportivo catalano ‘Sport’, si dice pronto per l’inizio del ritiro del Barcellona, Perez non commenta. E, soprattutto, non smentisce.

Sainz comincia a fiutare il pericolo e si spertica in telefonata nei vari media dell’epoca, assicurando che quella era soltanto una bufala. Una fake news dell’epoca, per intenderci. Poco a poco, però, i pezzi del puzzle cominciano ad incastrarsi: Florentino continua sornione nel suo silenzio, Nunez abbandona la presidenza del Barcellona e il suo successore, Joan Gaspart, non comincia col piede giusto. Figo, in un’intervista, regala il primo spiraglio: “Se Gaspart vuole, si può ancora rimediare”.

Florentino Perez, dopo una campagna elettorale serratissima, vince le elezioni il 16 luglio. E, a quel punto, di fronte alle domande dei giornalisti non può più nascondersi: “Se non arriva Figo, regalerò un abbonamento di un anno a tutti i soci del Real Madrid”.

Gaspart e Figo non si prendono, il portoghese accetta il Real Madrid: i beninformati assicurano che Figo aveva dato la sua parola a Perez convinto di una sua sconfitta e con l’obiettivo di pressare il Barcellona per un nuovo contratto. Fatto sta, che il 24 luglio, Figo è presentato con la maglia numero 10, al Bernabeu, tra Perez e Di Stefano. Aveva la faccia serissima, quel pomeriggio, soltanto dopo si capì il motivo: poche ore prima, era stato ricattato. Qualcuno affermava di possedere delle foto di sua moglie, nuda, e di essere pronto a venderle al più letto periodico di gossip spagnolo dell’epoca, ‘Interviù’. Non accadde.

Il Real Madrid pagò la clausola di Figo (10 miliardi di pesetas, 60 milioni di euro ad oggi, record per l’epoca), al portoghese venne riconosciuto un ingaggio da 1 miliardo all’anno. Con lui si aprì l’era dei “galacticos”, dopo di lui, in rapida successione, Zidane, Ronaldo e Beckham. Il Barcellona, nel pieno di una confusione societaria che ricorda molto da vicino quanto sta accadendo in questi mesi, rimase a secco di titoli per i seguenti cinque anni…

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