Who put Bella in the Wych Elm? Un inquietante mistero

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Questa è la storia di un mistero lungo più di 70 anni e ancora irrisolto. Una vicenda macabra accaduta in Inghilterra, resa ancora più tenebrosa da una strana serie di graffiti comparsi a seguito degli eventi.

18 Aprile 1943. Siamo nella collina di Wychbury Hill, nei pressi di Stourbridge. Quattro ragazzi, appassionati di ornitologia, si sono riuniti per andare in cerca di nidi di uccelli. Nel mezzo della loro ricerca si imbattono in un olmo, così uno dei giovani decide di salire sull’albero. Durante l’arrampicata però il ragazzo perde l’equilibrio e cade all’interno dell’albero, dove è presente un teschio. Inizialmente i ragazzi pensano possa trattarsi di resti di un animale, ma ben presto si rendono conto della presenza di alcuni capelli e della dentatura, che riconducono inevitabilmente ad un teschio umano. I quattro, terrorizzati, decidono di scappare e si mettono d’accordo per non riferire niente a nessuno della loro macabra scoperta.

Una volta tornati a casa però, uno dei ragazzi del gruppo decide di riferire al padre quello che è successo. L’uomo avvisa le autorità, le quali si recano sul posto e trovano il teschio nell’albero. Scoprono anche lo scheletro quasi completo, una scarpa, un anello d’oro e alcuni pezzi di vestiti. Nelle vicinanze dell’olmo vengono anche ritrovate delle ossa di dita.

Il corpo viene esaminato e risulta appartenere ad una donna, presumibilmente intorno ai 35 anni di età. È deceduta da almeno 18 mesi. La causa della morte è asfissia, e nella sua bocca vengono ritrovati frammenti di taffettà, un tessuto di seta con cui è stata probabilmente soffocata.

A questo punto le indagini devono ricostruire due identità: quella della vittima e quella dell’assassino. Un compito non facile.

Si cerca di identificare la donna assassinata attraverso il calco dei denti. Vengono interrogati numerosi dentisti, comparando le varie dentature a disposizione, ma purtroppo non si arriverà ad un esito positivo.

A questo punto l’inchiesta si blocca. I pochi elementi raccolti non sono sufficienti per poter andare avanti. Tutto sembra destinato a rimanere nell’ignoto. Sei mesi dopo però accade qualcosa che fa riflettere e tornare a puntare l’attenzione su questo caso.

Upper Dean Street, Birmingham. Su un muro è comparso uno strano graffito, che riporta una strana frase Who put Bella down the Wych Elm? (Chi ha messo Bella nell’olmo?). È chiaro il riferimento ai resti ritrovati qualche mese prima. Numerosi altri graffiti cominciano ad apparire nelle vicinanze di Warwickshire, la frase viene leggermente modificata in Who put Bella in the Wych Elm?

Chi è l’autore di questi graffiti? Si tratta di uno scherzo di cattivo gusto oppure qualcuno sta cercando di suggerire qualcosa agli investigatori? Le indagini si riaprono. Forse Bella è il nome della vittima?

Sempre nel 1944 viene ritrovato il cadavere di una prostituta a Birmingham. Nel rapporto relativo all’omicidio si fa riferimento anche ad un’altra prostituta scomparsa. Il suo nome è Bella. Questo dato fa scattare un campanello di allarme. Si tratta della stessa persona che è stata uccisa e i cui resti sono stati nascosti nell’albero?

Purtroppo però la pista si arresta molto presto per mancanza di ulteriori indizi. L’indagine si è di nuovo arenata.

Passano diversi anni, quando nel 1953 una donna di nome Una Mossop testimonia davanti alla polizia di aver avuto una confessione da parte di suo cugino, Jack Mossop, che le avrebbe fatto delle importanti rivelazioni. Secondo il suo racconto il tutto sarebbe successo a seguito di una serata passata in un pub. L’uomo durante la serata avrebbe fatto conoscenza con Van Ralt, un olandese che si presenta al locale insieme ad una donna. Dopo qualche birra di troppo, la ragazza perde conoscenza. A questo punto Van Ralt chiede aiuto a Jack per farle uno scherzo e nasconderla nell’olmo, di modo che la mattina dopo si sarebbe svegliata al suo interno, disorientata. Le cose sarebbero andate storte in qualche modo e la ragazza non si è più svegliata. Questa è la versione di Una Mossop.

Jack Mossop era stato internato in un ospedale psichiatrico poiché era tormentato dalla visione di una donna che lo fissava da un albero, ed era morto nella struttura, prima che il corpo nell’olmo venisse ritrovato. Per questo motivo non è possibile approfondire la pista, che anche in questo caso è destinata a rimanere nel dubbio.

Un’altra teoria porta verso l’ambiente nazista. Nel 1941 Josef Jakobs, un agente della Gestapo, si paracaduta nel Cambridgeshire, ma si rompe l’anca durante l’atterraggio e viene quindi arrestato. Durante il suo interrogatorio afferma di avere un amante, Clara Bauerle, una cantante di cabaret tedesca. La donna è stata addestrata come spia e si sarebbe paracadutata anche lei in terra inglese, dopodiché si sarebbero perse le sue tracce. Si tratta della donna uccisa? Non sono però presenti evidenze di questi fatti o elementi di prova.

C’è poi la pista della magia nera. Secondo l’antropologa Margaret Murray, l’omicidio della donna sarebbe stato effettuato durante un rituale chiamato “La mano della gloria”. In questo rituale la vittima viene impiccata, dopodiché la sua mano viene disseccata e conservata in salamoia, creando così una specie di feticcio magico. Un’ipotesi suggestiva, ma anche per questa tesi non ci sono prove a supporto.

Nonostante le molte teorie, il caso rimane irrisolto. Nel frattempo, per diversi anni, i graffiti sono continuati a comparire. L’ultimo nel 1999.

Nel 2018 Caroline Wilkinson, un’esperta di identificazione cranio facciale dell’università di Dundee, ha ricostruito il volto della donna tramite le fotografie del teschio.

Dopo oltre 70 anni, rimangono ancora molti nodi da sciogliere di questo caso misterioso e dai risvolti inquietanti. Chissà se un giorno riusciremo a restituire un’identità a quella donna e al suo assassino. Nonostante i molti anni passati, la vicenda potrebbe portare ancora oggi a delle sorprese.

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