La nascita dei Velvet Underground e del loro primo album

Siamo nel 1964. Mentre i Beatles fanno la storica apparizione all’Ed Sullivan show, conquistando l’America, i Rolling Stones iniziano ad incidere i loro primi ep e Bob Dylan fa uscire uno dei suoi album capolavoro, The times They Are a-Changin’, uno studente di letteratura inglese che per passione e bisogno economico scrive canzoni pop e insieme al suo compagno di studi Sterling Morrison, chitarrista, si esibisce in piccoli pub, incontra uno studente gallese di nome John Cale trasferitosi da poco negli USA.

Poco tempo dopo, Lou Reed, questo il nome dello studente di letteratura, e il gallese iniziano a registrare le prime composizioni.

Successivamente, il duo si trasforma in un quartetto. Infatti vengono coinvolti nel progetto il già citato Sterling Morrison e il batterista Angus MacLise.

Inizialmente scelsero di chiamarsi Falling Spikes, ma un anno prima il giornalista Michael Ligh, pubblica un libro dal titolo “The Velvet Underground” e la copertina recitava:

“Ti scioccherà e ti stupirà.”

Il libro era un’inchiesta sui rapporti sessuali che in quegli anni stavano mutando, così come stava cambiando la società, infatti, iniziavano a prendere piede le orge, lo scambismo e il masochismo sado.

Un amico di Lou Reed e Sterling Morrison trovò questo libro per strada, ne parlò a Morrison che rimase colpito dal titolo, così lo propose al grupp. Il nome fece presa, evocava il cinema underground di quegli anni, e soprattutto, si sposava perfettamente con i testi delle loro canzoni. Un esempio per tutti: una delle prime composizioni, Venus in Furs, venne ispirata dall’omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, intriso di riferimenti al masochismo e ad altre perversioni sessuali. Così decisero all’unisono di chiamarsi The Velvet Underground.

Nell’estate del 1965 il quartetto entra in sala per registrare brani come Heroin, The Black Angel’s e la stessa Venus in Furs. Una volta ultimate le incisioni, John Cale affida una copia dei nastri ad una sua amica, con la speranza che lei li faccia ascoltare a Mick Jagger, che da poco, insieme ai suoi compagni, aveva pubblicato (I Can’t Get no) Satisfaction.

Per la cronaca, l’amica di Cale non diede mai i nastri al cantante degli Stones.

Intanto arrivano i primi ingaggi, e il batterista MacLise, contrario ad accettare denaro in cambio di esibizioni, abbandona il gruppo. Sosteneva che prendere dei compensi in cambio della propria musica fosse una svendita commerciale.

Al suo posto arrivò la delicata Maureen Tucker, che diede al sound del gruppo un’impronta ancora più spettrale di quanto già fosse, infatti utilizzava per lo più percussioni e cassa, tralasciando i rullanti e i piatti.

15 dicembre 1965. I Velvet Underground si esibiscono per la prima volta al Cafè Bizarre, situato nel leggendario Greenwech Village.

I quattro dopo essersi esibiti vengono licenziati subito, gli organizzatori giudicano l’esibizione scandalosa e volgare. Ma tra il pubblico è presente una persona che è di tutt’altro parere: Andy Warhol.

Sotto l’ala protettrice del creatore della Factory, la band di Lou Reed inizia a farsi una certa reputazione negli ambienti underground che contano nella New York di quegli anni. Come primo suggerimento (o ordine, la linea in questo caso potrebbe essere sottile), l’artista suggerisce al gruppo di assumere come cantante una tenebrosa modella e attrice tedesca, nonché fidanzata di Brian Jones: Nico.

Intanto Lou Reed si ammala di epatite e per fronteggiare quell’emergenza, momentaneamente, John Cale passa alla voce e per l’occasione torna MacLise.

Dopo il ritorno di Lou Reed, i Velvet Underground, dal febbraio 1966 al maggio 1967, si esibiscono negli spettacoli multimediali che Worhol in quel periodo teneva.

Fu sempre Andy Warhol a procurare alla band un contratto discografico. Il co-produttore del disco per lavorare all’album non volle denaro, ma un quadro di Warhol.

In quattro giorni, all’interno di una stanza a pianterreno dotata di soli quattro microfoni, mura decadenti e buchi nel pavimento i Velvet Underground registrarono il primo LP, The Velvet Underground e Nico.

Sulla cover dell’album troviamo la famosissima banana disegnata dal mentore del gruppo, e le prime copie erano dotate della frase: “Peel slowly and see” (sbucciare lentamente e vedere.)

Infatti togliendo l’adesivo, fissato sul frutto, si poteva scorgere una banana rosa.

I testi di tutte le canzoni all’interno dell’album portano la firma di Reed, e tre di esse vengono cantate da Nico.

Il brano di apertura è Sunday morning, avvolto in un sound trasognato il protagonista racconta le ansie e le paranoie di una domenica mattina.

Eroina, spacciatori che la vendono nei luoghi più disparati e ragazzi che farebbero di tutto per averne un po’, triangoli sadomaso, la favola di cenerentola rivisitata con toni dark e adatti all’epoca e la gelosia del protagonista di There She Goes Again.

Questi i temi presenti nel primo LP dei Velvet underground, cantati dalla voce spettrale e fredda di Lou Reed.

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