The Society 2: cosa può accadere nella seconda stagione

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Già dopo poche settimane dall’arrivo su Netflix di The Society sono stati molti a chiedersi come potrebbe continuare la serie. Perché di fatto la creazione di Christopher Keyser ha appassionato i telespettatori per diversi motivi: trama distopica che disegna uno scenario tragico, protagonisti adolescenti, necessità di organizzarsi da soli come una società compiuta e sopravvivere in un ambiente avverso. La serie è stata accostata a Il Signore delle Mosche di William Golding ed è una sensazione che molti spettatori avranno avuto durante i suoi episodi.

Il finale della serie ha ovviamente offerto il classico colpo di scena che apre diversi possibili scenari futuri: nell’ultima scena si vede una situazione familiare che coinvolge i genitori degli adolescenti, e sul muro è affissa una enorme targa commemorativa coi nomi dei protagonisti che abbiamo visto evolversi durante la prima stagione. Sembra quindi chiaro che il mondo reale esista ancora, le famiglie da cui provengono gli adolescenti siano ancora vive in una realtà lontana e ricordano ancora con emozione i loro figli. Non è chiaro se pensino che gli adolescenti siano morti (o se siano morti davvero e quel che si vede nella serie non è altro che l’aldilà), ma questo ovviamente rientra nelle speculazioni intorno alla seconda stagione. Che a questo punto è attesa da tutti coloro che hanno visto la serie con piacere.

La seconda stagione

Netflix ha da poco confermato ufficialmente il via ai lavori sulla seconda stagione. Si presume che bisognerà aspettare almeno fino a metà 2020.

Il creatore della serie ha già diverse idee su come le vicende possano evolversi. C’è di sicuro da sviluppare la questione del potere nella società: alla fine della serie la “politica” è in mano a tre personaggi (Campbell, Lexie e Harry) che non si fidano l’uno dell’altro e che in qualche modo sono finiti invischiati in una situazione differente da quella che avrebbero voluto. Una bomba pronta ad esplodere, con Allie pronta ad osservarne l’evoluzione.

C’è poi la questione della sopravvivenza: i viveri sono prossimi all’esaurimento e nella prossima stagione i ragazzi dovranno dedicarsi alla produzione di cibo per il proprio sostentamento. Il che significa agricoltura, con tutto quel che può risultare in termini psicologici da un buono o un cattivo raccolto.

Bisognerà inoltre approfondire cosa è successo: i ragazzi sono davvero in una realtà parallela o esiste ancora la possibilità di tornare indietro? E cosa si nasconde dietro la figura dell’autista del bus, che era in contatto con i politici della città pochi giorni prima della partenza dei giovani?

A tutto ciò si aggiungono le componenti psicologiche già presenti nella serie: personaggi cattivi a piede libero, buoni imprigionati dalla nuova gestione, omosessualità, bambini appena nati, violenza domestica, forze dell’ordine a comando. Il materiale per un proseguimento pieno di colpi di scena c’è tutto. Bisognerà solo aspettare la conferma che un proseguimento ci sia.

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