Qual è il senso della vita (e altre domande di facile risoluzione)

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– Serata giochi da tavolo! Tutti pronti?
– Avete notato come la serata giochi da tavolo abbia sostituito senza che ce ne accorgessimo la serata droga?
– Zitti! Questa sera: Trivial.
– No!
– Trivial no, dai!
– Ma è bello.
– Ho capito che è bello, ma ci abbiamo giocato allo sfinimento, Sergej conosce tutte le risposte a memoria.
– Lago Pistono, Scipione l’Africano, Quinto Secolo avanti Cristo, il transistor…
– Sentilo, pare Rain Man, non c’è più gusto.
– E poi hai una versione del 1976 e mi tocca rispondere “Andreotti” a più domande di quante vorrei.
– Per non parlare del razzismo serpeggiante.
– Il “famoso negro che vinse quattro medaglie d’oro alle olimpiadi del ’36?”
– Non è cosa.
– Tranquilli ragazzi, ho comprato Trivial Extreme.
– Che è Trivial Extreme?
– È la versione superdifficile di Trivial. Quella per professionisti.
– Grande!
– Finalmente un po’ di sfida.
– E allora dai, carichi che ci divertiamo.
– Comincio io! Son capitato su filosofia. Ma c’è filosofia?
– In questa versione sì.
– Ma è bellissimo.
– Allora, pronto?
– Vai, spara.
– Chi è Dio?

– …
– …
– Come scusa?
– Chi è Dio?
– È questa la domanda?
– Sì.
– Chi è Dio.
– Sì.
– Ma… ma… è a scelta multipla?
– No, risposta secca. Dai, rapido che non blocchiamo subito il flusso del gioco.
– Ma mi sembra una domanda un tantino…
– Un tantino?
– Chi è Dio, abbi pazienza. Cioè non è una cosa che…
– Senti, la sai o non la sai?
– No che non la so.
– E ci voleva tanto! Sergej, chi è Dio?
– Ma in che senso?
– Raga, che vi siete rincoglioniti? Come in che senso. Chi è Dio? Avete presente Dio?
– Dio… quello della Bibbia?
– Bravo! Quello. Mo, chi è Dio?
– Tu intendi l’entità superiore che… nelle varie culture…
– No! Dio. Chi è Dio? Dimmi esattamente in cosa consiste la vera natura di Dio.
– Uhm…
– Aho, è una domanda da due punti eh, tanto per scaldarci.
– Non lo so.
– Niente allora. Prossimo turno.
– No, scusa, scusami… ma dietro c’è la risposta?
– Dove?
– Dietro alla scheda, c’è la risposta?
– Sì.
– C’è scritta la vera natura di Dio?
– Sì.
– Ed è giusta?
– Mi sembra appropriata, sì.
– Leggicela.
– Col cazzo.
– Come col cazzo?
– Ti piacerebbe, eh? Così mi brucio la scheda. Poi se la dobbiamo usare di nuovo già sapete la risposta e tanti saluti alla rigiocabilità.
– Va be’, però, ci sta scritta la vera natura di Dio…
– Basta. Avanti, a chi tocca? Sergej.
– Tiro. Allora, mi è uscita Scienza/Natura.
– Oh, Scienza/Natura, vediamo, vediamo. Eccola qua. Qual è il senso della vita?

– Come?
– Quel è il senso della vita?
– Ma che domande sono?
– Trivial Extreme, ragazzi.
– Il senso della vita…
– Allora, o lo sai o non lo sai, non stiamo qui a tergiversare per favore…
– Ma nessuno lo sa. È alla base dell’esistenza non sapere cosa…
– Non lo sai. Se non lo sai, non lo sai. Io non capisco perché sta sera fate tutte ‘ste storie. Te? Sai la risposta?
– Mi butto. La fratellanza.
– Sbagliato.
– La fregna.
– Sbagliato. Scurrile e sbagliato. E comunque non toccava a te.
– Ma come fai a dire sbagliato?
– C’è la risposta dietro.
– La risposta al senso della vita?
– Sì.
– La risposta al senso della vita è scritta sul cartoncino che tieni in mano?
– Sì.
– Potresti cortesemente mannaggiaaisanti dircela così da sciogliere quel vuoto esistenziale che attanaglia l’essere umano da quando ha cominciato a pensare?
– No.
– Perché no?
– Va contro le regole.
– Macheccazzo.
– E poi mi si brucia la scheda.
– No, comunque ha ragione. Mica possiamo bruciarci le schede così. Appena comprato il gioco, poi…
– Va be’, va be’, sentite, continuiamo che è meglio.
– Tocca a te.
– … storia, son capitato su storia.
– E storia sia. Cerchiamo un po’. Eccola qua. Data della tua morte.
– Eh?
– Scusa, scusa, ho sbagliato.
– Ah, meno male.
– Devo porla in forma di domanda. Qual è la data della tua morte?
– No, fermi tutti. Il gioco sa quando muoio?
– Sì. È scritto qua dietro la scheda.
– Ma come…
– Trivial Extreme, baby. La sai o non la sai?
– No che non la so! E non ci tengo neanche a saperla!
– Serataccia. Sergej?
– Ma scusa, volevo chiedere: essendo che la domanda passa a me, adesso è la mia morte o è la sua?
– No, no, la sua. Sempre la sua.
– Come sempre la mia?
– Ah okay.
– Okay un cazzo!

– Vuoi un aiutino?
– No che non lo vuole!
– Sì che lo voglio.
– È in settembre.
– Smettetela!
– È il 23?
– Quasi.
– 25.
– Grande!
– Ma come “grande”!?
– Anno?
– Boh… qua vado un po’ alla cieca. Vediamo… duemila… duemila e cinquanta?
– Nooo, nooo…
– Prima?
– Mooolto prima. Vai, vai in retro tranquillo.
– No! Scusate! Ma ha già dato una risposta! Che è? Non si segue più il regolamento?
– È vero, Sergej. Ha ragione.
– Visto? Ho ragione.
– Oh, però sei pesante. È un gioco. Stai là col libretto delle istruzioni in mano a questionare. E cicì e cocò. Viene quasi voglia di essere contenti che è prima…
– Calmi, stiamo calmi. Ricordiamoci che siamo qui per divertirci. Chi tocca? Sergej?
– No, no per carità che poi qua il signor precisino mi s’arruffa tutto.

– Questo gioco per tutta la famiglia. Conosce. La data. Della mia. Morte.
– Emammamia che piaga che sei. Dai, tira sti dadi.
– Tiro. Attualità. Oh. Finalmente una roba tranquilla.
– Benissimo. Attualità. Pronto.
– Sentiamo.
– Chi è l’amore della tua vita?
– L’amore della mia vita.
– Sì. L’amore della tua vita, l’altra metà della mela, l’anima gemella insomma.
– … io… non… aspetta… è Lei? Sarà Lei. La persona con cui sto, no?
– Sbagliato.
– Come sbagliato?
– Sbagliato. Risposta sbagliata.
– …
– …
– Dammi quella scheda.
– No.
– Dammi subito quella scheda!
– Rovini il gioco!
– Dammi quella cazzo di scheda, Primo, o giurosuddio…
– Oh, giù quelle le mani!
– Tienilo fermo!
– La scheda!
– Che fa? Morde! Oh! Morde!

– Sono tornato.
– Ciao amore, com’è andata la serata giochi da tavolo?
– Bene.
– Che succede? Hai una faccia…
– Tranquilla.
– Ma sei tutto sanguinante. Hai fatto a botte?
– Non è niente. Senti, dobbiamo parlare di una cosa seria…
– Dimmi, dimmi che io intanto mi lavo i denti.
– Vedi, c’è un tizio in Vietnam che…
– Come dici?
– Dico che in Vietnam ci sta un contadino di cinquantacinque anni che io credo probabilmente vorrei… dovrei…
– Vorresti andare in Vietnam? Ma è fantastico! Io è una vita che sogno di andarci.
– Sì?
– Sì.
– Sai cosa facciamo, troviamo subito un volo e ci andiamo quest’anno. Niente scuse.
– Va bene.
– Che bello amore! Il Vietnam! Ma ci pensi?
– Eh.
– Facciamo a settembre?
– No! Prima! Che a settembre ho un altro mezzo impiccio…

Questo articolo è un’opera di fantasia pubblicata originariamente dalla pagina Facebook “Non è Successo Niente” e gentilmente concessa ad Auralcrave per la ripubblicazione

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