Peter Sellers, una vita di eccessi e talento

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Nel 1964 Peter Sellers era praticamente morto: un attacco di cuore lo aveva quasi spazzato via a neanche quarant’anni e ci volle un’esagerata dose di fortuna (e l’estrema bravura dell’equipe medica che lo curò) per strapparlo alla morte: gli era stata concessa una seconda possibilità, occasione tutt’altro che comune. Genio e sregolatezza, ma anche uomo cupo e tragico, Sellers era in perenne ricerca di consensi: sempre dubbioso del reale valore della propria comicità, al punto da farsi fagocitare da un’insicurezza divenuta velocemente depressione, non avrebbe tenuto conto dell’avviso che il suo corpo gli aveva voluto dare, sacrificando per sempre la propria salute sull’altare di una vita vissuta velocemente.

Partito dalla radio con il clamoroso successo del The Goon Show negli anni cinquanta, che rappresentò la scuola formativa per la maggior parte dei comici inglesi (dai Monty Python in poi), Sellers riuscì presto a passare al mondo della celluloide, ma fu l’incontro con due registi particolari e diversi a dare una svolta alla sua carriera: Stanley Kubrick e Blake Edwards.

Kubrick conobbe Sellers sul set di Lolita e poi lo volle per Il Dottor Stranamore, concedendogli una rara libertà interpretativa (conferita in seguito solo a Jack Nicholson in Shining) per i suoi tre personaggi del film e lasciando emergere per la prima volta le sue doti drammatiche.

Il Dottor Stranamore ne "Il dottor Stranamore"- Scene (ita)

Con Blake Edwards il rapporto fu più lungo e tormentato, trascinandosi per vent’anni, periodo in cui il regista e l’attore portarono alla ribalta i personaggi più celebri di Sellers: Hrundi V. Bakshi e l’Ispettore Jacques Closeau.

L’incapace e goffo detective de La Pantera Rosa fu praticamente improvvisato sul set, dove Sellers fu chiamato a sostituire in fretta e furia Peter Ustinov che aveva abbandonato il film dopo aver ferocemente litigato con Blake Edwards a pochi giorni dall’inizio delle riprese: il successo dell’Ispettore Closeau fu tale da convincere la produzione a mettere subito in lavorazione un seguito. Con Uno sparo nel buio, secondo capitolo della serie, Sellers fece emergere i lati meno accomodanti del suo carattere e la lavorazione del film vide regista e attore scontrarsi a più riprese, compromettendo i rapporti tra i due per anni.

The Party - Bathroom scene

L’armistizio tra regista e attore avvenne con Hollywood Party, considerato dalla maggior parte dei critici come il punto più alto di entrambi e che fu anche l’ultimo lavoro per cui Sellers ebbe il giusto riconoscimento prima di anni di insuccessi e film sbagliati: solo i nuovi capitoli a metà anni ’70 della Pantera Rosa (che aveva giurato più volte voler abbandonare) risollevarono in parte le sue sorti, ma ormai la fama di piantagrane lo precedeva e i copioni non erano più calibrati sul suo talento.

Si sposò spesso e volentieri, riempiendo gli intervalli (causati da lui stesso) con molte conquiste del gentil sesso, ma restando fondamentalmente solo con la propria malinconia, l’unica vera compagnia a cui sapeva restare fedele.

Nel 1979 riuscì a tirare fuori il suo personale capolavoro e tutto sembrò di colpo poter ripartire: con Oltre il giardino, progetto cullato per anni, riuscì a rimettersi in sella e rientrare nelle grazie di Hollywood. La sua interpretazione di Chance, il giardiniere analfabeta e quasi autistico che diventa per caso uno degli uomini più influenti d’America, gli valse il Golden Globe e la candidatura agli Oscar. In questo film più di tutti si mostra il vero Sellers, quello che ripeteva di amare la recitazione soprattutto perché gli permetteva di essere altro da sé: Chance è una creatura atonale e apatica, priva di ogni reazione emotiva e forse è questo che Sellers gli invidiava.

Pink Panther Favorite Scene

Nel 1980, dopo aver firmato l’ennesimo contratto per un altro episodio de La Pantera Rosa, divorziato dalla quarta moglie e deciso a sottoporsi a un intervento cardiaco a Los Angeles, Peter Sellers sembrava poter guardare con maggiore fiducia al suo futuro. Ma anni di vizi ed eccessi lo avevano fatto invecchiare più del dovuto e il 22 settembre ebbe un altro infarto, stavolta letale, che lo mandò in coma e se lo portò via dopo un’agonia di due giorni: se c’era stata una seconda possibilità nel 1964, una terza non era evidentemente prevista. I suoi amici  del The Goon Show, con cui doveva incontrarsi proprio in quei giorni, pur colpiti dalla perdita, non si lasciarono sfuggire l’occasione per celebrarlo con una battuta: “Peter avrebbe fatto qualsiasi cosa per non pagare la cena.” 

Peter Sellers ebbe una vita tormentata da demoni che solo lui conosceva e che lo fecero sbandare più di una volta, celando dietro un talento immenso le crepe di una vita dal precario equilibrio. A volte pero’ era capace di camminare sulle acque: perché la vita, in fondo, è uno stato mentale.

La Vita è Uno Stato Mentale.

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