Quando Sergio Leone rifiutò di dirigere Il Padrino

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È una di quelle storie con l’alone di leggenda che girano negli ambienti hollywoodiani passando la prova del tempo, con una serie di risvolti intorno che hanno definito due o tre cose circa come sia andata la storia del cinema in quegli anni. Riguarda Sergio Leone, Francis Ford Coppola, due film iconici del cinema gangster come Il Padrino e C’era Una Volta in America e una dedizione ai propri principi da parte di certi registi che ha del poetico.

È il 1970. La Paramount Pictures ha acquistato i diritti dei romanzo Il Padrino dello scrittore italo-americano Mario Puzo, per una cifra di 12.500$, accettata di fretta dallo scrittore per poter pagare un debito di gioco che ammontava a diecimila dollari. Coi diritti di riproduzione cinematografica e il produttore già designato (Albert Ruddy), il prossimo passo era quello di trovare il regista giusto e non c’erano dubbi su chi fosse la prima scelta degli studi Paramount: Sergio Leone. A quei tempi il regista italiano era già un grande del cinema, i film della sua trilogia del dollaro (Per un Pugno di Dollari, Per Qualche Dollaro in Più, Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo) avevano sdoganato il mito di Clint Eastwood e inventato il cosiddetto spaghetti-western. In più, il recente C’era Una Volta il West lo aveva consacrato come regista in grado di capovolgere gli schemi classici del cinema western, pur producendo allo stesso tempo un film capace di piacere a tutti.

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Sergio Leone, by MalevolentNate (DeviantArt)

Sergio Leone, in maniera del tutto educata e senza addurre troppe motivazioni, declinò l’offerta. Si scoprì più avanti che a Leone di fatto non piaceva la storia di Mario Puzo, e soprattutto non gli piaceva l’immagine edulcorata ed “etica” che lo script restituiva della mafia e del padrino Vito Corleone. La sua idea di mafia e gangsters orientata al cinema, in realtà lui l’aveva già chiarissima in mente e aveva intenzione di metterla in atto col suo C’era Una Volta in America, film che avrà una produzione molto lenta ed uscirà solo 14 anni dopo. Ma che mostrò una volta per tutte come Leone vedeva le mafie: una storia di uomini violenti che sopraffanno altri uomini, che si sbranano a vicenda; tutt’altro che una storia di onore da rispettare o valori etici da difendere, seppur con mezzi non convenzionali, qual è quella raccontata dal Padrino.

La cosa più curiosa è la lista di altri registi che fu contattata dopo il rifiuto di Leone, prima di arrivare a Francis Ford Coppola: Peter Bogdanovich, Peter Yates, Richard Brooks, Arthur Penn, Costa-Gavras e Otto Preminger. Alla fine venne l’idea di Francis Ford Coppola, che con Il Padrino raggiunse la gloria e batté il record di incassi della storia degli Stati Uniti (record che mantenne fino a Lo Squalo del 1975). E ovviamente Il Padrino di Coppola rese l’immagine che si voleva dare della mafia, con la vecchia generazione di gangster rappresentata da Vito Corleone e fedele a dei propri principi di giustizia e onore (l’avversione verso la droga, il rispetto della famiglia e la disponibilità a dare giustizia privata a chi aveva subito un torto, in cambio di favori che aiutino a mantenere il prestigio del nome).

Sergio Leone odiò profondamente il messaggio inviato da Il Padrino quando uscì, come ovviamente odiò il successo incredibile che quel film ebbe. Un film che avrebbe potuto benissimo accettare di girare, se non fosse che andava contro i propri principi etici. Per Leone far cinema non era solo questione di eseguire un compito e far guadagnare l’industria: era un esteta puro, un perfezionista capace di girare una scena quaranta volte prima di dichiararla buona, o di rifiutare uno script di un famoso scrittore perché non aveva capito lo spirito del film (entrambi aneddoti veri legati a C’era Una Volta in America, lo scrittore era Normal Mailer e la scena era una costosa ripresa collettiva che passò alla storia come simbolo del suo carattere pignolo).

Alla fine Il Padrino uscì, lo girò Coppola, ebbe un successo clamoroso e fu considerato uno dei più bei film di sempre, anche per quel carattere romantico con cui un tema sporco come la mafia era trattato. C’era una Volta in America uscì pure (anni dopo), lo girò (ovviamente) Sergio Leone e anche quello fu pacificamente considerato uno dei capolavori del cinema di tutti i tempi, nonché uno degli esempi che si insegnano alle scuole sul mestiere del regista. Non sono i confronti o le classifiche a legittimare i ragionamenti intorno al cinema, ma sono gli aneddoti e le curiosità che ne rendono magica la storia.

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