Povere Creature: la distopia maligna di Yorgos Lanthimos

Il regista greco Yorgos Lanthimos, entrato nelle grazie di Hollywood dopo i successi de La Favorita, ci presenta la sua ultima opera sontuosamente gotica ma attenzione a non farvi ingannare da una certa raffinatezza fotografica parecchio ruffiana usata come specchio per le allodole: il film sfiora di pochissimo il genere hard core, farcito com’è di sangue, sesso esplicito e dialoghi che oltrepassano la decenza tanto da essere bollato come RATED R (vietato ai minori di 17 anni).

Anche se liberamente tratto dal romanzo contemporaneo del britannico Alasdair Gray (un autentico sconosciuto), il riferimento a Frankenstein è palese,  anche qui infatti abbiamo a che fare con dei mostri che generano altri mostri, nella fattispecie lo scienziato storpio in viso Willem Dafoe e la sua smodata passione per la chirurgia dell’assemblaggio dei corpi, ereditata addirittura dal padre che si è divertito sulla sua faccia. Egli va molto fiero del suo ultimo capolavoro: far resuscitare una donna morta suicida e incinta, Bella Baxter.

Il profilo aggraziato di Emma Stone, i suoi grandi occhi azzurri e svampiti, sorretti da una morbida siluette risultano perfetti per interpretare questa bizzarra bambola di carne, ritornata al mondo per essere plasmata a piacimento. A Bella è stato impiantato il cervello del suo povero feto in grembo, perciò le è permessa qualsiasi stranezza, la sua totale assenza di etica morale è giustificata tutto il tempo come scoordinazione in via di sviluppo.  

La grottesca ma ben vestita fanciulla senza freni inibitori si accompagna al seguito di sfortunati partner maschili, anche loro impeccabilmente agghindati all’ultima moda vittoriana, e si muove dentro un gigantesco teatro di posa dove è ricostruita la plumbea atmosfera middle europea in chiave retro futurista.  Si vedono suppellettili colme di citazioni architettoniche e macchine volanti che somigliano più a giocattoli di carta, è un macrocosmo steam punk volutamente artificiale.

Perfino le scene in esterno, alterate in post produzione, presentano un cielo oscurato da pesanti nuvole dai colori minacciosi e chimici, trasmettendo una sensazione disturbante di fumi tossici da realtà post atomica.  Ad amplificare il senso di fastidio, vi è la colonna sonora composta da note al violino stridenti e sinistre in puro stile horror.

Le immagini sono inoltre filtrate dall’uso quasi costante dell’effetto fish eye per mezzo del quale lo spettatore diventa parte attiva del progetto cinematografico facendosi elemento voyeuristico che sta lì ad osservare i personaggi in atteggiamenti intimi attraverso il buco della serratura. La distorsione ottica si riflette anche nel paesaggio intorno in preda ad un vortice turbinoso, gli accadimenti in atto risultano quindi accompagnati da una percezione di ubriacatura mentre le visioni oniriche di Bella restituiscono simbolismi archetipici pronti ad appiccicarsi al cervello di chi li guarda come api al polline.

Povere Creature! (Poor Things) | Trailer Ufficiale

Ma la cosa più sconcertante di questo film è la missione della protagonista, il suo viaggio iniziatico al fine di scoprire il mondo a bordo di una nave da cui fuoriescono velenose esalazioni verde sulfureo, altro non è che la scusa per rappresentare al cinema l’ennesima guerra tra i sessi.  Senza nessun motivo, Bella prende letteralmente a schiaffi e a calci nei testicoli i due uomini follemente innamorati di lei, e lo fa con sadica soddisfazione, ci gode a vederli soffrire. Qui il messaggio che si vuole lanciare è chiarissimo: l’amore è roba superata, è fuori moda, non esiste più. La donna non ha bisogno degli uomini, può giocarci e poi buttarli via. Bella è affamata di sesso ma incapace di creare legami solidi, per questo manda all’aria due matrimoni per ragioni futili ma ricordiamoci la dimensione infantile del suo intelletto.

La sua è un’avventura all’insegna della bulimia, nutrita dalla continua attrazione/repulsione verso il sesso ed il cibo. La celebre fase orale freudiana ha preso in lei una piega alquanto drammatica.

“Desidero votarmi allo zucchero e alla violenza!” –  Cosa c’è di più tossico di questo tipo di affermazione?

Il risveglio spirituale di Bella nel momento in cui vuole aiutare i reietti della società in uno slancio altruista è completamente ingannevole, va bene qualsiasi distrazione pur di non dedicare spazio all’amore autentico; è la triste emancipazione finale dall’affettività umana.

Mentore di tale squallore, ecco comparire un’altra freak, una figura nanesca con la raucedine da tabagismo, la quale dispensa alla giovane sprovveduta dei consigli altrettanto mortiferi:

“Bisogna vivere la degradazione, l’orrore, la tristezza! Solo allora, potremo dire di essere complete. Il mondo è nostro”.

E’ a questo punto che Bella decide di darsi alla prostituzione a tempo pieno. Lascio al lettore le proprie conclusioni.

Stiamo assistendo al ripetersi di una precisa narrativa all’interno del cinema mainstream del nuovo millennio: questa Barbie horror avrà pure cambiato i vestiti e la tinta ai capelli ma gli intenti abulici restano gli stessi poiché quella di Lanthinos è un’operazione satiresca studiata a tavolino dai piani alti, volta a calpestare le emozioni amabili e il senso della famiglia in una danza macabra (la scena del ballo). Il guaio è che molti troveranno questo film delizioso e siamo quasi certi che l’Academy elargirà grandi tributi con forse anche più di una statuetta, a quel punto la missione mefitica sarà completa.

Prego soltanto i puri di cuore di non considerarlo un film di genere ma piuttosto una diabolica macchina di programmazione delle masse. Non a caso, l’unica persona a cui Bella dedica un momento di fievole congiunzione animica attraverso una lacrima è il suo creatore dal soprannome profetico: God, il quale raccoglie i suoi ultimi respiri per scoraggiarla immediatamente:

“Mio padre era un uomo compassionevole. Che stupido idiota!”

Cosa ci sta suggerendo questo film, di non fidarci degli uomini ma di affidarci totalmente ai dottori che si sono sostituiti a Dio?

In ultima analisi, chi sono veramente le povere creature, i personaggi di questa rappresentazione o le nuove generazioni che andranno a vederla?