La scomparsa di Mirella Gregori: un enigma nella Roma anni ’80

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Una delle vicende di scomparsa più enigmatiche che siano mai accadute in Italia. Se ci chiedessero di racchiudere il caso di Mirella Gregori in una sola frase sarebbero queste le parole più appropriate. Tutto quello che caratterizza questo mistero risalente a oltre 40 anni fa risulta inesplicabile, in mezzo a tanti aspetti oscuri che hanno fatto da cornice a una storia inquietante e ancora oggi in cerca di risposte.

Per cercare di comprendere qualcosa di più bisogna fare un salto indietro nel tempo e partire dalla storia di una ragazza di 15 anni, diventata suo malgrado protagonista delle pagine di cronaca.

LA STAGIONE DEI FIORI

Roma, 7 Maggio 1983.

E’ un sabato pomeriggio, il sole primaverile splende sulla capitale mentre le studenti dell’istituto superiore commerciale femminile si avviano verso l’uscita dell’edificio. Tra di esse c’è Mirella Gregori.

Mirella, 15 anni, lunghi capelli castani ricci, pelle diafana e lineamenti graziosi, è una ragazza solare ed educata. Abita in Via Nomentana 91 insieme ai genitori e alla sorella più grande. Passa le sue giornate tra scuola, famiglia e amici. Gli occhi vivaci di un’adolescente che racconta la sua vita attraverso le pagine di un diario, che si perde tra le note delle canzoni di Claudio Baglioni e guarda al futuro con speranza.

Quel pomeriggio, prima di tornare a casa, si reca al bar gestito dai genitori della sua migliore amica per passare un po’ di tempo con lei. Alle 14:00 rientra nella sua abitazione, dove l’aspetta la madre. Tutto sembra scorrere regolarmente.

APPUNTAMENTO IN PIAZZA

Sono le 14:45, Mirella sta aiutando ad apparecchiare la tavola quando suona il citofono. La ragazza va a rispondere:

– “Chi sei? Se non mi dici chi sei riattacco”
– “Sei della terza media? Va bene, ma dimmi chi sei”
– “Alessandro? Ah ciao, ma sei matto? Io devo ancora pranzare. Ci vediamo alle 15:30 a Porta Pia, sulla scalinata”

Quando riaggancia riferisce alla madre che ad aver citofonato era il suo ex compagno delle scuole medie, Alessandro. Non un nome qualsiasi, si trattava del ragazzo che all’epoca attirò le sue attenzioni sentimentali. Un interesse che tuttavia non si concretizzò mai e rimase imprigionato tra le pagine del diario dell’allora tredicenne Mirella. Una semplice cotta adolescenziale che sembrava essere destinata a restare nel passato, dato che i due non si vedevano da sei mesi, quando c’era stata la cena tra ex compagni di classe.

La giovane comunque tranquillizza la madre, il Piazzale di Porta Pia era a poco più di 200 metri da casa e si sarebbe trattato di un incontro di qualche minuto tanto per scambiare due chiacchiere, anche perché nel pomeriggio Mirella doveva uscire con altri amici in zona Centocelle.

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Alle 15:25 esce di casa, non si porta dietro neanche i documenti e i soldi, convinta che sarebbe rientrata a breve. Prima di recarsi all’appuntamento passa nuovamente dal bar della sua amica, situato sotto casa sua. Le due si chiudono nel bagno e restano a parlare per circa 15 minuti. Mirella le riferisce dell’episodio della telefonata e dell’imminente incontro con Alessandro. Verso le 15:45 esce dal locale.

CHE FINE HA FATTO MIRELLA?

Le ore passano, il sole tramonta per lasciare spazio all’imbrunire della sera e in casa Gregori sono tutti in apprensione. Mirella non è ancora rientrata.

La famiglia si mette in contatto con Alessandro, il ragazzo che teoricamente si sarebbe dovuto incontrare con lei. Al telefono il giovane appare spaesato, non sa niente di quell’appuntamento e non la vedeva da diverso tempo. La situazione si fa ancora più allarmante. Se non era lui allora chi era stato a suonare il citofono quel pomeriggio? E perché si era spacciato per Alessandro?

A questo punto i familiari sporgono denuncia di scomparsa. La Polizia avvia le indagini e per prima cosa viene rintracciato e interrogato proprio Alessandro, il quale ribadisce di non essere stato lui a citofonare e fornisce anche un alibi. Nel pomeriggio del 7 Maggio era insieme a quattro amici nel quartiere Trieste, la stessa circostanza venne confermata anche dagli stessi giovani indicati da Alessandro. I ragazzi, sotto le pressioni dell’interrogatorio, forniscono un quadro piuttosto lineare e convergente sulla giornata che avevano trascorso assieme.

I giorni passano, di Mirella non c’è nessuna traccia. Appare evidente come quell’appuntamento fissato al citofono fosse in realtà una trappola messa in piedi da qualcuno che l’aveva presa di mira, un soggetto disposto a rischiare una mossa così azzardata pur di arrivare alla ragazza. Ma chi poteva essere questa persona? Era stato registrato qualcosa di strano prima della scomparsa?

GLI AVVISTAMENTI

Riguardo a questo aspetto sembra emergere qualcosa di interessante. Dalle testimonianze raccolte in seguito ai fatti affiora in maniera ricorrente la figura di uno o più misteriosi individui.

La migliore amica riporta di un episodio particolare, accaduto nel Marzo 1983 quando Mirella le raccontò di essere stata accostata all’uscita di scuola da un giovane con i capelli biondi, ben vestito. Tale soggetto la invitò a salire in auto ma lei si rifiutò.

Un’ altra testimonianza riferisce di Mirella che nell’Aprile dello stesso anno sarebbe stata vista passeggiare in Via del Macao insieme a una persona con i capelli biondi e ricci.

Qualcosa accadde anche il giorno prima della sparizione, alla festa per il rinnovo del bar gestito dai genitori di Mirella, situato in Via Volturno. Durante il rinfresco entrarono nel locale due persone munite di macchine fotografiche, chiedendo se avessero voluto delle fotografie. La madre di Mirella rispose di no e i due uscirono dall’esercizio. Uno di essi era biondo e aveva i capelli ricci.

Non sappiamo se questi avvistamenti possano ricondurre alla stessa persona o se si tratta di situazioni distinte e separate tra di loro. Forse qualcuna di esse potrebbe essere rilevante o forse nessuna di queste ha a che fare con la scomparsa. Per il momento non ci sono risposte.

IL SIGNORE DEL BAR

C’è anche un’altra circostanza, riferita sempre dalla madre di Mirella, che apre la porta a uno scenario degno di attenzione.

Secondo quanto dichiarato agli inquirenti la donna avrebbe visto, nel periodo precedente alla sparizione, un signore che frequentava il bar dei genitori della migliore amica di Mirella e che si intratteneva spesso con le due ragazze. Si trattava di un uomo tra i trenta e i quarant’anni, capelli bruni corti, viso ovale. Una figura misteriosa e ignota.

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Trascorrono due anni senza risposte sulle sorti della giovane, poi improvvisamente l’inchiesta sembra riaccendersi quando nel 1985 la madre di Mirella, mentre aspettava di essere ricevuta in udienza dal Papa, dichiarò di aver riconosciuto in uno degli addetti al servizio di vigilanza Vaticana l’individuo che parlava con le due ragazze nel locale. L’uomo in questione entra a questo punto nelle indagini.

Nel 1993 viene effettuato un confronto tra lui e la mamma di Mirella, al termine del quale la signora ammise di essersi sbagliata. Il funzionario vaticano non era la stessa persona che lei aveva visto passare del tempo al bar con le giovani. Si torna al punto di partenza.

MIRELLA ED EMANUELA: UNA SORTE COMUNE?

Nel corso del tempo sono state fatte molte ipotesi sull’accaduto, arrivando anche a tesi che mettevano in relazione questo caso con quello della scomparsa di Emanuela Orlandi, verificatasi il 22 Giugno 1983, poche settimane dopo la sparizione di Mirella Gregori. Furono anche emessi dei comunicati da parte di fantomatiche organizzazioni criminali in cui si sosteneva che entrambe fossero state usate come pedine di ricatto in affari di terrorismo internazionale. Resta difficile credere a questa teoria dato che nessuno dette mai prova di avere preso in ostaggio le ragazze.

Molto più plausibile invece che i due fatti siano scollegati e indipendenti. A parere di chi scrive l’unico modo in cui potrebbero congiungersi sarebbe ipotizzando la presenza di un predatore seriale che abbia agito a Roma in quel periodo. In quest’ottica due ragazze della stessa età e con caratteristiche fisiche sovrapponibili potevano rappresentare la vittima ideale per un eventuale maniaco. Ma è uno scenario che non è suffragato da nessuna prova.

IL GRUPPO DEI TEEN-AGER

Un’altra pista che si affaccia spesso quando si parla di questo caso è quella che riconduce ai coetanei della giovane.

Potrebbe essersi trattato del gioco cattivo di una banda di ragazzi finito male? Non è un percorso che convince, per una serie di punti critici. Viene da chiedersi come avrebbero fatto degli adolescenti di 15-16 anni, senza auto, a far sparire un eventuale corpo da una zona centrale della Capitale. Possibile poi che tutti avessero avuto la freddezza di reggere ai lunghi interrogatori senza mai far trasparire niente? Difficile crederlo. Appare più probabile che dietro a questa storia ci sia una persona adulta, o quantomeno non adolescente, con le disponibilità per occultare la prova del suo misfatto e senza testimoni al suo seguito.

UN’INTERPRETAZIONE DEI FATTI

Per cercare di comprendere cosa possa esser successo quel 7 Maggio 1983 occorre ripartire dall’inizio. Perché la particolarità di questa storia terribile è che ci presenta una situazione che fa paura, una circostanza in cui il male si spinge oltre ogni limite fino a venire a suonare al campanello di casa.

Prendiamo in analisi la conversazione al citofono che venne riportata dalla madre agli inquirenti. L’iniziale diffidenza di Mirella quando risponde “Chi sei? Se non mi dici chi sei riattacco” porta a ipotizzare che il soggetto che citofona non si qualifica subito fornendo un nome e la ragazza si mette in allarme non riconoscendone la voce. Il che ci porta a un’altra considerazione: probabilmente non è qualcuno che lei conosce bene altrimenti lo avrebbe identificato dal tono, come capita a tutti noi con le persone con cui passiamo abitualmente parte del nostro tempo. E’ a questo punto che l’interlocutore gioca la sua carta, mettendo sul piatto i tempi delle scuole medie “Sei della terza media? Va bene, ma dimmi chi sei” e infine il nome di Alessandro con cui completa il suo raggiro per farle abbassare le difese.

Chi agisce in quel pomeriggio aveva probabilmente studiato l’azione in ogni minimo dettaglio, apprendendo in qualche modo dell’esistenza di Alessandro e di ciò che aveva rappresentato durante quel periodo della vita della giovane, in modo da sfruttare il suo nome per tendere la trappola. La porta via in un affollato sabato pomeriggio a Roma, nessuno nota niente di strano, forse non usa la forza ma riesce a convincerla a seguirlo da qualche parte. E’ plausibile che avesse chiaro in mente anche dove farla sparire visto che ad oggi non è mai stata ritrovata.

Tutto lascia pensare che si sia trattato di un piano sofisticato, un disegno infernale in cui niente è stato lasciato al caso, partorito da una mente diabolica che ha studiato la vittima e le sue vulnerabilità prima di agire. Non un’azione d’impeto ma qualcosa su cui aveva concentrato i suoi pensieri e le sue fantasie da tempo prima.

CONCLUSIONE

Non possiamo che terminare l’articolo ricordando Mirella, una ragazza di città che conduceva una vita regolare, figlia di due onesti lavoratori che hanno lasciato questo mondo senza sapere la verità sulle sue sorti. Mirella che esce di casa un sabato pomeriggio per fare un tragitto di 230 metri durante il quale si perdono le sue tracce.

Dopo più di 40 anni gli interrogativi restano appesi, resi invisibili da una catena che tiene ancora chiusa la porta dietro alla quale potrebbe trovarsi la soluzione del mistero. La sensazione è che non sia comunque troppo tardi e muovendo i fili giusti si potrebbe riuscire a fare luce sull’accaduto. Uno scenario che ci auguriamo possa verificarsi il prima possibile.

«Non sappiamo abbastanza dell’ignoto per poter dire che è inconoscibile.» ( G.K.Chesterton, William Blake)

FONTI

Spazio70 – Mirella Gregori: un misterioso biondo e la pista di S. Giuseppe al Nomentano

Spazio70 – Mirella Gregori e l’ultima fantasia: la pista dei coetanei

YouTube – Archivi e Dossier – Mirella Gregori. Cosa c’è dietro la scomparsa? (documentario)

IlSudEst – Mirella Gregori: la citofonata, la discoteca e la pizzeria

Articolo21 – Caso Gregori, i diari di Mirella e la soluzione in un nome: “Alessandro”

Articolo21 – Mirella Gregori: una verità in tre chilometri. L’ignoto “signore degli aperitivi” (1° parte)

Articolo21 – Mirella Gregori: una verità in tre chilometri. 2° parte: Quel misterioso biondo degli ultimi due mesi