Quando la Mosca incontra Frankenstein e Gregor Samsa

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Nel 2014 la casa editrice newyorkese W. W. Norton ha proposto a David Cronenberg di firmare la prefazione per la nuova edizione de La Metamorfosi, il celebre racconto dello scrittore praghese Franz Kafka. La scelta della casa editrice non risulta casuale e mira a sottolineare l’influenza ancora fervente del racconto kafkiano sulla cultura contemporanea, prendendo in considerazione il suo erede ideale, La Mosca.

Sebbene La Mosca sia tratto dal racconto The Fly di George Langelaan, si possono percepire gli echi della scrittura di Kafka nell’opera di Cronenberg. La Metamorfosi ha forgiato una nuova modalità di raccontare la storia di una creatura mostruosa, mostrando l’importanza che la caratterizzazione fisica assume nello sviluppo della storia ed esaminando le conseguenze che la trasformazione ha all’interno del contesto sociale, con gli inevitabili pregiudizi che essa fa scaturire. Sotto questa prospettiva La Mosca rende questo concetto ancora più moderno, dando ampio spazio visivo alla trasformazione mostruosa del protagonista e al modo in cui la società si trova costretta a comportarsi di fronte ad un acclamato scienziato che si sta trasformando in una figura sovrumana.

The Fly (1986) - Seth is Falling Apart

Nella sua prefazione Cronenberg sottolinea però anche le divergenze tra Gregor Samsa, lo sfortunato protagonista de La Metamorfosi e Seth Brundle, l’abile scienziato de La Mosca, osservando che nel racconto di Kafka non c’è spazio per gli elementi di science-fiction e i dibattiti sulla hubris legata all’avanzamento tecnologico che caratterizzano La Mosca. Dunque, sebbene le due opere convergano sulla fatale trasformazione dei protagonisti in un insetto mostruoso, le finalità narrative risultano notevolmente differenti nelle sue opere. Laddove Gregor Samsa si ritrova ad affrontare la mostruosa apatia familiare, Seth Brundle deve affrontare la propria assenza di empatia.

Da questo punto di vista Brundle ha molti più elementi di contatto con la hubris di Victor Frankenstein che con la surreale sfortuna di Gregor Samsa. Come Frankenstein, Brundle è un brillante scienziato affetto da una forte tracotanza, che lo spinge a voler superare i limiti della scienza pur di sfuggire alla condanna della propria mortalità. In entrambi i casi, sebbene le invenzioni dei due protagonisti si pongono in due posizioni differenti, una di spostamento e l’altra di risuscitamento della materia vivente, l’obbiettivo sembra vertere infatti in un’ottica di controllo della vita stessa. Entrambe le opere si interrogano, ognuna nel suo periodo storico, sulle conseguenze che si possono sviluppare di fronte ad un comportamento sfrenato verso lo sviluppo scientifico, laddove il cinismo arriva a prevalere sul buon senso. Ma se in Frankenstein creatura e creatore sono due figure distinte e complementari, ne La Mosca Cronenberg accorcia la parabola del doppio e trasforma Seth Brundle in un creatore che fa di se una creatura.

Si tratta di un modello narrativo già presente in Stevenson col Doctor Jekyll and Mr. Hyde, che aveva però una funzione di suddivisione dell’io, in cui si percepisce comunque un distacco tra le due facce del Doctor Jekyll. In questo caso ci si trova davanti ad un personaggio il cui lato mostruoso pervade anche l’aspetto esteriore, attraverso l’espediente kafkiano della trasformazione in insetto. Così, se nel romanzo di Frankenstein è la creatura e non il creatore ad assumere delle fattezze orrende, in La Mosca il lato mostruoso inizia a marcarsi attraverso il risalto della salivazione corrosiva e del comportamento istintivo. Da questo punto di vista si può marcare l’eco della scrittura di Kafka, che dà risalto nel racconto alle fattezze di Gregor Samsa e alla descrizione della conformazione dura e coriacea.

the homophobic bug scene from Naked Lunch

Può risultare alquanto intrigante notare che l’influenza di Kafka ritorna in Cronenberg in un altro film, il Pasto Nudo, ispirato all’omonimo racconto di William Borrough, il film vede come protagonista uno sterminatore di scarafaggi preso da allucinazioni visive, che vede le persone sotto forma di scarafaggi. Il tema dell’alienazione diviene più pregnante in quest’opera onirica, in cui l’elemento dell’assurdo kafkiano riecheggia molto di più che nell’esperimento de La Mosca. In un’ultima analisi, mettere a confronto tre creature differenti come quella di Mary Shelley, di Franz Kafka e di David Cronenberg, può risultare un azzardo anacronistico data la distanza temporale e tematica, ma l’elemento comune che segna una formidabile continuità culturale tra le opere risiede nella capacità di dare uno spessore umano a delle creature mostruose, che di umano non sembrano avere più nulla. Un formidabile espediente che continua ad affascinare a distanza di due secoli.