Le “Forgotten Tapes” di Giorgio Valletta: un tuffo negli anni ’90

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È del 13 giugno la notizia che entro la fine di quest’anno uscirà un “nuovo brano” dei Beatles. Lo ha dichiarato Paul McCartney in un’intervista rilasciata a BBC radio 4, ma non è di questo che voglio parlarvi, ma prendendo spunto dalla musicassetta -la famosa “For Paul” realizzata da John Lennon poco prima della sua tragica morte- da cui, grazie all’intelligenza artificiale, è stata estrapolata la voce di John Lennon, voglio parlarvi di musicassette dimenticate, per l’appunto di “Forgotten Tapes”.

Ma andiamo con ordine.

Giorgio Valletta, giornalista musicale (Rumore) conduttore radiofonico (Rai Radio 2, Popolare Network, Radio Flash, attualmente su Radio Raheem) e co -fondatore della rassegna torinese Club2Club ha realizzato il podcast “Forgotten Tapes” -attualmente alla sua seconda stagione- che si basa sul contenuto delle sue interviste registrate su musicassette, dapprima dimenticate e successivamente ritrovate in un borsone.

È proprio il caso di dirlo, chi (ri)trova una musicassetta, (ri)trova un tesoro; infatti, il merito di “Forgotten Tapes”, fresco vincitore della seconda edizione degli Italian Podcast Awards nella categoria Talk, risiede nel ritrarre gli artisti nei momenti fondamentali delle loro carriere.

Ci sono i R.E.M di “Out of Time”, (1991), l’album che li consacrerà definitivamente nel mainstream; i Massive Attack di “Protection”, (1994), il follow-up di “Blue Lines” l’album che contribuì a far approdare, musicalmente parlando, il porto di Brisol alle nostre orecchie;

I Blur di “The Great Escape” (1995), i Radiohead di “Pablo Honey” (1993) e via discorrendo.

Gli episodi sono dieci, ed alcuni di essi, ad esempio quelli dedicati a Polly Jean Harvey (PJ) e a Richard D. James (Aphex), si trovano sia nella versione originale che nella versione doppiata in italiano.

Tutto questo merito della cura editoriale di Teo Segale e Guido Guenci -entrato nella seconda stagione- che sbobinando queste “Forgotten Tapes” sono riusciti a creare delle puntate coese e ben settate, soprattutto grazie al merito di Giorgio Valletta che in un episodio della durata di mezz’ora -more or less perché la durata varia di puntata in puntata- ci porta dagli artisti raccontandoci dapprima i loro dubbi, le loro ambizioni e successivamente l’evoluzione delle loro carriere musicali.

Non sappiamo ancora quale sia il contenuto della valigetta di Pulp Fiction, ma sappiamo come il borsone ritrovato dal torinese Giorgio Valletta, abbia dei veri e propri tesori di documentazione e divulgazione musicale registrati su delle semplici musicassette.