L’inspiegabile omicidio di Duilio Saggia Civitelli

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Questa è la storia di uno dei casi più misteriosi della cronaca nera italiana. Una vicenda che per le sue caratteristiche sembra uscita dalla penna di uno scrittore di romanzi gialli.

Purtroppo non è così, perché l’omicidio di Duilio Saggia Civitelli è accaduto realmente e ha sconvolto la vita di molte persone che non hanno mai avuto risposte. Per questo è una storia che non va dimenticata e che merita di essere raccontata, come proveremo a fare in questo articolo.

Un delitto in stazione

12 Febbraio 1995, Roma. Sono passate da poco le 17 e alla Stazione Ostiense regna il silenzio. D’altra parte è una Domenica pomeriggio e come di consueto in quei frangenti la fermata è deserta o quasi. Niente di strano quindi, almeno in apparenza, fino a quando un ferroviere che sta svolgendo il suo turno di lavoro nota qualcosa di decisamente anomalo. Una sagoma distesa a terra nella banchina del binario 10. Giace supina con le gambe incrociate. Si avvicina per vedere meglio e scopre con sgomento che si tratta del corpo immobile di un signore, con una pozza di sangue dietro la testa e un livido sulla guancia sinistra. Viene immediatamente avvisata la Polizia.

Gli agenti arrivano sul posto, constatando il decesso dell’uomo. Si chiama Duilio Saggia Civitelli, 53 anni. Gli inquirenti pensano inizialmente a un incidente causato da un malore. Secondo le prime ricostruzioni Duilio si trovava sulla fermata ad attendere il treno quando improvvisamente sarebbe svenuto battendo la testa sul terreno.

Tuttavia il Commissario della Squadra Mobile di Roma non è convinto da questa versione e chiede di anticipare l’autopsia. Le analisi sul corpo dimostreranno che i suoi dubbi erano assolutamente fondati. Duilio è stato ucciso, freddato con un colpo di pistola alla nuca sparato probabilmente da un Revolver Astra Cadix. Il proiettile aveva attraversato il cranio infrangendosi sullo zigomo, dove appunto si era formato un ematoma.

Duilio aveva timbrato il biglietto alle 16:56 e si era messo ad aspettare il treno delle 17:25 diretto a Formia. Un treno su cui non salirà mai perché qualcuno lo sta osservando e ha deciso di porre fine alla sua esistenza. Un uomo-ombra che lo colpisce alle spalle, esplodendo il colpo ad almeno un metro di distanza.

Ma chi era Duilio Saggia Civitelli e perché è stato ucciso?

La vittima

Residente a Roma, Duilio Saggia Civitelli è un uomo tutt’altro che banale. La sua vita si potrebbe definire come un mosaico dalle varie sfaccettature.

In passato è stato rappresentante per una ditta di elettrodomestici, girava tra l’Abruzzo e il Lazio cercando di vendere i prodotti e spesso ci riusciva. Dopo diversi anni e avendo accumulato un bel patrimonio ( si parla di un miliardo e ottocento milioni di lire) all’età di 33 anni decide di licenziarsi. Da quel momento in poi sembra non abbia svolto altri mestieri, il suo conto in banca gli permetteva una vita agiata senza il bisogno di lavorare. Riesce infatti a comprare cinque appartamenti a Roma, uno dei quali lo utilizzerà soltanto per dar sfogo alla sua passione: il modellismo ferroviario. Duilio infatti è un grande appassionati di modellini di treni, rotaie e ferrovie. Li colleziona con cura e allestisce vere e proprie riproduzioni delle stazioni italiane ed europee. Ha girato anche alcuni paesi d’Europa per vedere dal vivo i vari luoghi e poterli così rappresentare fedelmente all’interno della sua amata collezione. Questa passione lo ha portato a conoscere la sua attuale partner. Tiziana, di 20 anni più giovane, ex moglie di un maresciallo dell’aeronautica. Duilio, che ha un particolare ascendente sulle donne, è già sposato da molto tempo. Non ha divorziato ma ha trovato un accordo con la coniuge per cui passa la settimana insieme alla compagna per poi tornare nel weekend con la moglie. L’uomo ha due figli, Fabio e Massimo. Li ha aiutati ad aprire un’agenzia investigativa, chiamata Terminal. Distribuisce i bigliettini in giro per Roma e ogni tanto li segue negli appostamenti, più per spirito protettivo che altro.

C’è poi un aspetto singolare che lo caratterizza: Duilio è solito scandire le sue giornate appuntando su dei fogli tutto quello che prevede di fare durante la giornata, anche le azioni più banali. Ogni singolo passaggio è riportato su carta, come una specie di cronaca anticipata della sua esistenza.

È evidente che, con una vittima dalla personalità così interessante, le piste da seguire siano molte. Torniamo adesso alle indagini.

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L’inchiesta

Gli inquirenti ricostruiscono l’ultimo giorno di vita di Duilio. L’uomo aveva già programmato tutto su uno dei suoi fogli, in maniera quasi ossessiva: “Uscire con Blu(il suo cane, ndr)”; “comprare Il Messaggero”; “tornare a casa”; “fare le coccole a Blu”; “obliterare il biglietto”; “salire sul treno”; “arrivo a Torvaianica”.

Nonostante questa stravaganza che in qualche modo lo caratterizzava, dagli appunti non emerge niente che esca fuori dalla sua routine: come di consueto aveva trascorso quel fine settimana con la moglie e la famiglia e come ogni Domenica pomeriggio si accingeva a prendere il treno per tornare a Torvaianica dalla compagna, nel loro appartamento.

Gli inquirenti tentano di scavare nel passato della vittima. Si concentrano su molti aspetti, uno dei quali riguarda il suo patrimonio. Da dove erano arrivati tutti quei soldi? Cosa aveva fatto l’uomo negli ultimi 20 anni?

Domande che restarono senza risposta ma che per i figli di Duilio hanno una spiegazione semplice che risiede nella liquidazione dal lavoro e su alcuni investimenti, i quali avevano fruttato e gli avevano consentito di godere di un certo benessere economico.

Un’altra pista che viene vagliata è quella dell’usura: la vittima nel corso della sua vita aveva accordato dei prestiti. Possibile che fossero a strozzo e qualcuno avesse deciso di vendicarsi? In realtà no, in quanto si scopre che quasi tutti i prestiti erano stati onorati. Soltanto in un paio di occasioni ci furono degli strascichi giudiziari, ma in un caso Duilio venne assolto mentre l’altro si concluse in un nulla di fatto.

Allora si analizza l’ipotesi passionale: gli agenti indagano sull’ex-marito dell’attuale compagna e apprendono che quest’ultimo aveva assunto qualche anno prima un investigatore privato per scoprire qualcosa di più sulla relazione tra Tiziana e Duilio. Non scoprì molto ma emerse anche che il maresciallo dell’aeronautica e Saggia Civitelli si conoscevano già prima di diventare rivali in amore. Disse che l’ex-rappresentante gli aveva confidato di appartenere ai Servizi Segreti, che aveva partecipato a una missione in Africa e che in casa possedeva due apparecchi telefonici, uno per le chiamate classiche e un altro per le telefonate top secret dei Servizi.

Un quadro che appare decisamente poco plausibile: probabilmente Duilio aveva formulato questi racconti per pavoneggiarsi davanti agli occhi dell’uomo.

Il maresciallo viene tenuto sotto controllo ma sul suo conto non viene fuori nulla: motivo per cui anche questa pista sfuma.

La Polizia cercò di approfondire molti scenari ma ognuno di essi si concluse in un vicolo cieco. Passano gli anni e il caso finisce tra gli irrisolti.

Anche i figli della vittima tentarono di dare una mano alle indagini. Si spesero molto per cercare di dare un volto all’assassino del padre arrivando a formulare un’ipotesi secondo cui Duilio sarebbe rimasto vittima di un pluriomicida alla ricerca del delitto perfetto, accomunando la vicenda ad altri due fatti: il tentato omicidio di una suora nel 2001 e l’uccisione di un paparazzo nel 2013. Tutti attacchi avvenuti di giorno, apparentemente senza movente, con un colpo di pistola alla testa.

Nel 2020, grazie al giornalista Fabrizio Peronaci, viene alla luce un elemento inedito. Risulta infatti che il giorno del delitto un tassista dette un passaggio a un uomo che voleva andare in via Mercalli. Il tizio sembrava piuttosto nervoso e controllava continuamente all’interno della borsa a tracolla che si portava dietro. Arrivato a destinazione fa fermare l’autista, paga 15.000 lire e scende dal veicolo senza neanche prendere il resto, come se avesse una certa urgenza. Il testimone lo descrive come un uomo di circa 45 anni, robusto, sul metro e settantacinque, con i capelli brizzolati e di carnagione olivastra. Sarà realizzato un identikit. Questo soggetto poteva avere qualcosa a che fare con l’omicidio? Oppure si trattava di un evento totalmente scollegato da quello che era successo quel pomeriggio?

Chi ha ucciso Duilio?

Di ipotesi ne sono state fatte molte nel corso degli anni, come spesso succede quando si parla di casi irrisolti.

Quello che appare plausibile è che l’omicida aveva studiato l’azione nei minimi particolari e in qualche modo era venuto a conoscenza delle abitudini di Duilio. Sapeva che quella Domenica si sarebbe recato alla Stazione Ostiense con largo anticipo come era solito fare, perché a lui piaceva respirare quei luoghi che rappresentavano la sua passione. Sapeva che a quell’ora sarebbe stata deserta o quasi, e quindi poteva agire indisturbato.

Forse il movente risiede in uno dei tanti aspetti che caratterizzavano la vita del signor Saggia Civitelli. Ma quando si parla di movente non si deve per forza pensare a chissà quali trame segrete. La cronaca ci insegna come purtroppo gli omicidi possano scaturire da motivazioni futili ma che allo stesso tempo nella logica dell’assassino appaiono di assoluta importanza. Litigate, screzi, invidie, incomprensioni a volte possono rappresentare la matrice di un delitto.

Il caso di Duilio Saggia Civitelli ci mette davanti all’imprevedibilità della vita e alla fragilità dell’esistenza. Un uomo che seguiva una routine rigorosa e che quel pomeriggio, mentre aspettava il treno, viene improvvisamente raggiunto da un colpo alla nuca che pone fine a tutto, da un secondo all’altro. Un killer fantasma che arriva e se ne va nel silenzio e di cui ancora oggi non conosciamo l’identità.

Un evento terribile che merita Giustizia, per la memoria di Duilio, per i suoi familiari e per tutte le persone che gli volevano bene.

Fonti:

Blu Notte – Duilio, Binario 10
Mostri senza nome – Roma – Il mistero del binario 10
Criminal Motive – Duilio Saggia Civitelli – Morte in stazione