Torino 1988: i casi irrisolti di Angela Telesca e Giorgia Padoan

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Casi irrisolti. Purtroppo sono molte le vicende della cronaca nera italiana rimaste appese a un filo, sospese in mezzo a una serie di interrogativi tuttora senza risposta. Esplorando queste storie, viene da chiedersi se tra alcune di esse possa esserci un filo conduttore che le renda in qualche modo collegate. A questo proposito, proveremo a ripercorrere la cronaca di due delitti avvenuti a Torino sul finire degli anni ‘80, nei quali emerge una singolare forma mentis da parte dell’assassino e dove le similitudini non possono lasciare indifferenti.

Giorgia Padoan

Giorgia Padoan è una ragazza di 20 anni che vive in un appartamento di Torino insieme alla madre. Studentessa di lingue all’Ateneo Magistero, si contraddistingue per il suo carattere socievole e aperto. Giovane raggiante e dall’aspetto grazioso, Giorgia ha molti amici che le vogliono bene e conduce una vita felice.

Purtroppo l’azzurro di questo cielo pacifico sarà destinato a interrompersi quando, durante un Martedì apparentemente regolare, arriverà un fulmine che tingerà tutto di un nero cupo e straziante.

9 Febbraio 1988. Sono le 14 quando Ivana, la madre di Giorgia, rientra a casa dal lavoro. Subito si accorge di un forte odore di gas all’interno della dimora. Successivamente vede la figlia, con le ginocchia a terra e la testa appoggiata sul divano, immobile. Tutto l’appartamento è stato messo a soqquadro. I rubinetti dell’acqua e del gas sono aperti, così come alcuni cassetti e l’anta di un armadio. Inoltre risultano essere stati sottratti dei gioielli e alcune banconote.

Ivana avverte immediatamente le autorità. Gli agenti, una volta arrivati sul posto, non possono che constatare la gravità dell’accaduto: la ragazza è deceduta. Le cose però sono diverse da come la scena lasciava apparentemente suggerire: Giorgia è stata uccisa, strozzata con quella che, a giudicare dai segni sul collo, sembra una catenina di metallo.

La vittima era in pigiama, gli abiti in parte strappati. L’ora del decesso viene stimata tra le 10 e le 11 del mattino. Nessun segno di violenza sessuale. Sul luogo erano presenti due tazzine di caffè, una parte di esso rovesciato a terra. Giorgia non era solita bere caffè al mattino, motivo per cui si presume lo avesse preparato per accogliere il suo ospite. Una persona che verosimilmente conosceva e che aveva fatto entrare in casa.

Cosa ha scatenato l’omicidio? Difficile capirlo. Quello che è certo è che la scena del crimine è stata alterata dall’assassino, il quale ha deliberatamente creato il caos all’interno della casa, simulando in parte un suicidio, in parte una rapina e in parte una tentata aggressione sessuale.

Gli inquirenti setacciano tutte le conoscenze di Giorgia, vengono interrogate molte persone ma non emerge niente di significativo. La ragazza aveva un diario che viene esaminato scrupolosamente dagli ispettori, ma tra i pensieri annotati all’interno dell’agenda non traspare nulla se non il ritratto di una ragazza pulita.

Anche i genitori della vittima fecero di tutto per tentare di scoprire la verità, il padre arrivò a offrire duecento milioni a chiunque avesse fornito informazioni decisive per la cattura dell’assassino. Un giorno l’uomo ricevette una telefonata “Sono stato io a uccidere. Non volevo farlo, ma l’ho fatto. Vado in questura a costituirmi” . In seguito nessuno si presentò in questura ma la chiamata venne comunque registrata e messa agli atti. Dall’altro capo del telefono c’era veramente il killer oppure era una perfida beffa di cattivo gusto?

Trascorsero gli anni e l’omicida di Giorgia Padoan diventò sempre più impalpabile, una figura di cui non si riuscivano a scorgere le fattezze. Sembrava impossibile ricostruire la verità su quel martedì mattina. Chi si era presentato a casa della ragazza lo aveva fatto probabilmente con un atteggiamento rassicurante nella fase iniziale, sembra che la ragazza in quei momenti non si aspettasse qualcosa di pericoloso. Nonostante gli sforzi degli inquirenti l’indagine raggiunse un punto di stallo.

Poi, improvvisamente, a 25 anni di distanza dal fatto, sembra arrivare la svolta quando la Procura di Torino iscrive nel registro degli indagati una persona. Siamo nel Febbraio 2013 e l’indiziato è un uomo di 47 anni, professore universitario, ex studente della stessa università di Giorgia. Pare che la sua voce fosse compatibile con quella registrata nella telefonata al padre della vittima. Tuttavia l’uomo sostenne di non aver mai conosciuto la giovane e per il giorno dell’omicidio aveva un alibi, trovandosi a lavoro. Alibi che venne comprovato quando insieme al suo legale presentò in Procura la busta paga di quel periodo, dove al 9 Febbraio 1988 risultava non avesse preso né ferie né permesso. Il professore uscì dall’inchiesta e la vicenda tornò nuovamente nel buio dove si trova tuttora.

Sono trascorsi trentacinque anni e l’unica certezza è che l’assassino di Giorgia è rimasto impunito. Un omicidio senza giustizia che ha lasciato cicatrici profonde.

Un delitto che presenta analogie con un altro triste caso di cronaca accaduto sempre a Torino e sempre nel 1988, ovvero quello di Angela Telesca. Vediamo adesso di approfondire quest’ultima vicenda.

Angela Telesca

Angela Telesca è una giovane di 20 anni, residente a Torino insieme ai genitori e ai fratelli. Da tre anni ha una relazione con un ragazzo che si chiama Nicola. Angela si riconosce per la sua chioma di lunghi capelli biondi che le dona un aspetto celestiale. Una ragazza tranquilla e seria, dedita al lavoro. Si guadagna lo stipendio facendo le pulizie in due appartamenti e aspira a diventare parrucchiera.

14 Novembre 1988. È Lunedì e Angela esce di casa per recarsi a casa dei Luzzati, una delle due famiglie dove lavorava. Prende l’autobus e arriva sul luogo pochi minuti prima delle 10. Entra nell’abitazione, in casa non c’è nessuno, così inizia a prepararsi per svolgere le sue mansioni. Alle 10:30 si sente al telefono con Sonia Luzzati, la quale le fornisce alcune indicazioni sulle attività di pulizia da fare. Poco prima delle 11 viene chiamata da una zia. La mattinata sembra scorrere in modo regolare e la situazione appare tranquilla.

Sono le 13:20 quando Sonia Luzzati torna a casa. Subito nota qualcosa di strano. Lo straccio e il secchio per pulire sono in mezzo al corridoio, come se il lavoro fosse stato improvvisamente interrotto. Si dirige verso il bagno e in questo modo fa una scoperta agghiacciante.

Angela giace inerme nella vasca da bagno, seminuda. Sopra a circa 20 centimetri di acqua fredda, sdraiata con la schiena appoggiata sulla vasca e la testa fuori dall’acqua. Il pavimento è bagnato e i vestiti della ragazza sono buttati per terra.

Sonia pensa a un malore o a un atto estremo della giovane, motivo per cui la tira fuori dalla vasca e cerca di rianimarla. Tuttavia la ragazza non si riprende, così Sonia consulta il medico, il quale decide di chiamare l’ambulanza. Arrivano i soccorsi e Angela viene portata in ospedale.

Successivamente la Polizia Scientifica giunge sul luogo, per tentare di far luce sull’accaduto. Ispezionano la casa. Sopra al letto viene rinvenuto un pezzo di orecchino, mentre sul pavimento del bagno sono presenti gli abiti bagnati di Angela, un guanto per le pulizie, un cerotto medico e la restante parte dell’orecchino trovato sul letto.

Si raccolgono le prime testimonianze, gli abitanti del palazzo dichiarano che quella mattina, intorno alle 11:30, qualcuno ha suonato all’appartamento dei Luzzati. Angela avrebbe aperto, probabilmente prima di farlo si sarebbe affacciata alla finestra del balcone per vedere chi fosse. Poco dopo che la persona era entrata nella casa, i vicini dichiararono di aver sentito del frastuono e alcune urla, tanto che si recarono davanti alla porta dell’abitazione per cercare di capire cosa stesse accadendo ma poi, credendo si trattasse soltanto di un litigio, tornarono sui propri passi.

L’impressione che la morte della ragazza non sia dovuta a un malore si fa sempre più consistente e quando arrivano i risultati dell’autopsia sparisce ogni dubbio. Angela è morta per asfissia da annegamento.

I risultati evidenziano che non aveva assunto nessun tipo di sostanza stupefacente o medicinale che potesse farle perdere i sensi, motivo per cui risulta improbabile la tesi del suicidio. La giovane è stata affogata.

Sul corpo sono presenti anche altri segni, una serie di lievi escoriazioni ed ecchimosi, disposte in maniera simmetrica sulla zona dorsale e sulle spalle. Altre leggere escoriazioni vengono rilevate sulle labbra e su una guancia. In prossimità dei polsi viene attestata la presenza di una sostanza grigia e appiccicosa, come la traccia di un cerotto. Probabilmente lo stesso cerotto rinvenuto sul pavimento del bagno. Un elemento bizzarro poiché Angela non aveva nessuna ferita in quella zona. È stato utilizzato dall’assassino? Come poteva essersi svolta quindi l’azione delittuosa?

Probabilmente l’omicida era conosciuto dalla vittima, o perlomeno si è presentato con una scusa con cui farsi necessariamente aprire. Pochi istanti dopo il suo ingresso nell’appartamento, è iniziata l’aggressione. Prima in cucina, dopodiché si è spostata in camera da letto. L’assalitore tenta un soffocamento e fa perdere i sensi ad Angela. Una volta che la ragazza è svenuta, le lega insieme i polsi con il cerotto e la trascina nella vasca da bagno dove la affoga. Infine le toglie i vestiti e li butta a terra, dispone il corpo della vittima in posizione sdraiata sulla schiena e con la testa fuori dall’acqua, in modo da simulare un malore o un suicidio.

Gli inquirenti iniziano a scavare nella vita della giovane in cerca di possibili indizi e tra gli scritti del suo diario emerge un rapporto piuttosto complicato con il fidanzato. La ventenne, secondo quanto riportato, scriveva di litigate piuttosto frequenti e in un paio di occasioni il ragazzo sarebbe passato alle mani. Il fidanzato diventa il principale sospettato tra gli inquirenti. Tuttavia per il giorno del delitto ha un alibi, si trovava a lavoro. Versione che viene confermata da numerosi testimoni. Nonostante ciò gli ispettori conservano dei dubbi sugli orari in cui era stato effettivamente presente sul luogo di lavoro, le testimonianze sembrano non combaciare tra di loro. Nicola viene tenuto sotto osservazione per diverso tempo ma non emerge niente che possa provare un suo coinvolgimento nella vicenda e l’alibi, seppure con qualche perplessità iniziale, alla fine regge.

Ancora oggi il caso di Angela resta irrisolto come quello di Giorgia. Tra queste due vicende ci sono alcuni elementi in comune che spingono a una riflessione.

Un solo assassino?

Giorgia e Angela, due ragazze, entrambe ventenni. Vengono uccise nello stesso anno e nella stessa città, in orario mattutino. Ci sono similitudini anche nelle azioni che il killer mette in pratica. Si introduce nelle abitazioni facendosi aprire, uccide le vittime con un metodo asfittico e poi manipola i cadaveri e la scena del crimine per sviare le indagini. Può essere soltanto un caso, ma fa sicuramente pensare il fatto che nella stessa area e nello stesso anno si verifichino due omicidi con queste caratteristiche particolari. Potrebbero essere stati commessi dallo stesso assassino? Qualcuno che agisce con una folle lucidità e che dopo aver tolto la vita alle vittime dispone un’accurata messinscena. In entrambi i delitti l’azione di staging appare particolarmente studiata, come se non fosse dettata dall’impeto del momento ma fosse proprio parte del progetto dell’omicida fin dall’inizio.

In mancanza di ulteriori elementi questa rimane soltanto un’ipotesi.

Qualunque sia la verità, ci auguriamo che nel prossimo futuro venga fatta giustizia su queste due tristi vicende purtroppo dimenticate. Giovani donne che hanno subito una fine terribile e la cui morte attende ancora risposte.

FONTI

senzalinea.it – Omicidio di Angela Telesca un caso ancora irrisolto

FidelityHouse – Torino, Giorgia Padoan uccisa 32 anni fa: il killer è ancora a piede libero

RaiTV – Il Giallo e il Nero: Chi ha ucciso Angela Telesca?

Alla scoperta dei segreti perduti di Torino – Laura Fezia

Florence International Radio – Cold case dimenticati-Angela Telesca e Giorgia Padoan-19 Gennaio – 2023

http://www.archiviolastampa.it/

https://archivio.unita.news/