L’incantevole Bruges: storia, attrazioni e misteri

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Bruges, in lingua francese o Brugge nella varante fiamminga del nome, è una città pittoresca del Belgio, capoluogo e centro più importante della regione delle Fiandre Occidentali. Il suo pregevole centro storico, ricco di edifici medievali e formato da suggestive isolette circondate da canali, nel 2000 è entrato a pieno merito tra i luoghi tutelati come patrimonio dell’umanità dall’organizzazione internazionale UNESCO.

Storia

La storia secolare di Bruges risale al periodo gallo-romano, in particolare al periodo successivo alla sconfitta dei Menapi da parte delle truppe guidate da Giulio Cesare nel I secolo a.C.. Durante la dominazione romana, tuttavia, il territorio di Bruges non assunse un ruolo fondamentale, scivolando sotto il controllo dei Franchi a partire dal IV secolo d.C. che, nell’amministrazione della città, cercarono di conservare un’impronta di continuità con la cultura latina, denominando il sito “Pagus Flandrensis”.  Nell’Alto Medio-evo, l’insediamento urbano rimase alquanto modesto e gli attacchi delle popolazioni straniere, specialmente le incursioni dei temibili Vichinghi, indussero Baldovino I, Conte delle Fiandre, a rinforzare le fortificazioni, rendendo una prospera città quello che in precedenza era stato soltanto un grande villaggio. Proprio in questo periodo furono coniate le prime monete, sulle quali era inciso il nome di “Bryggia” che gli etimologi collegano al sostantivo germanico “brucke”, che vuol dire ponte.

Nel 1128, per la prima volta, a Bruges fu proclamato “lo statuto cittadino”, a seguito dell’ingrandimento della città con la realizzazione di nuovi canali e di più salde mura. I lavori si resero necessari, in quanto già dal secolo precedente un progressivo “insabbiamento” stava precludendo alla città la via d’accesso diretta verso il mare del Nord. Ma, in un certo senso, la fortuna fu dalla parte dei cittadini, poichè nel 1134 una forte tempesta favorì il formarsi di un canale naturale in grado di collegare la città con il mare. Nel dodicesimo secolo, Bruges entrò nell’itinerario commerciale europeo, grazie al mercato tessile e della lana, reso fiorente anche dalla relativa stabilità politica della Contea delle Fiandre che poteva contare su importanti alleanze internazionali. In questo periodo cominciò la vera “epoca d’oro” della città, i cui mercanti stabilirono importanti relazioni finanziarie con la Scozia, l’Inghilterra e con le città della lega anseatica, di cui Bruges diventò l’avamposto occidentale. Tra la fine del tredicesimo e l’inizio del quattordicesimo secolo, Bruges iniziò ad intrattenere rapporti commerciali anche con Genova e Venezia, diventando uno dei principali centri di smistamento di merci tra il Mare del Nord ed il Mediterraneo. Questa particolare fioritura economica portò ad aprire quella che viene considerata la prima “borsa valori” esistente al mondo. Di seguito, per la sua ricchezza, Bruges fu dapprima attaccata dall’esercito del re francese Filippo il Bello, a cui i cittadini risposero con coraggio, trucidando e scacciando gli invasori, poi diventò uno dei più importanti motivi di contesa tra Francia ed Inghilterra durante la guerra chiamata dei Cent’anni. Quando il duca di Borgogna, Filippo il Buono, portò una delle sue corti anche a Bruges, attirando artisti, banchieri ed altre eminenti personalità dell’epoca, iniziò anche il declino della città, a causa del nemico più insidioso, l’insabbiamento che iniziò a coprire il canale di collegamento con il mare. Tale sciagura si rivelò preziosa per la vicina Anversa, i cui cittadini poterono approfittare della decadenza di Bruges per espandere i propri traffici commerciali.

Durante l’epoca storica, contraddistinta dall’aggettivo “moderna”, l’economia di Bruges non rifiorì come in passato, nonostante alcuni mercanti locali vi avessero impiantato una suggestiva e ben congegnata industria del merletto. La città assunse, con il passare del tempo, la fama di luogo pittoresco,  ma anche oscuro e sonnolento, tanto da essere celebrata nel 1893 dallo scrittore Georges Rodenbach, con un romanzo dal titolo “Bruges, la morte”. Nel ventesimo secolo, il turismo e la costruzione del porto di Zeebrugge, ampliato soprattutto tra gli anni Settanta e gli Ottanta, hanno ridato colore e vitalità al capoluogo delle Fiandre Occidentali, ridestandola da un sonno durato secoli.

Morfologia e attrazioni

Come si accennava in precedenza, il centro storico di Bruges presenta ancora oggi la caratteristica architettura medievale, resa fiabesca dai numerosi canali che circondano i quartieri della città, al punto da far meritare al capoluogo delle Fiandre, il prestigioso ed ambizioso titolo di “Venezia del nord”, titolo peraltro che si contendono varie metropoli del Nord Europa, come Amsterdam e Stoccolma. I suggestivi canali, chiamati “reien”, oggi solcati da piccole imbarcazioni ed ammirati dai turisti, erano in passo adoperati come vie di transito per gli scambi commerciali. Il cuore pulsante di Bruges è la piazza del mercato, il “Markt”, dove erano allestite le fiere a partire dall’XI secolo, quando iniziò l’epoca aurea della città fiamminga. Sulla piazza si affaccia un edificio che, nel corso dei secoli, è diventato il simbolo di Bruges: il famoso Belfort, cioè la torre civica edificata nel tredicesimo secolo che contiene un meraviglioso meccanismo a carillon formato da ben 47 campane. La cima della torre, con i suoi 83 metri di altezza, offre una vista a 360 gradi dell’intera città. La piazza del mercato ha un aspetto inconfondibile: gli edifici si presentano rivestiti di vivaci colori pastello e sovrastati da guglie appuntite, tipiche dello stile fiammingo. Un’altra piazza magica è la cosiddetta “Burg” che ospita l’attuale Municipio, sorto sui resti dell’antico castello dei Conti delle Fiandre, costruito in stile gotico-olandese, nonchè la Basilica del santo sangue, nella quale, seconda la leggenda, sarebbe conservata una reliquia di valore inestimabile, ossia un frammento del tessuto che avrebbe utilizzato Giuseppe di Arimatea, per asciugare il sangue dopo la crocifissione di Gesù e poi portata in Europa da Teodorico di Alsazia, conte delle Fiandre. Nella “silenziosa” Bruges, dove il tempo sembra essersi fermato, vi sono molteplici luoghi di culto, ciascuno dei quali racconta una storia artistica e religiosa propria. La Cattedrale di San Salvatore, ad esempio, la cui edificazione durò circa trent’anni, tra il 1250 ed il 1550 circa, può vantare il primato di essere la chiesa gotica in mattoni più antica dell’intero Belgio, mentre la Chiesa di Nostra Signora, costruita secondo la metodologia artistica brabantina, conserva una scultura di Michelangelo, la Madonna con il bambino, realizzata con l’impareggiabile marmo di Carrara. Tra  le chiese, merita una menzione particolare, la Chiesa di Santa Valpurga, per i rituali pagani la cui denominazione chiaramente rievoca e che, in età barocca, ospitò anche un collegio dei Gesuiti.

Per gli amanti dell’arte, il Gruuthusemuseum, situato all’interno di un elegante palazzo medievale, è il luogo ideale per immergersi nei modelli culturali fiamminghi. Un tempo, il palazzo era abitato dalla ricca famiglia dei Gruuthuse, opulenti mercanti che controllavano il commercio della birra nel territorio delle Fiandre. Il museo conserva arazzi, mobili ed altri antichi tesori, di cui alcuni risalgono perfino al tredicesimo secolo. Tra le opere presenti, mi ha colpito in particolare il trittico del giudizio di Hieronymus Bosch, un’opera ad olio presente nella cappella del palazzo, dove i gestori del museo hanno messo a disposizione alcune sedie pieghevoli, affinchè i visitatori possano fermarsi a contemplarla con calma e concentrazione. L’atmosfera romantica di Bruges raggiunge l’apice nel parco che circonda il “Minnewater Lake”, comunemente conosciuto come “il lago dell’amore”. Lo specchio d’acqua è attraversato dai canali e costeggiato da sentieri, dove si respira un’aria salubre al contatto diretto con la natura. Nel lontano passato, il lago costituiva il porto d’approdo delle navi mercantili che trasportavano lana e spezie, luogo di scambi tra mercanti, ignari che un domani sarebbe diventato una località fiabesca, grazie al paesaggio circostante.

Bruges è una città piena di misteri e ricca di leggende, a cominciare dal curioso soprannome che è attribuito ai suoi abitanti: “Brugse Zotten”, che letteralmente significa “i pazzi di Bruges”. Tale espressione, secondo gli storici, risale al periodo dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo che, dopo la morte di sua moglie, assunse la reggenza dei Paesi Bassi, aumentando le tasse. I cittadini non gradirono gli abusi del nuovo sovrano e quando questi si recò in visita a Bruges, lo imprigionarono, ma dovettero presto liberarlo. L’imperatore minacciò pesanti sanzioni proibendo che si organizzassero feste e mercati. Allora gli abitanti, per placare la sua ira, allestirono in suo onore un grande festival, facendo sfilare per le strade un corteo di buffoni. Dopo la solenne celebrazione popolare, Massimiliano concesse l’autorizzazione a riprendere le consuete attività cittadine e diede il via all’apertura di un nuovo ospedale psichiatrico. Sembra che l’imperatore, colpito dall’atteggiamento così ondivago degli abitanti di Bruges, abbia pronunciato la frase: “Chiudete le porte di Bruges ed avrete il vostro manicomio”. Abbiamo già accennato alla fama di Bruges, come la “morta”, grazie al romanzo di Rodenbach. Il racconto fu pubblicato sul quotidiano “Le Figaro” a puntate nel febbraio del 1892. Nella narrazione, emerge una Bruges onirica e struggente, a cui si unisce il mito di Euridice, in un crescendo di poetica decadentista e di simbolismo iniziatico. Di recente, Bruges è stata scelta come sfondo di una pellicola cinematografica: “In Bruges-La coscienza dell’assassino”, presentata al Sundance Film Festival del 2008.

Bruges, come capoluogo delle Fiandre, è profondamente legata alla pittura fiamminga ed, in particolare, ad uno dei suoi esponenti più illustri e misteriosi, Hieronymus Bosch, come abbiamo già avuto modo di anticipare. La personalità di Bosch è quella tipica di un artista che attingeva ad un immaginario vivace ed originale, senza per forza doversi rifare ai canoni dell’antichità classica. Tra le sue opere più celebrate, vi è proprio il “trittico del giudizio”, conservato nel Groeningemuseum di Bruges. L’opera, datata intorno al 1489, quando si presenta “chiusa”, mostra a sinistra Gesù e a destra un manipolo di soldati, mentre è interrotta nelle cornice centrale, anche se in origine era dipinta pure in quella parte. Il trittico “aperto”, invece, presenta Gesù Cristo giudice in una sfera celeste, affiancato da angeli e da apostoli, mentre al di sotto si svolge il giudizio con la relativa punizione dei peccatori che si collega al pannello destro, dove è situata la città infernale. A sinistra, al contrario, appare il paradiso, dove i prescelti sono traghettati su una barca verso l’Eden, dove si scorge una torre che intende rievocare la fontana della giovinezza. Suggestivo e terrificante è lo scomparto centrale, dove si notano demoni-insetto intenti ad infliggere pene ai dannati, come il rosolamento allo spiedo, la consegna di cibi disgustosi ed altre torture che derivano da alcuni popolari proverbi fiamminghi.

Tra i luoghi più misteriosi di Bruges, la “Poortersloge”  (Loggia dei Borghesi), spesso passa inosservata, pur trovandosi in prossimità del centro cittadino. Si tratta di una costruzione risalente al quindicesimo secolo, dove i notabili della città, i “borghesi” appunto, si riunivano per discutere degli affari più importanti. Nell’edificio vi è una nicchia che contiene la statua dell’Orso di Bruges, il simbolo del capoluogo delle Fiandre. La simpatica raffigurazione viene vestita a festa per le occasioni speciali. Secondo una leggenda, nel IX secolo ad attendere Baldovino, Conte delle Fiandre, nella città di Bruges, fu proprio un grosso orso bruno. E’ probabile che il nobile abbia raccontato di aver incrociato all’ingresso della città, allora poco più di un villaggio, il fiero animale e che quell’incontro gli avesse ispirato fiducia e successo per le imprese future, considerando l’antica simbologia che lega l’orso alla tenacia ed alla caparbietà. La “Loggia dei borghesi” ha cambiato varie funzioni nel corso del tempo, trasformandosi prima in Accademia per le Belle Arti, poi in Archivio di stato ed attualmente funge da importante sito di esposizione di opere d’arte contemporanee, ospitando la “mostra triennale” di Bruges.

La città belga può vantare molti parchi, di cui alcuni nascosti ed isolati. Sdraiarsi nei pittoreschi parchi della città fiamminga è un’esperienza senza dubbio suggestiva, anche se il clima piuttosto piovoso non permette di indugiare spesso sui prati ben curati. Ho trovato molto interessante il giardino che circonda la “Gezellehuis”, italianizzata in “Casa Gezelle”, un museo dedicato alla vita ed alle opere di Guido Gezelle, uno dei più conosciuti poeti fiamminghi vissuto nel diciannovesimo secolo. Il giardino è davvero meraviglioso ed ospita un’opera di Jan Fabre, denominata “L’uomo che ispira altri”. Proseguendo oltre il giardino, si arriva al canale Ringavvart, uno dei corsi d’acqua principali dell’area cittadina, dove si stagliano ben quattro mulini a vento, di cui uno soltanto è ancora funzionante, il Sint-Janshuis. Osservando la città dall’esterno, si nota come i terrapieni formino una continua e ben delineata cintura verde continua, dove è piacevole passeggiare a piedi oppure andare in bicicletta. Bruges, allora, appare sospesa sull’acqua, con il suo fascino di centro di cultura medievale, tra i meglio conservati d’Europa.