Tre ragioni per attendere Memento Mori dei Depeche Mode

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Manca meno di una settimana all’uscita di “Memento Mori” dei Depeche Mode, uno degli album più attesi della spring/summer musicale del 2023 ed in generale dell’anno.

Le ragioni sono diverse. Vediamole insieme.

1) Dave & Martin: sempre più vicini

“Memento Mori” è il primo album della band di Basildon post-Andrew “Fletch” Fletcher.

La sua scomparsa ha portato una riconsiderazione del rapporto tra Dave Gahan e Martin Gore che, complice Fletcher, era più distante e mediato per l’appunto dalla sua presenza.

2) “Memento Mori”: ricordati che devi morire, ma prima di tutto vivere.

“Ghost Again” è stato il singolo apripista dell’imminente quindicesimo album in studio dei Depeche Mode, e fin dai primi ascolti e commenti, si è percepita quella “gioiosa malinconia” che, come  fosse una dichiarazione d’intenti e seguendo alla lettera il titolo del disco, ci ha portato a fare i conti con la nostra mortalità.

A tal proposito, in una sorta di diario istantaneo che ha tenuto per Billboard Italia, Marta Salogni ha dichiarato:

“L’atmosfera è stata di fratellanza, consapevolezza e voglia di costruire qualcosa di speciale. Il tema del disco è la morte. O meglio, “ricorda che devi morire”, quindi forse dovrei dire che il tema del disco in un certo senso è la vita”.

3) Chi è Marta Salogni?

Classe 1990, bresciana, ma londinese d’adozione -dato che nella city vi risiede dal 2010- è una produttrice e sound engineer. Il suo curriculum vanta premi come Best Producer in UK 2022 e già Breakthrough Engineer nel 2018 e Breakthrough Producer nel 2020 per la MPG (Music Producers Guild) e collaborazioni con Björk, Bon Iver, David Byrne, The XX e per l’appunto il side project di Dave Gahan: i Soulsavers dove Marta Salogni incrociò la sua strada con il frontman dei Depeche Mode. Poi, un anno fa, la chiamata da James Ford.

Sempre da Billboard Italia:

“Nella primavera 2022 ho ricevuto una mail da James Ford, produttore del penultimo e ultimo disco dei Depeche Mode. C’era scritto: “Posso chiamarti? So che ora ti occupi principalmente di produzione e mixaggi, ma volevo chiederti se fossi interessata a fare da ingegnere per le registrazioni del nuovo disco dei Depeche Mode” poi continua dicendo “Avevo incontrato Dave attraverso i suoi dischi con i Soulsavers, per i quali avevo fatto da assistente di mixaggio quasi dieci anni prima (Angels & Ghosts) e poi da mixer (Imposter) del 2020. Conosco bene la sua voce: certo, da ascoltatrice, ma soprattutto da professionista, avendo avuto la possibilità di lavorarci per due dischi”.

Anche questa volta in un disco dei Depeche Mode c’è l’Italia – nei Logic Studios di Milano i Depeche Mode tennero alcune sessioni di registrazione legate all’album dell’epoca, Violator (1990)- con Marta Salogni che porta in alto quel 5% mondiale delle produttrici/ingegnere del suono.

«A livello mondiale le donne produttrici e/o ingegneri del suono sono il 5% del totale. È essenziale che aumentino, perché a mio parere l’arte e la musica dovrebbero rappresentare la società e farsi portavoce delle categorie di persone che la compongono. Il ribilanciamento del gender nell’industria musicale servirà a spronare sempre più ragazze a buttarsi in questo campo, la mia speranza è che in un futuro non lontano non si debba nemmeno più discutere di questa istanza».

Rolling Stone Italia, intervista di Raffaella Oliva

Tra le ragioni dell’hype per “Memento Mori” c’è la partecipazione di un guest d’eccezione: Richard Butler degli Psychedelic Furs che assieme a Martin Gore ha firmato quattro dei dodici brani del disco, tra cui la già citata “Ghost Again”.

Le premesse ci sono tutte,  non ci resta che attendere che passino questi ultimi giorni di attesa per ascoltare poi “Memento Mori”, un remainder magari poco raccomandabile, ma necessario e vitale. Segnatevelo…il disco s’intende.