Both Sides Now: il sole di Joni Mitchell

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Un giorno sul palco del Newport Festival si presentò una signora canadese che sembrava non dovesse più cantare; sette anni prima un’aneurisma le si era riversato addosso, lasciandola in balia della sua condizione fisica.

Sette anni dopo però, dopo essersi lasciate alle spalle quelle nuvole che  il tempo le aveva presentato, Joni salì sul palco e vedendole davanti a sé ne riconobbe alcune che assomigliavano a castelli fatti di gelato, quindi sorrise e cominciò a cantare:

“Strisce e cascate di capelli d’angelo
e castelli fatti di gelato nell’aria
e canyon fatti di piume per ogni dove
Io vedevo in questo modo le nuvole”

Mentre cantava come poteva, ripensava a tutte le nuvole che aveva spinto un po’ più in là dal suo orizzonte.

Intanto i musicisti e le coriste che l’accompagnavano, vedendola sul trono in una posa che non avrebbe sfigurato in un suo autoritratto, avevano gli occhi lucidi; Joni stava cantando una canzone scritta a 26 anni, mentre adesso ne aveva 78, ed avendo vissuto both sides della vita, non aveva cambiato il suo approccio all’esistenza: “Non devi dar via te stessa (…) qualcosa è andato perso, ma qualcosa si è guadagnato nel vivere ogni giorno”.

Il brano andava avanti e l’emozione si percepiva negli occhi degli spettatori: stavano assistendo ad una magia; quella della passione per la musica, con il mantra pucciniano: “Vissi d’arte, vissi d’amore”.

Anche quel giorno Joni visse guadagnandosi la giornata, ma la cosa più bella fu a brano terminato: pensò come anche a 78 anni, ancora non aveva capito la vita, ma poco importava, quello che contava era lasciarsi alle spalle le nuvole ed esplodere in una risata fragorosa.