Una nota è meglio di due, e nessuna è meglio di una. Questo è il senso e il filo conduttore compositivo di un album stupendo: Laughing Stock dei Talk Talk.
Il primo brano Myrrhman è già magia: accordi liquidi e riverberati e l’inconfondibile voce di Hollis che sottolinea i versi “Place my chair at the backroom door”. Anche noi ascoltatori entriamo piano, dalla porta sul retro, perché la musica che ci arriva bisogna seguirla con attenzione, nei suoi vuoti, nelle macchie impressioniste di suoni, nei suoi accenni di tromba e di percussione.
Lentamente intravediamo l’orizzonte calmo e rarefatto, astratto ed etereo; ancor più lentamente nuotiamo nel mare di archi sottili e levigati sui quali un oboe, come una barca a vela lontana, tratteggia una melodia di profonda malinconia.
Rimaniamo ipnotizzati da questa armonia celestiale, che oscilla tra slowcore e post-rock.