Ferro: un documentario che è un invito ad amarsi

Posted by

Il documentario che stavo vedendo su Amazon Prime è terminato e sono rimasto piacevolmente sorpreso: non pensavo che una celebrità del genere riuscisse a raccontarsi in un modo così semplice e sincero. In Ferro, Tiziano Ferro ha raccontato la sua storia, concentrandosi però sul suo periodo più buio: l’inattività tra Il Mestiere della Vita e Si Accettano Miracoli. Aveva capito che non poteva più andare avanti a bere per riempire i suoi vuoti esistenziali, ma quella maledetta insicurezza gli aveva fatto credere di trovare la serenità in fondo ad un bicchiere e invece no. Per trovarla doveva imparare a volersi bene e lavorare su di sé.

Fortunatamente la sua vita tranquilla a Los Angeles, l’amore per Victor Allen -dietro ad un grande uomo ci può essere anche un grande uomo- il sostegno dei suoi amici e del suo manager -Fabrizio Giannini- che non lo ha abbandonato vendendolo al miglior offerente, gli ha permesso di lasciarsi alle spalle questo incubo. Non è un caso che il film documentario diretto da Beppe Tufarulo inizia con Tiziano Ferro che recita un passo della Preghiera della Serenità, la preghiera che si recita durante gli incontri degli Alcolisti Anonimi. Stacco. Siamo all’interno di uno di quegli incontri, dove i partecipanti si presentano ammettendo di essere degli alcolizzati fino a che la macchina da presa non si ferma davanti a lui. Così inizia Ferro, per poi spostarsi sulla presentazione del suo ultimo album Si Accettano Miracoli. Era il 21 novembre del 2019, e al Fabrique di Milano Tiziano Ferro incontrò i fan per lanciare il suo album quello della sua rinascita, non artistica, ma personale.

Ferro - Teaser Ufficiale | Amazon Prime Original

Dopo tanto patire e tanta insicurezza, è riuscito a ridimensionare i suoi mostri, a tenerli a bada e a rendere più forte la sua sensibilità. È per questo che Tiziano Ferro è così attivo e impegnato di fronte ad ogni atto di bullismo, o wordshaming, non so se esista questa parola, ma non ne trovo altre per descrivere l’abominio di utilizzare parole solo per fare male. Le parole possono uccidere e se qualcuno vi dice che non è vero, non gli date retta. L’insicurezza è stata il suo demone madre e per troppo tempo la sua coperta di Linus. Fin da quando era un’adolescente sovrappeso di Latina, Tiziano veniva costantemente bullizzato dai suoi coetanei perché ai loro occhi non era bello e abbastanza virile. Ma come tutti gli insicuri Tiziano riuscì a trovare il suo rifugio, la sua isola felice: la musica. Dapprima cominciando come speaker nelle radio locali, poi come corista per i Sottotono e partecipando all’Accademia di Sanremo, fino a quando Alberto Salerno e Mara Maionchi non notano quel ragazzo di sedici anni e lo mettono sotto contratto. Da lì in poi tutto in ascesa: il disco d’esordio, Rosso Relativo, il successo stellare che in poco tempo lo catapultò dalle serate nei locali, a riempire lo stadio della sua città.

Tutto questo metterebbe alla prova chiunque, figuriamoci un ragazzo di provincia. E qui rientra in scena l’insicurezza, il malessere: questa volta è la bulimia, che lo fa dimagrire a dismisura trasformandolo in un sex symbol e innescando così altre insicurezze. Italiano e per di più di successo, Tiziano doveva per forza avere una donna, mostrare il suo essere macho, ma non lo era e pur non avendo nessuna colpa per questo, iniziò a sentirsi frustato e a nascondersi, sopratutto da se stesso. Come se non bastasse iniziò a bere: credeva potesse riempire il suo vuoto esistenziale, invece lo trascinò fino al classico punto di non ritorno. Questo può succedere a chiunque, non solo a Tiziano Ferro, ma che una personalità e una celebrità del suo calibro ci abbia messo la faccia non è da tutti. In una società come la nostra e in un paese non propriamente dalle grandi aperture mentali, come l’Italia, sensibilizzare è una missione ed un “dovere”.

Lui stesso ha raccontato come un ragazzo si sia convinto nell’iniziare il programma dei dodici passi perché ha visto lui, una celebrità apparentemente invincibile, ammettere la sua debolezza. Questo documentario è un inno ad amarsi, perché solo iniziando a farlo si può proiettare la propria felicità e il proprio amore a qualcun altro. Victor Allen, suo marito, è stata l’ancora di salvezza di Tiziano e il porto che cercava da troppo tempo. La loro è una vita semplice, di piccole cose e senza la costante presenza dei riflettori. È il prezzo della celebrità, d’accordo, ma se a questo prezzo la vita deve passare in secondo piano, bisogna correre ai ripari. L’amore lo ha salvato, per questo Tiziano ha voluto essere un monito cercare di essere d’ispirazione per “salvare” quante più vite possibile. Ma come dice un vecchio detto popolare: “aiutati che Dio ti aiuta”. Già, Tiziano questo lo sa e per quanto abbia vinto la sua battaglia, è consapevole come per consolidare la sua conquista debba lottare ogni giorno. Non è esente in quanto celebrità.

Per questo, ma anche per tanto altro, vedetelo e fatelo vedere Ferro. Vi sentirete meglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.