Some kind of peace: l’album di Ólafur Arnalds nell’anno più difficile

Il 2020 è iniziato con gli incendi in Australia. Ettari ed ettari di terreno andati in fumo e quasi un milione di animali morti tra le fiamme. Le tensioni tra USA e IRAN e l’improvvisa scomparsa di uno dei più grandi del basket K.Bryant .

L’arrivo della pandemia ci ha catapultato poi in un mondo nuovo. Un mondo fatto di paura e terrore, un mondo caotico e restrittivo, che ha sconvolto la nostra routine quotidiana, il nostro modo di vivere e messo in dubbio quello che davamo per scontato.

Ma in questo stesso mondo il 6 novembre è uscito Some kind of peace di Ólafur Arnalds. Un album che mira a riportare un pò di calma in un mondo caotico.

Ólafur Arnalds è un musicista islandese e nel suo studio nel porto di Reykjavik ha composto ed inciso questo disco, avvalendosi delle collaborazioni di Bonobo, JFDR, e Josin.

Spiral

L’album secondo Ólafur, vuole portare l’ascoltatore verso un piccolo momento di pace, perchè come spiega lui stesso, “negli ultimi mesi abbiamo capito che nonostante le nostre migliori attenzioni e precauzioni,i nostri piani migliori saranno sempre sconfitti dal caos.

Questo album è perfetto da ascoltare quando ancora siamo sul letto sotto le lenzuola aspettando che sorga il sole, o durante una passaggiata tra i boschi .

Il disco contiene 10 tracce,ognuna di esse è una luce, che ci illumina la via nella notte buia verso casa. Album intimo e minimal, ma a differenza di altri lavori dell’autore questo disco risulta caldo,

con l’elettronica che accompagna timidamente gli archi ed il pianoforte .

Ascoltando questo disco non si può che notare l’incredibile abilità di Ólafur nel riuscire a portarci fuori per quasi 40 minuti dalla frenesia dei nostri giorni.

Un mix ben amalgamato di musica ambient,classica ed elettronica, che ci proietta verso un unico paesaggio sonoro.

Some kind of peace è un disco semplice ma raffinato,non pretende nulla ma trasmette tanto. Non resta che ascoltarlo per rilassarsi un pò e dimenticare il Covid monotema dei nostri giorni.

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