La storia di Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee

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Jeffrey Dahmer è uno dei serial killer più noti del panorama mondiale. I suoi omicidi sono tra i più feroci mai realizzati. Le vittime, tutti giovani uomini che hanno avuto la sfortuna di imbattersi in lui, andando incontro ad un tragico destino.

Infanzia e adolescenza

Jeffrey Dahmer nasce nel 1960 a Milwaukee, da una famiglia medio-borghese. All’età di sei anni si trasferisce in Ohio, dove comincerà a sviluppare un carattere chiuso e solitario. Con il passare del tempo Jeffrey manifesta una strana passione per i resti di animali morti. Inizia così a raccogliere le piccole carcasse, sezionandole e conservandone gli scheletri.

Gli anni passano e all’età di quattordici anni ha il primo rapporto sessuale con un ragazzo del quartiere. Dahmer non parlerà mai della sua omosessualità in famiglia. Nel frattempo comincia ad abusare di alcolici e a sviluppare in segreto un’ attrazione sessuale per i cadaveri, che farà da preludio ad una serie di orribili crimini.

Gli omicidi

18 Giugno 1978. I genitori di Jeffrey hanno da poco divorziato e lui deve rimanere alcune settimane da solo nella casa di famiglia. Approfittando di questo momento, decide di uscire di casa e fare un giro in macchina.

Sulla sua strada incontrerà un autostoppista, Stephen Hicks, di 19 anni. Dahmer lo carica in macchina e lo invita a casa sua per bere una birra. Il ragazzo accetta, i due si recano nell’abitazione a bere, tutto sembra filare liscio fino a quando Stephen manifesta la sua intenzione di andarsene, in quanto si stava facendo tardi. Jeffrey cerca di persuaderlo a rimanere ma il ragazzo rifiuta, a questo punto si scatena la furia omicida di Dahmer, il quale lo tramortisce con un manubrio e lo strangola. Subito dopo si masturba sul cadavere, dopodiché lo smembra e seppellisce i resti nel bosco dietro la casa.

In seguito al primo omicidio Jeffrey continuò senza alcun rimorso a vivere la sua vita, consapevole del fatto di non essere minimamente sospettato. Si arruolò nell’esercito, trasferendosi in Germania, fino a che non venne congedato per i suoi problemi di alcolismo. Tornò negli Stati Uniti, dove si trasferì a vivere a casa della nonna. Passeranno diversi anni prima che metta in atto il suo secondo delitto.

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15 Settembre 1987. Dahmer incontra in un locale gay Steven Tuomi. I due passano la serata insieme in albergo, fino a che Jeffrey decide di mettere in atto il suo piano, strangolando a morte la vittima. In seguito nascose il cadavere in una valigia e lo portò a casa sua, dove lo smembrò e infine, dopo aver messo i resti in dei sacchetti della spazzatura, li gettò tra i rifiuti.

Da questo momento in poi la furia omicida di Jeffrey Dahmer prenderà il sopravvento, rendendolo protagonista di altre 15 brutali uccisioni.

Il 17 Gennaio 1988 uccide James Doxtator, un ragazzo di 14 anni, con lo stesso modus operandi del precedente delitto. Poco più di due mesi dopo, il 27 Marzo, Jeffrey si ripete, stavolta ai danni di Richard Guerrero, 23 anni.

Nel Settembre del 1988 Dahmer viene allontanato da casa dalla sua nonna, la quale non era più disposta a tollerare i suoi comportamenti, lamentandosi anche del cattivo odore che proveniva dalla cantina. Proprio in quei giorni adesca un ragazzo di 13 anni, che fortunatamente riesce a sfuggirgli. Jeffrey viene denunciato per violenza sessuale e condannato a 10 mesi di ospedale psichiatrico. Scontata la condanna torna a vivere nell’abitazione della nonna.

Il 25 Marzo 1989 conosce in un bar Anthony Sears, 24 anni, che decide di seguirlo in casa dopo la serata. Purtroppo la sua sorte sarà la stessa delle precedenti vittime.

Nel Maggio 1990 Dahmer si trasferisce a vivere da solo in un appartamento di Milwaukee, dove intensificherà ulteriormente la sua attività omicida. Da Giugno 1990 a Luglio 1991 Jeffrey mieterà 12 vittime, tutti giovani ragazzi che vengono attirati nella sua abitazione, dove il killer segue un preciso modus operandi . Prima vengono drogati, dopodichè Dahmer li strangola a morte. L’assassino compie atti di necrofilia sui cadaveri. Successivamente seziona i corpi con una sega per poi conservarli in frigorifero e mangiarli.

Un soggetto malato e perverso, con un disegno criminale studiato nei minimi particolari. La sua scia di sangue sembra inarrestabile, ma fortunatamente, dopo diciassette vittime, arriverà ad un epilogo.

Il 22 Luglio 1991 Dahmer adesca Tracy Edwards, un ragazzo di 32 anni conosciuto pochi giorni prima. Una volta portato a casa Jeffrey gli somministra del sonnifero, lo ammanetta ad un braccio e lo porta nella camera da letto. Tracy si accorge subito delle foto sulla parete, che ritraggono dei cadaveri smembrati. Edwards riesce a colpire l’aggressore e a fuggire, imbattendosi in una pattuglia della polizia, a cui racconta subito i fatti.

Gli agenti si recano a casa di Dahmer per effettuare una perquisizione, trovandosi così davanti ad uno scenario terrificante. Resti umani conservati nel frigorifero, teschi umani dipinti su uno scaffale, teste e mani all’interno di pentole, peni conservati in formaldeide.

Jeffrey Dahmer viene immediatamente arrestato.

Il processo

Il processo inizia il 30 Gennaio 1992. Dahmer rimase impassibile durante quasi tutte le udienze, rilasciando soltanto una dichiarazione:

“Vostro Onore, è finita. Non ho mai cercato di essere liberato. Francamente volevo la morte per me stesso. Voglio dire al mondo che non l’ho fatto per odio. Non ho mai odiato nessuno. Sapevo di essere malato, cattivo o entrambe le cose. Adesso credo d’essere veramente malato. Il dottore mi ha parlato della mia malattia e di quanto male ho causato. Ho fatto del mio meglio per fare ammenda dopo il mio arresto, ma non importa, non posso eliminare così il terribile male che ho causato. Vi ringrazio Vostro Onore, sono pronto per la vostra sentenza, che sono sicuro sarà il massimo. Non chiedo attenuanti, ma per piacere dite al mondo che mi dispiace per quello che ho fatto.”

La sentenza viene emessa il 13 Luglio e condanna l’imputato ad un totale di 957 anni di prigione.

Il 28 Novembre 1994, dopo due anni di carcere, Dahmer viene ucciso da Cristopher Scarver, un altro detenuto che lo colpisce a morte con una sbarra di metallo.

Finisce così la storia di uno degli assassini più brutali e crudeli mai esistiti.

Soprannominato “Il cannibale di Milwaukee”, Jeffrey Dahmer racchiude in sé tutte le caratteristiche più scioccanti dei serial killer, dalla necrofilia al cannibalismo. Un uomo profondamente disturbato, ma che a prima vista era capace di proiettare un’apparenza da ragazzo pulito e tranquillo, grazie alla quale riuscì ad irretire le sue vittime. I suoi orribili delitti hanno segnato profondamente la storia della cronaca a livello mondiale. Una lunga scia di sangue durata tredici anni e che ha spezzato la vita di diciassette persone.

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