Doodler: il serial killer dei ritratti

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24 Gennaio 1974. Spiaggia di Ocean Beach, San Francisco. Nelle prime ore del mattino viene rinvenuto sulla riva un cadavere. Si tratta di un uomo, ucciso a coltellate.

Inizialmente non si riesce a risalire alla sua identità, venendo identificato come “John Doe # 7”. In seguito si scoprirà trattarsi di Gerald Cavanaugh, 49 anni, di origini canadesi. Era scapolo e non fu possibile risalire ai dettagli della sua vita privata.

25 Giugno 1974. Un altro cadavere viene rinvenuto, lungo la riva del lago Spreckels, a San Francisco. Si tratta di Joseph Stevens, 27 anni, soprannominato “Jae”. Sul suo corpo sono state inferte numerose coltellate.

Joseph era solito esibirsi come comico e fare spettacoli in cui si travestiva da donna. L’ipotesi è che si sia diretto volontariamente al lago con quello che poi sarebbe stato il suo assassino.

7 Luglio 1974. Viene rinvenuto il terzo cadavere nel giro di poco tempo. Klaus Christmann, di origini tedesche, viene ritrovato completamente vestito. Stavolta l’omicidio è stato ancora più brutale in quanto la vittima è stata accoltellata ripetutamente alla gola.

La città di San Francisco è in preda al panico, ormai è chiaro che un serial killer si aggira in quella zona.

Passa quasi un anno, quando il 12 Maggio 1975 viene rinvenuta un’altra vittima a San Francisco. Frederick Elmer Caplin, 32 anni. Infermiere, in passato aveva prestato servizio presso la Marina Militare. Anche stavolta sul corpo sono state inferte numerose coltellate.

4 Giugno 1975. A Lincoln Park viene ritrovato il cadavere di Harald Gullberg, 66 anni, di origine svedese. Secondo gli accertamenti medici era stato ucciso da due settimane, anche in questo caso con il solito modus operandi.

La polizia sostiene che in qualche modo le vittime abbiano avuto modo di relazionarsi con il loro carnefice, prima che avvenisse l’omicidio. Difatti sembrano arrivare conferme in questo senso. Si viene a scoprire che l’assassino ha compiuto molti attacchi, e alcune vittime sono sopravvissute. Sembra che l’uomo si aggiri per i bar e locali popolari tra la comunità gay, cercando vittime da adescare. Attraverso alcune testimonianze di sopravvissuti emerge che l’assassino avesse l’abitudine di abbozzare un ritratto di quelle che sarebbero state le sue vittime. Da qui nasce il soprannome “Doodler”.

L’uomo viene descritto come un soggetto tra i 19 e i 25 anni, alto circa un metro e ottanta, di origine africana. Corporatura snella. Si sospetta che abbia compiuto più omicidi rispetto alle cinque vittime che sono state accertate. Alcuni sostengono che abbia commesso 16 uccisioni.

Un serial killer particolare e dalla psicologia complessa, il cui movente rimane all’oscuro.

Le indagini proseguono e si arriva così ad un sospettato. Non sarà possibile procedere oltre in quanto le vittime sopravvissute non vogliono testimoniare a processo, temendo di svelare aspetti della propria vita sessuale che volevano tenere riservati. Il soggetto viene interrogato, ma nega di essere il responsabile degli omicidi. La sua identità non è mai stata resa pubblica.

Si susseguono altre indagini e sospettati, ma non vengono trovate prove in grado di incastrare nessuno.

Ancora oggi il caso rimane insoluto, ma l’inchiesta è ancora aperta. Precisamente il caso venne riaperto nel 2018, cercando di risalire ad un colpevole attraverso le recenti tecniche di indagine.

Nel Febbraio 2019 la polizia ha diffuso un nuovo identikit, che rappresenta come dovrebbe essere il volto dell’assassino oggi, a oltre quarant’anni di distanza. È stata offerta anche una ricompensa di 100.000 dollari.

Il caso è quindi in attesa di nuovi sviluppi, nel tentativo di restituire giustizia alle vittime del killer soprannominato “Doodler”.

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