Ed Gein: la raccapricciante storia del Macellaio di Plainfield

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Cos’hanno in comune Norman Bates di Psycho, Leatherface di Non Aprite Quella Porta e Buffalo Bill de Il Silenzio degli Innocenti? Sono tutti ispirati a una storia vera e nella fattispecie alla stessa persona, ma la cosa più inquietante è che la realtà è stata molto più spaventosa della finzione.

Edward Theodore Gein nasce a La Crosse County, Wisconsin il 27 agosto 1906 e nel corso della sua vita (terminata il 26 luglio 1984) diventa uno dei serial killer più famosi del ventesimo secolo, sicuramente quello dalla storia più raccapricciante. Il clamore e il disgusto suscitati dalle folli gesta di Ed Gein sono stati così grandi da segnare l’immaginario collettivo in maniera indelebile, contribuendo a ridefinire in maniera ancora più spaventosa il concetto stesso di omicida seriale.

L’infanzia di Gein e il rapporto con la madre

Ed Gein trascorre un’infanzia segnata da abusi sessuali ed angherie di ogni genere da parte del padre alcolista che, incapace di mantenere un lavoro fisso, si trasferisce con la moglie e i due figli presso una fattoria di 155 acri a Plainfield, villaggio definito dai locali come il “buco sporco dello stato”.

Figura centrale per la vita di Gein è quella della madre, Augusta, una fanatica religiosa ai limiti della follia, che fin dalla più tenera età inizia ad inculcare concetti estremisti nelle menti dei due figli: ai bambini viene infatti insegnato che tutte le donne (eccetto la loro madre) sono prostitute e strumenti del diavolo, che l’uomo è un essere malvagio per natura e che il sesso è accettabile al solo fine della procreazione. Augusta, che ogni giorno legge loro passi dell’Antico Testamento in cui si parla di punizioni divine e omicidi, fa inoltre promettere ai due figli di mantenere la verginità a vita, spingendoli ad isolarsi dal resto del mondo.

La figura dominante della madre spinge il giovane Ed a maturare nei suoi confronti un legame ambivalente: da una parte il ragazzo la adora, ritenendola una figura mistica, dall’altra la detesta, provando un forte odio nei suoi confronti.

All’età di dodici anni Ed prova un orgasmo osservando i genitori intenti a macellare un maiale. Tempo dopo, sorpreso dalla madre nell’atto di masturbarsi, Ed viene punito in modo orribile dalla donna, che lo immerge nell’acqua bollente dopo averlo afferrato per i genitali.

Naturalmente, il lungo elenco di problemi familiari ha forti ripercussioni sul suo carattere: il ragazzo è introverso, i suoi modi effeminati lo rendono spesso vittima di bullismo e, nonostante i buoni voti a scuola, gli insegnanti notano un suo strano sogghigno durante ogni tipo di discussione, nonché la sua tendenza a ridere senza alcun motivo.

La morte di Augusta e l’inizio della follia

Dopo la morte del padre, che avviene nel 1940, Ed e suo fratello maggiore Henry rimangono a vivere con Augusta, ma Henry comincia a distaccarsi progressivamente dalla madre (arrivando a perdere la verginità contro il consenso di lei), provando lentamente a convincere anche Ed. Nel maggio del 1944 la fattoria va a fuoco ed Herny muore nell’incendio: nonostante Ed dica alle autorità di averlo perso di vista tra le fiamme, è comunque in grado di indicare alle autorità la posizione esatta del cadavere del fratello, che presenta uno strano trauma alla testa. Nel 1945, a trentanove anni, Ed rimane orfano di madre: Augusta muore a causa di un ictus e l’unico figlio rimasto piange istericamente e si dispera al suo funerale.

In quel momento avviene la rottura nella mente di Ed: Augusta era l’unico filo cui si poteva aggrappare la salute mentale di Ed e, con la sua scomparsa, il figlio comincia a sprofondare negli abissi più oscuri della follia.

Ed comincia a frequentare i cimiteri e a dissotterrare i cadaveri sepolti di recente, specialmente quelli di donne che gli ricordano fisicamente la madre. Dopo aver dissotterrato i corpi, Gein li porta presso la sua abitazione, con l’intenzione di disporre di essi come meglio crede. In breve tempo la fattoria si trasforma in una vera e propria casa degli orrori: un luogo orribile, marcio e puzzolente, degno specchio del disordine mentale di Ed.

Col passare degli anni però, i cadaveri dissotterrati cominciano a non bastare: Ed ha bisogno di uccidere.

Non è chiaro esattamente quanti siano in totale gli omicidi commessi da Ed Gein: se ne ipotizzano dieci, ma l’uomo è stato condannato ufficialmente per due casi, quello di Mary Hogan (impiegata di una taverna, scomparsa nel 1954) e quello di Bernice Worden (commessa di una drogheria, uccisa con un colpo di fucile il 16 novembre 1957). Lo stesso giorno della scomparsa della Worden, Gein viene incastrato dalla polizia: il figlio della donna, vicesceriffo di Plainfield, sa che l’uomo è stato nel negozio della madre per comprare un gallone di antigelo e proprio lo scontrino per un gallone di antigelo risulta l’ultimo battuto dalla donna nel suo negozio. Successivamente, il cadavere di Bernice sarà ritrovato in un capanno della proprietà di Gein, appeso a testa in giù, aperto in due a partire dalla vag*na e mutilato della testa, che sarà ritrovata poco dopo in una stanza della casa di Ed, con due chiodi conficcati ai lati, pronta per essere appesa come trofeo.

I macabri oggetti di Ed Gein

Poco dopo l’arresto di Gein, una ventina di uomini delle forze dell’ordine, guidati dallo sceriffo, arriva a casa dell’uomo. Non appena lo sceriffo illumina gli interni della casa di Ed Gein, l’agente al suo fianco viene colto dai conati di vomito per l’orrore che si presenta davanti ai loro occhi. Oltre alle condizioni di assoluto degrado dell’abitazione di Gein, la polizia rinviene nella casa dell’uomo una lunghissima serie di resti umani (appartenuti sia ai cadaveri dissotterrati che alle vittime di omicidio), accuratamente rimodellati e trasformati in oggetti d’arredamento.

Nella casa degli orrori vengono ritrovati in tutto: una colonna vertebrale adibita a lampada, una cintura ricavata da capezzoli umani, un cestino ed un tamburo in pelle umana, alcuni teschi sulla testata del letto di Gein, nove maschere ricavate da pelle umana, un cranio di bambino trasformato in scodella per il brodo, una poltrona con braccia al posto dei braccioli, numerosi vasi contenenti nasi e vag*ne sotto spirito e, per concludere la macabra carrellata, numerosi abiti realizzati con pelle di donna. Questi ultimi hanno particolare importanza per Gein, che attraverso essi riesce a concretizzare il suo bisogno di trasformarsi in donna: atto che, nella sua mente malata, lo porta a ricongiungersi con la madre morta (o addirittura a riportarla in vita). L’unica stanza in cui non viene ritrovato alcun reperto orribile è proprio quella di Augusta.

Conclusione

Dopo l’arresto, Ed Gein trascorre il resto della sua vita in un penitenziario psichiatrico, risultando un detenuto a dir poco esemplare. Muore per una crisi respiratoria all’età di settantasette anni e il suo corpo viene sepolto vicino a quello di Augusta.

Nel corso degli anni la letteratura e il cinema hanno spesso attinto a piene mani dalla storia di Ed Gein per realizzare storie dell’orrore: quello che più colpisce è che ciascuno dei celeberrimi personaggi ispirati a lui ha preso solo una parte delle sue terrificanti caratteristiche, come se tutte insieme fossero troppe anche per un semplice film.

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