Senza tasti è meglio: storia e caratteristiche del basso fretless

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Leo Fender, quando un cronista gli chiese perché non avesse pensato di proporre un modello di basso con la tastiera fretless, rispose: “Ho creato la chitarra basso con i tasti per rendere precise le note suonate dai contrabbassisti, perché tornare indietro?”

In effetti il basso da lui creato si chiamava Precision…

Fretless indica ogni cordofono sprovvisto di tasti (le traversine metalliche che dividono secondo rapporti costanti la tastiera). Mentre il violino e gli altri strumenti ad arco sono sempre fretless, di altri strumenti esiste tanto la versione normale che quella senza tasti (tipicamente appunto il basso elettrico). Com’è ovvio, per suonare le note su questo tipo di strumenti bisogna avere una precisione millimetrica.

La leggenda racconta che il primo a inventarlo fu Jaco Pastorius. Armato di scalpello, martello e mastice, rimosse, infatti, i tasti del suo Fender Jazz e rivestì il risultato con dieci strati di resina epossidica chiamata PETITE, per la precisione, che si usava anche in Italia per il fondo delle gondole (purtroppo non è più in commercio). Poté così ottenere un suono che ancora di più gli permetteva di risaltare le sue enormi capacità sia tecniche che espressive.

Questo tipo di strumento permette più sfumature del basso tradizionale, glissato, vibrato, e quel suono tipico del basso fretless (simile a un miagolio) che lo ha fatto diventare uno strumento solista, togliendo al basso quel ruolo solo di accompagnatore quale era stato fino a prima del suo avvento sulla scena musicale. Se lo suoniamo vicino al ponte si ottiene un suono molto nasale (Jaco) mentre se lo suoniamo vicino al manico, soprattutto appoggiando il pollice destro sulla tastiera proprio dove inizia il manico, avremo un suono più grosso (contrabbasso). Come detto, il problema principale è l’intonazione!

Questo strumento non ha i tasti, ha la tastiera liscia come un contrabbasso, un violino, e quindi l’intonazione la si ottiene suonando esattamente sopra a dove “dovrebbe esserci” il capotasto, basta spostarsi di pochissimo e l’intonazione si perde. Molti modelli di fretless, infatti, segnano sulla tastiera il punto del capotasto con una linea così da aiutare visivamente il musicista, ma attenzione, basta pochissimo comunque per essere stonati, e dobbiamo aiutarci con l’orecchio.

Nel video un basso fretless semi hollow interamente realizzato a mano da Ross Liuteria, con manico e corpo in legno white korina, top in pioppo mentre la tastiera è in ulivo.

I brani eseguiti sono To Forgive degli Smashing Pumpkins e Wherever I lay my hat di Paul Young, caratterizzata proprio da un’introduzione indimenticabile di basso fretless scritta da Pino Palladino.

Basso fretless: Dario Giardi
Voce e ukulele: Athina Zantomio

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