Saper raccontare è il fondamento base per chi scrive testi e parole. Saper raccontare ed emozionare è la magia dei grandi cantautori, quei professori, come Roberto Vecchioni, in grado di insegnare a tutte le età, attraverso l’arte della canzone d’autore: opening track dell’omonimo e fortunato album del 1999, Sogna Ragazzo Sogna è uno di quei brani destinati, già dal primo ascolto, a sedimentare nella memoria.
Attraverso una scrittura quasi epistolare, Vecchioni si rivolge direttamente al protagonista in quello che risulta essere un dialogo interiore, diretto non solo all’ascoltatore ma, più probabilmente, al proprio io più giovane, utilizzando delle parole chiave per legare musica e immagini: la fantasia (Ma non è vero, ragazzo / Che la ragione sta sempre col più forte), la forza della poesia (Io conosco poeti / Che spostano i fiumi con il pensiero), la resistenza dei propri princìpi (Chiudi gli occhi, ragazzo / E credi solo a quel che vedi dentro), tutte riunite in un’unica filosofia portante: continuare a credere, sempre, al proprio sognare (Sogna, ragazzo sogna / Non cambiare un verso della tua canzone).
La celebrazione della vita, il non arrendersi di fronte alle difficoltà, agli amori persi e ai desideri infranti, sono da sempre ideali cari al Professore, il quale, con questa canzone, esalta ulteriormente questi concetti, forte di un sentimento paterno che scorre lungo le parole (Lasciali dire che al mondo / Quelli come te perderanno sempre / Perché hai già vinto, lo giuro / E non ti possono fare più niente), come ad incoraggiare un figlio nell’attimo della perdizione, prima della caduta, prima che egli dimentichi l’importanza dell’amore e del suo diritto di esistere (Copri l’amore, ragazzo / Ma non nasconderlo sotto il mantello / A volte passa qualcuno / A volte c’è qualcuno che deve vederlo) e di quella che è la chiave di salvezza per poter continuare a sognare, una risposta presente in nessun altro se non nelle proprie possibilità (Passeranno i giorni / Passerà l’amore / Passeran le notti / Finirà il dolore / Sarai sempre tu) in un epilogo esente dalle decisioni del destino, sempre possibile, mai scritto o finito (Ti ho lasciato un foglio / Sulla scrivania / Manca solo un verso / A quella poesia / Puoi finirla tu).
Questa visione della vita come poesia, in un suo inno atto a rimembrarne l’essenzialità (Nessun regno è più grande / Di questa piccola cosa che è la vita), è stata in parte ispirata dal poeta Nazim Hikmet, grazie alla poesia intitolata Alla vita (La vita è così grande / Che quando sarai sul punto di morire / Pianterai un ulivo / Convinto ancora di vederlo fiorire).
Lo stesso cantautore dice al riguardo del saper sognare:
“Concepiamo sempre il sogno come una rinuncia, una fuga dalla realtà, e non è questa la verità. Il sogno è un’altra faccia della realtà ed è la continuazione della realtà. In realtà la nostra vita è proprio questo: un continuo alternarsi e combattere di sogno e realtà.”
E ti diranno parole rosse come il sangue
Nere come la notte
Ma non è vero, ragazzo
Che la ragione sta sempre col più forte
Io conosco poeti
Che spostano i fiumi con il pensiero
E naviganti infiniti
Che sanno parlare con il cielo
Chiudi gli occhi, ragazzo
E credi solo a quel che vedi dentro
Stringi i pugni, ragazzo
Non lasciargliela vinta neanche un momento
Copri l’amore, ragazzo
Ma non nasconderlo sotto il mantello
A volte passa qualcuno
A volte c’è qualcuno che deve vederloSogna, ragazzo sogna
Quando sale il vento
Nelle vie del cuore
Quando un uomo vive
Per le sue parole
O non vive piùSogna, ragazzo sogna
Non lasciarlo solo contro questo mondo
Non lasciarlo andare sogna fino in fondo
Fallo pure tuSogna, ragazzo sogna
Quando cade il vento ma non è finita
Quando muore un uomo per la stessa vita
Che sognavi tuSogna, ragazzo sogna
Non cambiare un verso della tua canzone
Non lasciare un treno fermo alla stazione
Non fermarti tuLasciali dire che al mondo
Quelli come te perderanno sempre
Perchè hai già vinto, lo giuro
E non ti possono fare più niente
Passa ogni tanto la mano
Su un viso di donna, passaci le dita
Nessun regno è più grande
Di questa piccola cosa che è la vitaE la vita è così forte
Che attraversa i muri per farsi vedere
La vita è così vera
Che sembra impossibile doverla lasciare
La vita è così grande
Che quando sarai sul punto di morire
Pianterai un ulivo
Convinto ancora di vederlo fiorireSogna, ragazzo sogna
Quando lei si volta
Quando lei non torna
Quando il solo passo
Che fermava il cuore
Non lo senti piùSogna, ragazzo, sogna
Passeranno i giorni
Passerrà l’amore
Passeran le notti
Finirà il dolore
Sarai sempre tuSogna, ragazzo sogna
Piccolo ragazzo
Nella mia memoria
Tante volte tanti
Dentro questa storia
Non vi conto più
Sogna, ragazzo, sogna
Ti ho lasciato un foglio
Sulla scrivania
Manca solo un verso
A quella poesia
Puoi finirla tu