È la nuova serie fresca di uscita su Netflix: Black Summer, prequel “sui generis” di Z Nation. Una serie zombie che inizia ad “apocalisse” già in atto, senza causa esplicitata ma con effetti che si intuiscono devastanti. Panico imperante e in crescendo. Esercito e aviazione, inconcludenti, in azione. Storie parallele con condimento di flashback e flashforward. Colonna sonora minimalansiogena. Brevi capitoli, ciascuno con titolo (all’inizio nomi dei personaggi poi altro.) Scene cittadine (sonnolenta provincia USA) desolate come da tradizione, strade (semi)deserte, luoghi e nonluoghi vuoti ecc.
Gli zombie però non sono lenti e “stupidi” come da tradizione, anzi appaiono normalmente articolati e quasi inarrestabili. Tanto sono veloci quanto è lenta e di scarsissima evoluzione (ma vedremo) la narrazione: lunghissime le scene fuga/inseguimento/fuga, consueto e prolungato terrore nel corpo e negli occhi degli inseguiti. Scene di estenuante lentezza alternate a ultraviolence sparatutto.
Un particolare interessante: al momento non viene esplicitato il trattamento che gli zombie riservano alle vittime predestinate una volta raggiunte, di conseguenza (forse) gli amatori del genere saranno indotti a proseguire nella visione. Ma il trattamento riservato agli zombie sì che è esplicito, oh, sì!
Una serie che piacerà agli appassionati del genere per diversi motivi: per i silenzi, la durata delle scene oltre il tollerabile, l’inspiegabilità di quello che accade. I contenuti dietro il semplice perché insomma.