Le più belle canzoni degli anni ’90

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Scegliere tra i mille generi che hanno rappresentato un’epoca, tra il rock che ha toccato l’ultimo apice, l’elettronica che ha scoperto sé stessa, l’hip hop che diventata adulto e le classifiche che celebravano alcuni dei nomi più amati di sempre. Gli anni ’90 sono stati un decennio mostruoso. E fare una classifica delle canzoni più belle del decennio è una missione impossibile. Per questo andava fatta. I pezzi esclusi ovviamente sono infiniti, ma il meccanismo delle classifiche è spietato e ha il dovere della selezione. E della conseguente presa di posizione, inevitabile e per una volta sacrosanta. Gli anni ’90 in venticinque canzoni, tra pezzi che mettono d’accordo tutti e altri meno scontati, hit da classifica e apici intellettuali. Un decennio che ha avuto tutto quel che si poteva desiderare in un numero limitato di ascolti.


25. Soundgarden – Black Hole Sun

Quel video con le smorfie distorte nelle facce delle persone di ogni giorno, l’apocalisse che viene dal cielo e la voce di Chris Cornell che predica dal monte. La Mtv che faceva paura.


24. Rage Against The Machine – Killing In The Name

Il metal che ti gasa a mille, e soprattutto che piace anche ai meno appassionati. Killing In The Name resta uno dei pezzi più identificativi dell’intero genere. Il riff che non si dimentica.


23. Beck – Loser

L’inno del crossover e uno dei pezzi più ricordati di un artista che gli anni ’90 ha adorato, oltre che il pezzo più citato dai teenagers. Caustico.


22. Portishead – Glory Box

La lista dei caduti secchi sotto i colpi del trip hop è lunghissima e continua ancora oggi. I Portishead erano i nobili del genere e Glory Box è il loro must. Esoterica.


21. The Prodigy – Smack My Bitch Up

Una delle canzoni più adorate (e studiate) dall’album che più ha rappresentato l’elettronica da sballo degli anni ’90. E il cinema ringrazia. Un video che non avrebbe mai superato il visto della censura, ma che vuoi che importi a loro. Spietato.


20. Beastie Boys – Sabotage

L’hip hop che segnava l’immaginario culturale del decennio e un gruppo mitico che spadroneggiava ancora. Un video che avrebbe dovuto sbancare il jackpot in ogni cerimonia di awards, ma purtroppo quello fun anche l’anno di Everybody Hurts. Bistrattato.


19. Aphex Twin – Come to Daddy

Il genio che sconquassò la musica elettronica intellettuale, nell’onda musical più intrigante degli anni ’90. Windowlicker e Come to Daddy sono il doppio capolavoro di un artista in grado persino di prendere in giro gli altri in maniera impunita. Discolo.


18. Frankie Hi-NRG MC – Quelli Che Benpensano

Pochi pezzi sono riusciti a mettere d’accordo in maniera trasversale tutti gli ascoltatori che si imbattono in una produzione italiana. Amanti del rap o meno, Quelli Che Benpensano ti segna. Seduttore.


17. Pearl Jam – Black

Il grunge possente dei Pearl Jam, uno dei gruppi che più hanno fatto innamorare negli anni ’90. E un genere rimasto leggenda da celebrare ancora oggi. Glorioso.


16. Daft Punk – Da Funk

Gli inventori della french house? Forse sì, forse no. Sicuramente i Daft Punk sono uno dei miti più grossi della generazione attuale. E anche di quella precedente. E il loro primo album è uno spartiacque. Scienziati.


15. Smashing Pumpkins – 1979

Il rock dalle forme inafferrabili che è rimasto nel cuore di chi ha attraversato i 90s. E una delle voce più particolari di sempre. Vibranti.


14. Coolio – Gangsta’s paradise

Uno dei capolavori assoluti dell’hip hop, e conseguentemente uno dei più amati anche da chi non si considera fan del genere. Coolio ha abbattuto ogni confine, temporale e concettuale. Indiscusso.


13. Oasis – Wonderwall

Il britpop, un’altra delle onde che ha infranto i cuori degli ascoltatori giovani e maturi di quell’epoca, cantato da uno dei suoi artisti più rappresentativi (e chiacchierati). Leggenda.


12. White Town – Your Woman

Quando era il video (e Mtv) a decretare il successo di una canzone. E quando i pezzi impossibili da inquadrare rappresentavano il massimo risultato a cui un artista poteva aspirare. Temerario.


11. Jeff Buckley – Lover, You Should’ve Come Over

L’ultimo degli artisti senza tempo in una delle pochissime possibilità che il pubblico ha avuto per amarlo. L’esperienza di vita che determina la qualità. Quanti rimpianti.


10. Blur – Song 2

Gli altri signori del britpop, con un pezzo però che ha colpito anche chi di generi e correnti non sa nulla. Immediato e non migliorabile in alcun modo. Unico.


9. Crystal Waters – Gypsy Woman

La dance che ha fatto la storia, l’equilibrio perfetto e la capacità di non andarsene più di testa dopo solo un ascolto. Da decenni. Ipnotici.


8. Nine Inch Nails – Hurt

La più controversa, la meno scontata delle leggende che hanno segnato i ’90, da un album mai abbastanza lodato. Probabilmente perché è il meno indicato ad essere popolare tra quelli di questa classifica. Diabolico.


7. Red Hot Chili Peppers – Under The Bridge

Non è il caso di chiedersi quale sia l’età più indicata per amare i Red Hot Chili Peppers, perché l’equilibrio perfetto di Under The Bridge è indiscutibile a qualsiasi livello. In stato di grazia.


6. Massive Attack – Unfinished Sympathy

I Massive Attack invece del trip hop hanno rappresentato il lato più stiloso e caledoiscopico, molto spesso definendo la natura sfuggente del genere. Qui è dove tutto inizia. Il calore che avvolge.


5. Nirvana – Smells Like Teen Spirit

Non contano i gusti, non conta il genere, non conta l’amore o l’odio per il nome, l’età dell’ascoltatore e la tendenza ad amare pezzi popolari o chicche nascoste. Smells Like Teen Spirit è immortale a prescindere. Assurda.


4. The Verve – Bitter Sweet Symphony

I violini che hanno conquistato tutti, un gruppo da cui nessuno si aspettava la hit storica e un testo che ancora oggi ci si diverte a interpretare. Impossibile.


3. Depeche Mode – Enjoy The Silence

Il mito che diventa leggenda. Il gruppo che aveva definito i giochi negli anni ’80 riesce a segnare l’inizio ufficiale degli anni ’90. E un video che è semplice meraviglia.


2. Radiohead – Karma Police

Il rock che assurge a nuova dimensione per mano di uno dei suoi esponenti più filosofici e di spessore. Karma Police è stata per molti l’inizio dell’amore per la musica. Nonostante sia di una linearità disarmante. Incredibile.


1. R.E.M. – Losing My Religion

Perché gli anni 90 hanno stravolto le regole. E il pezzo più amato magari è pure quello che mette d’accordo meno di tutti. E accende la discussione. Come è giusto che faccia ogni classifica. I R.E.M. sono stati il fenomeno dalle caratteristiche più particolari, con le classifiche che decidono la vittoria mentre la critica si godeva altre preferenze. Inspiegabili.

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Questa classifica è il frutto del contributo dell’intero team Auralcrave

 

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