Cosa ricorderemo del 2016

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Sebbene non sia stato un anno che ha visto esplodere in maniera chiara direzioni innovative, evoluzioni di rilievo o nuovi nomi, son successe diverse cose in questo 2016. Cose eclatanti che ci capiterà di ricordare negli anni a venire, quando certi artisti torneranno a farsi sentire e certe iniziative si ripresenteranno. Ed è significativo notare che le cose che più hanno caratterizzato l’andamento di questo 2016 hanno avuto carattere più mediatico che musicale: sono le ragioni per cui in musica si è discusso, si è atteso, si è sperato. Sono probabilmente le stesse ragioni che animeranno il dibattito musicale anche negli anni a venire, ben più che l’evoluzione di quell’artista o il declino di quel genere. Tanto vale prepararci. E ricordarci in cosa un anno come il 2016 tornerà ad essere citato nel prossimo futuro.


David Bowie, Prince, Leonard Cohen: il clamore delle scomparse eccellenti

Più gli anni passano e più spesso capiterà che le leggende che hanno accompagnato la nostra formazione musicale andranno incontro alla fine dei loro giorni. Non è una probabilità, è pura anagrafica e spiega il perché ogni anno si ha la sensazione che, in termini di artisti di cui viene annunciata la morte, le cose siano peggiori degli anni passati. Ma quest’anno l’impatto psicologico è stato enorme: Bowie, Prince, Cohen i nomi musicali che han strappato più lacrime, in un 2016 che ha visto sparire anche Muhammad Ali e Gene Wilder. Ma l’importante è ricordarli nel modo giusto.


Kanye West, The Weeknd, Aphex Twin: i casi mediatici

Quello che probabilmente sarà il video più discusso e discutibile di questo decennio l’ha tirato fuori Kanye West, in una carrellata di corpi nudi di personaggi famosi che molti han visto come la solita spacconata del rapper americano, sebbene uno come Werner Herzog ci ha riconosciuto una certa cifra artistica. E poi The Weeknd che fa tornare a parlare dei Daft Punk, Aphex Twin che invade nuovamente le pagine delle riviste, Beyoncé e il disco sui tradimenti di Jay Z, i Justice supponenti e Burial venduto per errore. L’hype domina.


David Guetta, deadmau5 e le speculazioni giornalistiche: l’EDM è morta

Il brano scritto da Guetta per Euro 2016 sarà ricordato probabilmente come l’ultima goccia dell’onda dance commerciale declinata in maniera repentina tra il 2015 e il 2016. Questo è stato l’anno in cui gli ascoltatori han dovuto arrendersi alle spietate analisi di tutti (noi compresi) e persino un insider ha dovuto recitare il mea culpa. Chi prenderà l’eredità dell’EDM? Tanti candidati ma ancora nessun vincitore.


Prima i Portishead, poi tutti gli altri: le reazioni della musica alla Brexit

L’SOS lanciato dai Portishead prima ancora che il referendum sulla Brexit avesse luogo fu l’unico segnale anticipatore di come il mondo della musica (soprattutto quello britannico) subirà lo shock del voto di Giugno. Poi arrivo il commento spaventato di tutti gli altri, frutto soprattutto dell’incertezza e del timore di veder cambiare tutto troppo in fretta.


Da Stranger Things a Black Mirror: entusiasmi da piccolo e grande schermo

Serie TV e film in arrivo dominano sempre più gli entusiasmi anche nella scena musicale. Prima coi fenomeni inattesi che conquistano tutti, come le chiacchieratissime Stranger Things, Black Mirror e Westworld delle cui colonne sonore tanto si è parlato, e poi per quello che è in arrivo per il 2017: la psicosi per Twin Peaks, l’entusiasmo alle stelle per Trainspotting, il ritorno di It.


Tutte le opzioni del web: il rischioso marketing dei Radiohead

Se per nome fai Radiohead probabilmente non hai troppo bisogno di stratagemmi di marketing per far parlare di te. Ma loro questo non lo sanno e preferiscono rischiare la carta “operazione clamore”, tanto rischiosa nei tempi in cui il clamore lo cercano tutti. Per l’uscita di A Moon Shaped Pool hanno prima oscurato tutti i loro canali web, poi pubblicato spezzoni video su instagram, infine atterrati col primo singolo Burn The Witch e col nuovo album. Che comunque, per carisma e contenuti, li conferma come una delle band intoccabili dei nostri giorni.


James Blake, Massive Attack e Bon Iver: i ritorni di stile

Altri invece preferiscono far parlare la musica. Senza troppe anticipazioni, senza generare tante attese. James Blake si farà ricordare come colui che ha pubblicato il nuovo album dalla sera alla mattina, con enorme riscontro di pubblico, confermandosi uno dei nomi musicalmente più importanti di questo decennio. I Massive Attack l’album ancora non l’hanno annunciato ma si comportano da protagonisti, lasciando spazio ai loro video e preparando la strada al ritorno acclamato. E poi c’è Bon Iver, che era impaurito che l’album non piacesse e praticamente non l’ha promosso. Facendo sì che l’apprezzassero tutti.


Quando l’hype ti sfugge di mano: il caso Frank Ocean

L’anno in cui Frank Ocean cedette. Anni a posticipare l’arrivo del nuovo album, fino a scatenare la psicosi (e la rabbia) dei fan. Fino al punto di rottura, che l’ha portato a forzare i tempi. Qualcuno (per scherzo) era arrivato addirittura a minacciare il rapimento del fratello. Alla fine il management gli ha fatto capire che era il momento di uscire. E lui è uscito. Ed è anche piaciuto un bel po’.


Tutti contro Donal Trump

Come spesso succede in politica, più si attacca qualcuno, più si crea intorno a quel qualcuno l’aria del perseguitato, più la gente che vota si chiede quanta esagerazione ci sia dietro. Per Donald Trump l’America musicale si è scatenata in unisono, con tanto di video provocatori prossimi alla censura (come quello di Fight Clvb). Will I Am è stato quello che ha agito in maniera più esplicita, qui sopra. Quel che accadde poi al momento del voto, invece, lo sappiamo tutti. Alla fine la figura migliore l’ha fatta Katy Perry, che ha agito di ironia senza schierarsi ufficialmente.


Hip hop e r’n’b (ancora) in gran spolvero

Da un lato De La Soul (sopra) e A Tribe Called Quest a segnare il ritorno delle leggende. Poi i vari Childish Gambino, The Weeknd e Frank Ocean a rinvigorire l’amore del pubblico contemporaneo per i tanti volti che hip hop e r&b stanno offrendo negli ultimi anni. E infine, tutti gli artisti di stile che contribuiscono a dare consistenza e varietà alla scena: Anderson .Paak, Banks, Maxwell, Jamie Lidell, Solange, Sampha. Non c’è genere più in forma di questo. Da anni. E la prova più evidente è la classifica album di Pitchfork.

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