Le meraviglie della scienza dietro il nuovo album di Max Cooper

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Il fatto è che non capita tutti i giorni di avere tra le mani un album che nasconde un così alto quantitativo di intelletto, intenzioni e consistenza stilistica. È per questo che Emergence, il nuovo album di Max Cooper uscito lo scorso novembre, spicca così tanto in confronto ai suoi simili. Perché Cooper non è solo un musicista dallo straordinario talento, capace di instillare emotività e intelligenza nei suoi dischi e già passato alla dimensione di artista completo con l’album Human (consigliatissimo) del 2014. Lui è prima di tutto uno scienziato, dottore in biologia computazionale dal 2008. Ed Emergence è il disco in cui per la prima volta la sua passione e consapevolezza scientifica si intreccia in maniera chiara con la musica.

Il fascino dei fenomeni naturali e le sfumature misteriose della musica che si incastonano come una pietra nel suo gioiello. La cosa emerge in modo esplicito già nei video estratti dall’album nelle ultime settimane (li trovate distribuiti in questo articolo), soprattutto in Cyclic (qui sopra, spiegato nel suo post dedicato su Facebook come la visualizzazione tramite loop musicali dei cicli di cui la natura è fatta) e Waves (qui sotto, anch’esso spiegato da lui stesso su Facebook come l’omaggio alle onde senza le quali la maggior parte dei fenomeni naturali non possono essere compresi).

Ma ancora meglio, la componente scientifica emerge nell’intervista rilasciata ad Ableton.com in occasione dell’uscita dell’album e sulle pagine del suo sito ufficiale dedicate al nuovo album: l’album racconta un percorso che riflette la storia del mondo in cui viviamo, dalla fase pre-big bang in cui l’unica cosa ad esistere erano i principi base della natura ad uno stato astratto, fino all’era digitale moderna, dominata dalla percezione soggettiva del mondo esterno e dalla robotica che va lentamente armonizzandosi con la natura. Le fasi intermedie sono l’universo fisico (originato dal big bang), la vita (dalla formazione del DNA agli organismi multicellulari) e la civilizzazione (intesa come consapevolezza di sé e sviluppo delle proprie facoltà intellettuali).

Va da sé che l’album diventa qualcosa di denso e intenso, un viaggio astratto che attraversa mistero, evoluzione, scoperta, persino timore, tutte le sensazioni che l’essere umano conosce di fronte all’analisi della propria natura. L’album si inserisce in quel filone di musica astratta intelligente con un contatto diretto con la cosiddetta elettronica emotiva di cui fan parte anche James Blake, Sohn e SBTRKT. I ritmi soffusi, i cambi di tono, il modo in cui il suono ti avvolge, la delicatezza in cui ti trasporta su superfici e sensazioni differenti: non stupitevi se troverete Emergence tra le classifiche album di fine anno.

8.5 / 10

 

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