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L’isola di Corfù: storia, attrazioni e curiosità

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L’isola di Corfù, nominata anche Corcira, come da diretta etimologia classica, è senza dubbio una delle più belle località della Grecia, situata nel mar Ionio davanti alle coste della regione storica dell’Epiro, ai confini con l’Albania. L’appellativo italiano (Corfù appunto) fa riferimento alla secondaria denominazione greca dell’isola (Corùfo) che può essere tradotta con l’espressione “i due picchi”, alludendo alle due montagne più elevate che segnano la sua stessa sky-line e che misurano, rispettivamente, 914 ed 850 metri. Corfù è separata dalla terraferma da uno stretto che varia dai 3 ai 24 chilometri circa, rappresentando un importante scalo marittimo collegato con diversi porti appartenenti al proprio Paese, all’Albania ed all’Italia.

Storia

Gli studiosi ritengono che Corfù anticamente formasse una sorta di colonia mista, formata dalla tribù illirica dei Liburni e da altri gruppi ellenici provenienti da Eretria, ai quali si sovrappose un vasto numero di abitanti del nucleo originario di Corinto verso la fine dell’ottavo secolo a.C.. Per la sua posizione strategica, subì molteplici denominazioni, fino ad entrare nell’orbita della Repubblica Romana verso il 230 a.C.. Di seguito, Corfù diventò un enclave dell’impero romano d’oriente, fino a conquistare la dignità di “vescovato” nell’876, con dipendenza diretta dal patriarcato di Costantinopoli. A partire dall’XI secolo, con la progressiva decadenza dell’impero bizantino, Corfù fu contesa da Genovesi e Veneziani, fino ad essere occupata definitivamente dai Veneti nel 1204, dopo la quarta crociata. L’isola fu così suddivisa in dieci feudi, assegnati ad altrettanti nobili veneziani, ma soltanto dieci anni dopo, se ne impadronì Niceforo Ducas, chiamato per tradizione il “primo despota dell’Epiro”. Nei secoli successivi, per motivi dinastici e politici, sulla splendida isola ionica misero le mani prima gli Svevi, poi gli Angioini ed anche i principi di Taranto. I regnanti “occidentali” cercarono di sostituire il clero ortodosso con quello cattolico, creando un forte malcontento negli abitanti dell’isola che mal sopportavano, peraltro, le ingerenze dei funzionari pugliesi, napoletani e provenzali. Della precaria situazione ne approfittò Venezia che, alla fine del quattordicesimo secolo, stava perfezionando la propria campagna espansionistica sulla costa adriatica e su quella ionica.

Dopo una conquista militare nel 1386, il potere veneziano fu legittimato nel 1402 con la cessione dei propri diritti da parte del re di Napoli Ladislao, in cambio di 30.000 ducati d’oro. Da qui, destinato a durare per lungo tempo, come testimoniano le vestigia della principale città dell’isola, ha inizio il cosiddetto “periodo veneziano”, durante il quale un patrizio inviato dalla Serenissima, chiamato Bailo, eletto ogni due anni,guidava la vita politica, amministrativa e giudiziaria di Corfù con l’assistenza di due consiglieri. L’isola diventò uno dei punti strategici più importanti, come base per la Marina veneziana, per il controllo sul Mediterraneo orientale. Nel 1715, quando Venezia perse il dominio sul Peloponneso, a Corfù si trasferì anche il cosiddetto Provveditore Generale del Mar, ovvero un senatore che aveva il potere supremo sulla flotta in tempo di pace e che aveva potere assoluto su tutto l’arcipelago ionico controllato dalla Serenissima. All’inizio del diciannovesimo secolo, con l’ormai esautoramento del dominio veneziano, l’isola di Corfù visse diverse esperienze politiche poco felici quanto effimere: fu prima protettorato francese, poi entrò a far parte della Repubblica delle sette isole Unite, sotto l’influenza russo-ottomana ma a guida greco-veneta, fino al Trattato di Parigi del 1815 che rese tutte le isole ionie protettorato britannico, con definitivo passaggio al nuovo stato greco nel 1864. Durante la seconda guerra mondiale, Corfù fu occupata dalle truppe italiane tra il 1941 ed il 1943, con l’idea poi fallita, di annetterla al Regno d’Italia. Nel 1944 è tornata definitivamente alla Grecia.

Corfù oggi: le attrazioni

Come si può intuire dal breve excursus storico, Corfù rappresenta un vero e proprio crogiuolo di influenze culturali diverse, pur avendo conservato nei secoli un’accentuata anima ellenica. Grazie al suo clima mite, alla vegetazione rigogliosa ed al suo paesaggio naturale di straordinaria bellezza, negli ultimi decenni si è imposta come privilegiata meta turistica, amata soprattutto dai visitatori anglosassoni. A differenza della maggior parte delle isole greche, dove la flora è abbastanza scarna, a Corfù cime rocciose si alternano, con molta disinvoltura, a vallate verdeggianti di cipressi e di vigneti, che costituiscono un felice sfondo per le coste azzurro-verdi bagnate dal mar Ionio. La presenza di uno scalo aeroportuale internazionale, nonché gli agevoli collegamenti marittimi, hanno facilitato lo sviluppo del turismo di massa.

Tra le principali attrazioni dell’isola, vi è senza dubbio la città vecchia del capoluogo Corfù, chiamata comunemente old town. Si tratta di un vero e proprio gioiello architettonico, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, un labirinto di strette stradine (in greco denominate kantounia) circondate da case colorate, piazzette lastricate, imprevedibili scalinate, fontanelle, pozzi, chiesette e cortili di varie dimensioni. Tra gli edifici d culto, spicca sicuramente la chiesa di San Spiridione, il patrono dell’isola, che è stata sempre considerata uno dei più importanti punti di riferimento per gli abitanti dell’isola.

Di particolare pregio è la Spianada, una grande piazza considerata dagli stessi Greci una delle più suggestive dell’intero Paese. Ammirandola, soprattutto di sera, così sospesa tra l’agglomerato urbano e la fortezza vecchia, non si può che rimanere affascinati dallo splendido panorama naturale circostante. La grande piazza fu creata sotto la dominazione veneziana, allo scopo di ottenere un’ampia area di fuoco per i cannoni disposti nella vecchia Fortezza. Ciò poteva consentire una migliore difesa della città. Nella Spianada si svolgono i principali eventi mondani e religiosi dell’isola, come processioni, concerti della Filarmonica e sfilata delle maschere carnevalesche. Nella parte più occidentale della Spianada si trova una delle costruzioni più emblematiche di Corfù e dell’intera Grecia, il cosiddetto Liston. L’edificio fu progettato dall’ingegnere francese Lesseps che, con molta ambizione, volle ricreare la famosa ed elegante Rue de Rivoli della capitale francese. Al giorno d’oggi, il Liston, con il suo porticato pieno di ristornati e di caffè, di cui uno porta il nome proprio della già citata via di Parigi, costituisce il cuore della movida di Corfù. A chiudere il lato nord della piazza, vi è un interessante edificio neo-classico, risalente al periodo di dominazione inglese, chiamato con il nome dei santi Michele e Giorgio, ma che, in realtà, era adibito ad un utilizzo di tipo politico-amministrativo.

La cosiddetta Fortezza Vecchia, chiamata così per distinguerla da quella Nuova, che sorge dal lato opposto della città, è una pittoresca penisoletta che si allunga sulla costa orientale dell’isola, non lontano dallo stretto che la divide dallo stato albanese. Già l’ingresso, munito di imponenti bastioni, situato davanti al Liston, ai margini della Spianada, fa presagire il grande prestigio del comprensorio monumentale. All’interno della fortezza, che si raggiunge attraversando un ponte che sovrasta un largo fossato, si trovano costruzioni di diverso genere, tra cui la chiesa di San Giorgio, in origine una prigione edificata dai Veneziani alla fine del Settecento, poi ampliata durante il breve periodo di protettorato britannico. Nei pressi sorge anche l’archivio storico, dove sono conservati documenti, immagini e sculture che risalgono perfino al periodo bizantino. Una volta visitata la fortezza vecchia, non si può fare a meno di salire sulla cima del torrione, da dove è possibile godere di un’ impareggiabile vista della costa ad est e della città verso ovest.

La Fortezza Nuova, invece, fu costruita tra il 1576 ed il 1645, dopo la demolizione di molti palazzi e chiese, per poterne reperire i materiali necessari e distrutta in gran parte nel corso della seconda guerra mondiale. Ancora oggi è visibile la strada lastricata che porta verso l’accesso, dove si erge la Porta su cui è impresso l’indimenticabile simbolo del leone di San Marco. La Fortezza Nuova si trova sopra il vecchio porto ed al suo interno vi è un intricato dedalo di tunnel, attualmente in disuso, che la collegavano alla Fortezza Vecchia e ad altri luoghi della città.

Tra i luoghi più frequentati e suggestivi di Corfù, annovero i villaggi di Messonghi e di Moraitka adagiati sulla costa orientale dell’isola, con spiagge ben attrezzate dalle quali si può ammirare il sole sorgere sul mar Ionio. I due paesini condividono la stessa striscia di spiaggia dalla sabbia grigia e ghiaiosa, che si affaccia su uno specchio d’acqua assolutamente cristallino. Mentre il villaggio di Messonghi si concentra quasi del tutto sulle rive del mare o lungo il pittoresco canale, dove sono ormeggiate le barche utilizzate per le escursioni, Moraitka si estende su un rilievo collinare e panoramico, conservando il fascino dell’antico insediamento ellenico. Una menzione particolare merita la località di Paleokastritsa, situata ad una ventina di chilometri dalla città principale. E’ un luogo incantevole, arricchito da sei baie e piccole spiaggette, bagnate da un’acqua trasparente e dai colori cangianti. Secondo quanto narra l’Odissea di Omero, qui sorgeva il palazzo di Alcinoo, il re dei Feaci.

A dieci chilometri dalla città di Corfù, si incontra un pregevole edificio, il palazzo Achilleion, chiamato anche il Palazzo di Sissi, perché fatto edificare dall’imperatrice Elisabetta d’Austria, desiderosa di ritirarsi nella natura incontaminata, quando la mondanità viennese le risultava troppo insopportabile. Il palazzo fu realizzato in stile pompeiano e prende il nome dall’enorme statua di bronzo che ne domina i giardini, Achille morente trafitto nel tallone. 

E per gli amanti del misticismo, non può mancare una visita alla penisola denominata di Kanoni, dove le principali attrazioni sono rappresentate dal monastero di Vlacherna e dall’isoletta di Pontikonissi. La prima è uno dei più importanti simboli dell’intera Corfù, visibile sia dai turisti che arrivano via mare che via aerea: è situata su un isolotto, collegato alla terraferma con un ponticello, costruito nel 1700 e, come luogo di culto, è dedicata alla Madonna di Vlahernon. La seconda attrazione è, come anticipato in precdenza, la splendida isoletta di Pontikonissi, raggiungibile in barca, ricca di pini e di cipressi ed adornata da una splendida cappella bizantina (Pantokratora), risalente all’inizio del dodicesimo secolo. Anche questo luogo è caro alla mitologia greca: l’isolotto non sarebbe altro che la nave di Ulisse, trasformata in roccia dal terribile Poseidone. Tra i paesaggi dell’isola più conosciuti, vi è il lago di Korission, anch’esso eletto a luogo emblematico perché visibile ai turisti che si avvicinano con la nave e che stanno per atterrare con l’aereo. Si tratta di un vero e proprio ecosistema che ospita circa 120 specie di uccelli, cormorani, anatre selvatiche, aironi e fenicotteri; anche la flora è variamente sviluppata, comprendendo i classici gigli bianchi mediterranei e ben 14 tipi di orchidee. Nella parte nord-occidentale di Corfù si impone la grande fortezza di Angelokastro, costruita a circa 300 metri sul livello del mare agli inizi del tredicesimo secolo, per volere di Michele, il despota dell’Epiro. Il percorso che porta alla fortezza, seppure panoramico, non è molto agevole e richiede un certo spirito d’avventura e di sacrificio.

Capo Drastis, poi, è il punto più settentrionale dell’isola di Corfù, famoso per la particolare conformazione delle scogliere che comprendono piccole grotte e strisce di sabbia. Si narra che il noto scrittore ed avventuriero Lord Byron abbia soggiornato nei pressi di Drastis e ne abbia tratto spunti per le sue poesie. Il migliore accesso al promontorio è quello che attraversa il villaggio di Perulades, un tragitto che regala scorci di eccezionale bellezza paesaggistica.

In maniera analoga a tutte le isole glamour, anche Corfù ha i suoi angoli dedicati al romanticismo, come ad esempio il canale dell’amore presso il centro turistico di Sidari, collocato anch’esso nella parte nord. La forma del canale è molto suggestiva, in quanto si compone di una serie di rocce che si allungano verso il mare, dove si incuneano piccole baie raggiungibili mediante stretti sentieri o anguste scalinate. Nella parte più meridionale dell’isola, si distingue la località di Kavos, preferita dai visitatori più giovani. La strada principale del villaggio è costellata di bar, pub, ristoranti e di locali dove si può ascoltare musica di diverso genere, mentre la spiaggia si estende per ben otto chilometri ed è molto apprezzata per la sabbia soffice ed il mare limpidissimo. Sempre nella parte meridionale, si estende la bellissima spiaggia di Issos, contrassegnata dai turisti internazionali come Issos beach. Si tratta di una lunga spiaggia sabbiosa, molto conosciuta per le sue dune naturali che si propagano fino ad un’ampia vallata nell’interno dell’isola. L’acqua del mare è talmente limpida che il sole si specchia in essa con i suoi riflessi dorati. Tra le dune di Issos beach sono state ambientate alcune scene del film Solo per i tuoi occhi, appartenente alla celebre saga di James Bond.

Corfù, con la sua forma allungata e sinuosa, appare una sirena adagiata tra le acque del Mar Ionio, che incanta con le dolci melodie del suo paesaggio e con il fascino senza tempo della sua storia millenaria.