Berlino: storia, segreti e attrazioni di una città unica

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Berlino non è semplicemente la capitale della Germania, ma è stata la città simbolo della sofferenza, della divisione, della speranza ed, infine, della rinascita di un ideale europeo sospeso tra i conflitti del passato e le incertezze del futuro. 

Berlino è la maggiore città dello stato tedesco, ma costituisce di per sé un Bundersland autonomo, rappresentando una sorta di città-stato, con un’area metropolitana che racchiude più di 5.000.000 di persone. Il suo glorioso passato, unitamente al nuovo sviluppo seguito alla caduta del Muro nel 1989, hanno reso la città “prussiana” uno dei più importanti centri politici, culturali, scientifici e mediatici d’Europa. 

Rispetto ad altre metropoli europee e della stessa Germania, come Colonia ad esempio, Berlino può essere considerata una città relativamente giovane, in quanto sarebbe nata probabilmente come un piccolo villaggio di origine slava, più o meno nel XII secolo, nei pressi di un’isola nel fiume Sprea. Le fonti storiche evidenziano che all’inizio vi erano addirittura due distinti insediamenti: Berlino, ad est del fiume, e Colln, posizionata proprio sull’isola. Un’antica tradizione popolare ritiene che il nome della città derivi dal termine tedesco Bar, che vuol dire orso, animale presente nella zona nel periodo della fondazione e raffigurato sullo stemma della città fin dal 1280. La maggior parte degli studiosi, tuttavia, ritiene che Berlin sia ricollegabile alla radice slava berl, che vuol dire palude e, nel caso specifico, “isola del fiume”. 

La storia

Nei secoli successivi e, soprattutto, nella seconda metà del quindicesimo secolo, Berlino impose la propria influenza su tutte le altre città della circostante regione geografica, il Brandeburgo, diventando la residenza dei “margravi”. La sua importanza continuò a crescere: nel 1791 diventò la capitale del regno di Prussia e dal 1871 la capitale dell’impero tedesco. Il momento di massima espansione urbanistica, tuttavia, ci fu nel 1920 quando le Autorità inglobarono molti comuni indipendenti, creando la “Grande Berlino”. La città rimase capitale della Germania anche durante l’epoca nazionalsocialista e per questo, durante la seconda guerra mondiale, diventò il bersaglio più ambito dei bombardamenti anglo-americani e russi.

Dopo la resa della Germania dell’8 maggio 1945, Berlino fu suddivisa in quattro zone d’occupazione che, a loro volta, furono suddivise in due parti contrapposte: i tre settori occidentali (Berlino ovest) ed il settore sovietico (Berlino est). Quest’ ultima ed, in particolare, il quartiere di Pankow, divenne la capitale della Repubblica Democratica Tedesca, mentre Berlino Ovest si inserì solo come “quartier generale” delle Potenze Occidentali oltre la Cortina di ferro, in quanto, come è noto, la sede del governo della Repubblica Federale Tedesca fu portata a Bonn, nella regione storica della Renania, a pochi chilometri dell’antica Colonia. Successivamente vi fu il tentativo sovietico di annettere Berlino ovest alla Repubblica Democratica Tedesca, quando Chruscev nel 1958 minacciò gli Alleati anglo-americani che respinsero in maniera categorica l’iniziativa.

Il 13 agosto 1961, il governo della Germania Est, avendo ottenuto il consenso da Mosca, costruì il famoso Muro, allo scopo di contenere la fuga verso l’Occidente dei propri cittadini, allettati dalla propaganda americana di libertà e di benessere. Lo storico evento del 9 novembre 1989 ha consentito la riunificazione tedesca, Wiedervereinigung, con l’importante conseguenza che Berlino è tornata ad essere la capitale della Germania, anche se è occorso qualche anno affinchè tutto l’apparato burocratico della Repubblica Federale Tedesca  potesse ricomprendere anche l’intero sistema della parte orientale, con tutte le differenze economiche  e sociali derivanti da decenni di contrapposizione.

L’urbanistica

La struttura urbanistica dell’attuale metropoli è il risultato di otto secoli di storia, durante i quali Berlino ha continuamente cambiato volto, a causa delle differenti configurazioni politiche dei vari regimi a partire dall’epoca medioevale.

La parte più antica della città è rappresentata dall’attuale quartiere di Mitte, con l’isola nel fiume Sprea, di cui si è detto prima, in posizione centrale. È interessante notare che sul lato orientale dell’isola era collocato il cosiddetto Castello di Città, fin dal 1443, divenuto Castello reale di Prussia nel 1701. Poichè tale edificio costituiva l’emblema del potere tedesco, il governo comunista lo distrusse nel 1950 e, tra il 1973 ed il 1976, fece costruire il Palast der Republik (Palazzo della Repubblica). Con l’unificazione, cambiò nuovamente l’orientamento con relativa demolizione della costruzione comunista tra il 2006 ed 2008, allo scopo di erigere davanti alla piazza del Castello, un nuovo edificio che, nelle dimensioni  e nella struttura generale, potesse ricordare l’antico splendore del Castello originario.

Nella parte settentrionale della stessa piazza è presente il Lustgarten che un tempo era il giardino del vecchio Castello, nonché il Duomo, la cui costruzione definitiva risale al 1536, anche se l’aspetto attuale deriva dai notevoli lavori di rifacimento compiuti all’inizio del ventesimo secolo. La zona più suggestiva dell’isola, tuttavia, anch’essa situata nella parte settentrionale, è quella chiamata “isola dei Musei”, contenendo tre grandi edifici adibiti alle esposizioni permanenti e temporanee, costruiti a partire dal terzo decennio del diciannovesimo secolo. L’isola dei Musei è ritenuta uno dei complessi museali più importanti del mondo, con le sue fornitissime collezioni artistiche ed archeologiche si impone per rigorosità delle informazioni ed efficienza delle strutture. Nella parte meridionale dell’isola, invece, si poteva ammirare, fino ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, un’architettura tipica, denominata Fischerinsel che, in lingua italiana, può tradursi “isola dei pescatori”, ma oggi dell’antico borgo rimane soltanto il piccolo ponte Jungfernbrucke, collegamento dell’ovest dell’isola con la terraferma. 

La metropoli berlinese si presenta diversa se ci dirigiamo ad est o ad ovest dell’isola centrale. Nella parte orientale si trova il quartiere di San Nicola, quasi completamente ricostruito dopo la seconda guerra mondiale che gravita intorno alla Nikolaikirche (chiesa di San Nicola), considerata la più antica chiesa di Berlino, mentre proseguendo si nota il Municipio Rosso, ristrutturato verso la metà del diciannovesimo secolo, ma ancora nella posizione originaria dell’epoca medioevale, così come la Marienkirche (chiesa di Maria), fondata nel tredicesimo secolo.

Ad occidente dell’isola si percorre il maestoso viale Unter den Linden (sotto i tigli) che conduce fino alla Porta di Brandeburgo, il simbolo forse più importante della cittadinanza berlinese, presente in quasi tutte le raffigurazioni della metropoli. Il viale fino alla metà del diciassettesimo secolo non era altro che un sentiero polveroso utilizzato per cavalcare e nei secoli successivi è stato più volte ampliato ed adattato all’impianto urbanistico della città. In quest’ottica deve essere osservata la sua disposizione simmetrica: il viale è, infatti, tagliato a metà dalla perpendicolare Friedrichstrasse che si congiunge con la parte meridionale, la Friedrichstadt, la città di Federico, fondata nel 1688 e divenuta parte integrante della città di Berlino nel 1709. Tale quartiere rappresenta quasi “una città nella città” che ha il suo punto nevralgico nella famosa piazza Gendarmenmarkt, con due chiese imponenti ed il teatro-tempio Schauspielhaus, oggi adibito per lo più a grande sala per i concerti.              Sul “viale dei tigli” si possono ammirare costruzioni davvero sontuose ed interessanti, come la Staatsoper (Teatro dell’opera) e la Chiesa Cattolica di Sant’Edvige, ma anche la Biblioteca, la Guardia Nuova ed il lussuoso Hotel Adlon, distrutto nel 1945 ma riaperto nel 1997.

Proseguendo nella parte settentrionale della città rispetto al centro storico, troviamo il Scheunenviertel, il quartiere dove nel corso dei secoli si rifugiarono moltissimi Ebrei per evitare le persecuzioni dei Paesi dell’Europa orientale. Bisogna osservare che qui fiorì un’organizzatissima comunità ebraica, intorno alla monumentale grande Sinagoga, inaugurata nel 1866 ed attualmente sede del Centrum Judiacum. Berlino, infatti, prima dell’avvento delle follie naziste, poteva vantare una delle comunità ebraiche più culturalmente attive dell’intero continente europeo. Il più importante polmone verde della capitale tedesca è il Tiergarten, il vasto parco centrale, un tempo riserva di caccia dei re di Prussia, aperto al pubblico da Federico il Grande già nel 1742. Al centro del parco spicca la Sieggessaule, la Colonna della Vittoria, visibile da quasi tutte le angolazioni, mentre in prossimità del parco è situato l’importante Giardino Zoologico e la Haus der Kulturen der Welt (Casa delle culture del mondo), dedicata ai congressi ed alle mostre internazionali. Nella medesima zona, sorgono lo Schloss Bellevue, Castello Belvedere, sede del Presidente Federale dal 1994 ed il Reichstag, sede del Parlamento.

Nei primi decenni del ventesimo secolo, intorno alla storica Berlino, erano cresciuti a dismisura altri insediamenti, in considerazione del notevole sviluppo industriale e del conseguente esponenziale aumento demografico. Nel 1920 con apposito provvedimento normativo, le Autorità decisero di inglobare nella metropoli tutte le città adiacenti, con il risultato che la popolazione risultò più o meno raddoppiata, passando da 1.900.000 a 3.800.000. Furono soprattutto sette le città circostanti che contribuirono alla formazione della “Grande Berlino”, tra le quali emerge sicuramente Charlottenburg che, da piccolo villaggio sorto intorno all’omonimo castello nel XVI secolo, era divenuta nel XX secolo una città con più di 300.000 abitanti. Attualmente costituisce la nuova parte occidentale della metropoli, con l’elegante viale Kurfurstendamm, pieno di teatri e negozi.

Tra il centro di Berlino e Charlottenburg, si trova Schoneberg, zona molto borghese che, nel periodo della Guerra Fredda, fungeva da Municipio di Berlino ovest. Tra i tanti comuni che hanno composto la “Grande Berlino”, è doveroso menzionare Spandau, il cui centro storico è più antico della stessa Berlino, con la sua cittadella in stile prettamente medioevale. Alla metropoli tedesca, dopo l’ampliamento,  fu dato il nome di “città dei cento villaggi” e, con la riforma del 1 ottobre 1920, diventò la seconda città al mondo per superficie, dopo Los Angeles, e la terza per popolazione, dopo Londra e New York. Dopo la seconda guerra mondiale, la città ne uscì completamente danneggiata e la ricostruzione di alcune zone cominciò subito all’indomani del disastroso conflitto, soprattutto allo scopo di far funzionare le vie di approvvigionamento. Ancora adesso si possono notare elementi illesi, altri restaurati ed altri ancora ricostruiti che convivono l’uno accanto all’altro, in uno stile che è diventato peculiare della capitale tedesca.

I segreti di Berlino

Berlino è una città dai mille volti e, come abbiamo esposto brevemente, presenta molteplici sovrapposizioni nel corso dei secoli. Accanto ai luoghi più conosciuti, vi è una città segreta e misteriosa con tanti luoghi meno noti, ma non meno affascinanti. Non molto distante dalla conosciutissima Alexanderplatz, si erge il “Palazzo delle Lacrime”, collocato accanto alla stazione di Firiedrichstrasse, centro della dittatura della Repubblica Democratica Tedesca fino al 1989. Nessun altro luogo, come questo, ricorda la divisione della Germania e della stessa Cortina di ferro. In questo palazzo il governo della Germania dell’Est decideva per gli espatri dei cittadini verso Berlino ovest, incidendo profondamente sui destini di chi sperava in un futuro migliore. Dal 2011 è presente un’esposizione permanente, intitolata proprio “Esperienze di confine. Quotidianità della divisione tedesca!”, contenente oggetti e documenti originali sul periodo tanto travagliato che tanto ha inciso sulla vita della popolazione tedesca e dell’intera Europa.

Una passeggiata nel quartiere universitario ed in quello ebraico rende la metropoli più familiare, consentendo un approccio più “umano” e meno “accademico” nella scoperta della vita dei cittadini, così come non deve mancare una visita in una delle grandi pasticcerie sparse ovunque, dove è possibile gustare un ottimo krapfen, il tradizionale dolce teutonico. 

La Berlino antica, con le sue modeste abitazioni, poi, non è interessante soltanto dal punto di vista architettonico, ma soprattutto come testimone delle condizioni difficili in cui versavano migliaia di lavoratori, qui ammassati, all’inizio del periodo della rivoluzione industriale.

Berlino esoterica

Berlino presenta molte attrattive anche per gli appassionati della simbologia esoterica. Tra i numerosi posti misteriosi, in primo luogo segnalo la Neptunbrunnen, ovvero quella fontana situata nei pressi di Alexanderplatz, che prima si trovava all’interno di un Museo. Sembra che il suo scultore, Reinhol Begas, fosse un seguace del mondo esoterico tedesco, meglio conosciuto con il nome di “pangermanismo”.    La fontana, creata sul finire del diciannovesimo secolo, raffigura il dio Nettuno con il tradizionale tridente in mano, al centro di un gruppo marmoreo che rapprresenta i principali fiumi tedeschi: il Reno, l’Elba, l’Oder e la Vistola, arricchiti di altri particolari simbolici. I fiumi sono associati ad animali: un serpente, un coccodrillo, una foca ed una tartaruga, mentre ogni personaggio tiene in mano oggetti dall’evidente simbologia ermetica. Lo scultore Begas viaggiò molto in Italia e sicuramente conosceva la fontana del Bernini di Piazza Navona a Roma, quella cosiddetta dei “ Quattro Fiumi”, da cui trasse ispirazione per la sua opera.

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La parte di Berlino più misteriosa, tuttavia, è forse quella che si trova nel sottosuolo che comprende un intero sistema di canali, tunnel, stanze, capaci di creare collegamenti fra le zone più distanti della città. Nel 1997 è nata una vera e propria associazione, la Berliner Unterwelten, formata da circa 500 soci che gestisce proprio l’Unterwelten Museum, istituzione che si occupa del mondo sotterraneo della capitale. Nel sottosuolo vi sono numerosi depositi di fabbriche di birra, rifugi antiaerei e bunker, oltre che tunnel costruiti per cercare disperatamente di lasciare la parte est della città, durante il periodo di divisione. In particolare, è ancora visibile uno degli ultimi bunker nazisti che conserva un’interessante reprospettiva fotografica comprendente anche visualizzazioni di locali simili, ma non più visitabili, nonché una fortezza antiaerea progettata da Hitler in persona, dopo che la città era stata colpita da un violento bobardamento inglese.

Anche la Berlino moderna, rinata dalle ceneri della seconda guerra mondiale, ricca di innovative sperimentazioni dell’architettura e del design contemporaneo, nonostante le sue vetrate terse, ha conservato il proprio spirito tormentato e ha continuato ad attirare artisti di ogni genere, alla ricerca di nuovi stimoli e  motivazioni. Tra questi, ricordiamo David Bowie che, a metà anni Settanta, si trasferisce da Los Angeles a Berlino, affascinato dai tormenti della città divisa, in un periodo dove il suo genio creativo vacilla e la sua salute sta andando in malora, arrivando a pesare circa 40 Kg. Insieme all’amico Iggy Pop, David Bowie arriva a Berlino Ovest, sistemandosi in un appartamento di di Hauptstrasse, il cuore della movida del quartiere di Schoneberg. 

A Berlino, la musica di Bowie risente dell’atmosfera rarefatta e surreale della città, traendo ispirazioni per testi più vaghi e puntuativi, accompagnati da una melodia più struggente e suggestiva. Per quanto riguarda la musica, Berlino è sicuramente una delle città che fa più tendenza in Europa, testimone peraltro, di un rinomato evento storico, il primo audio cd del mondo datato 17 agosto 1982 che comprendeva la Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss ed eseguita dai Berliner Philarmoniker. Attualmente, nella capitale tedesca si possono contare circa venti orchestre, tra cui alcune di spiccata vocazione professionale. Berlino favorisce non solo la musica classica, ma anche quella jazz e quella contemporanea, con numerosi investimenti e continue iniziative dirette a coinvolgere tutti i diversi gusti. Tra i numerosi teatri, il più importante è il già menzionato Staatssoper Unten den linden (Teatro dell’Opera), dove non è raro che vengano rappresentate opere italiane, da Puccini a Donizetti. Per i meno convenzionali, segnalo anche il Komische Oper, che presenta un’ambientazione molto particolare, per i suoi allestimenti fuori dagli schemi e per le sue rappresentazioni con regie contemporanee.

Berlino e l’arte

Anche dal punto di vista artistico, Berlino si impone come tra le più vivaci metropoli europee. Dopo la riunificazione, la capitale tedesca è diventata quasi il nuovo hotspot dell’arte in Europa, diffondendosi non soli i Musei e le Gallerie di esposizione, ma anche alcuni fenomeni di Street Art, quella tipologia di espressione creativa che ha dato vita ad un criterio alternativo di urbanizzazione e presa come modello da altre città. Berlino è diventata la meta preferita dei giovani artisti che vogliano sperimentare il proprio estro innovativo: Wedding e Newkolln sono i quartieri più frequentati dagli emergenti alla ricerca di nuovi spazi di elaborazione artistica.

Il panorama culturale offerto dai Musei di Berlino è uno dei più variegati al mondo, ad esempio soltanto la Gemaldegalerie ospita una collezione notevolissima, comprendendo opere di artisti del calibro di Botticelli, Raffaello, Durer, Tiziano, Rubens e Rembrandt, di cui può vantare una delle più fornite raccolte al mondo. Di grande pregio è il Museo chiamato Pergamon che al suo interno contiene reperti molto preziosi, come il cranio di un uomo di Neanderthal, il busto della famosa regina egiziana Nefertiti ed alcuni oggetti recuperati nell’area geografica dell’antica Troia da celebri archeologi come Heinrich Schliemann. 

Nella multietnica capitale tedesca ci sono Musei meno famosi, ma ugualmente ricchi di fascino e di umanità come, ad esempio, il Kathe Kolllwitz Museum che conserva le tragiche immagini dei cittadini della Berlino del ventesimo secolo, così sofferente e travagliata, o anche la Berlinische Galerie che si occupa di correnti artistiche innovative come l’espressionismo, il dadaismo, una forma espressiva nata durante il periodo nazista ed il surrealismo di giganti della pittura come Francisco Goya. Tra gli altri numerosi Musei, ricordo il Berggruen, con una collezione dal valore di circa 450 milioni di dollari ed il Museo del Design, comprendente l’Archivio Bauhaus, uno dei più suggestivi movimenti di design ed architettura della Berlino del ventesimo secolo. 

Un caso molto interessante è rappresentato dalla UferHallen, uno spazio di circa 2500 mq di arte contemporanea nel già citato quartiere di Wedding, nato originariamente come capannone industriale per la riparazione di tram e di autobus dell’azienda municipale e, poi, trasformato in un centro culturale per la promozione dell’arte con la presenza di numerosi atelier appartenenti ad esponenti di differenti generi artistici. 

L’arte berlinese è anche strettamente legata alla storia del Muro. Dopo la riunificazione, i graffiti tipici della Street Art erano già diffusi nella parte occidentale, mentre a Berlino est cercavano di emergere dalla soffocante dittatura. Gli stessi resti del Muro sono diventati oggetto delle più stravaganti raffigurazioni, quasi tendenti ad esorcizzare lo spettro del passato di sofferenza e di divisione. La East Side Gallery occupa proprio il tratto più famoso del Muro, nonché quello più a lungo lasciato nella sua posizione iniziale e, precisamente, percorre la Muhlenstrasse, lungo il fiume Sprea, con un lunghezza di circa un chlilometro e trecento metri. L’idea iniziale era quella di creare la più grande galleria d’arte del mondo, laddove sorgeva il simbolo della discordia e della separazione dell’Europa e dell’intero mondo: attualmente sono presenti circa 100 murales dipinti da artisti di diversi Paesi. Per l’altissimo valore emblematico, già nel 1991 la East Side Gallery  è stata dichiarata “monumento protetto”.

E, nel corso della mia ultima visita a Berlino, mi sono soffermato con più attenzione ad osservare alcuni particolari della Postdamer Platz, storica piazza distrutta durante la seconda guerra mondiale, diventata zona di confine durante la Guerra Fredda e, perciò, poco curata. Negli ultimi tre decenni, la piazza e l’area circostante sono state completamente ricostruite, ma vi sono ancora alcuni segni lasciati a testimoniare il confine tra Berlino Ovest e Berlino Est: una striscia di sanpietrini attraversa la piazza come un’antica eco di divisione ed, al centro della piazza, sono tuttora esposti alcuni resti del muro ricoperti di graffiti. La fantasia dei berlinesi ha perfino creato una pista ciclopedonale che ricalca l’intero confine tra le due Berlino. Lungo il percorso permane ancora qualcosa del vecchio Muro, ma vi sono soprattutto numerosi pannelli con informazioni sulla divisione della Germania, nonché sulla costruzione e sulla demolizione del Muro. Vi è da aggiungere che negli anni Novanta vi furono accesi dibattiti sull’opportunità o meno di conservare tracce del Muro divisorio, in quanto una buona parte dell’opinione pubblica era favorevole a cancellarne ogni evidenza. 

Credo che poter passeggiare liberamente in uno dei luoghi più significativi per la testimonianza degli orrori dell’epoca contemporanea, toccando con mano le tracce della divisione, possa essere educativo e di monito per un’Europa che continua a cercare affannosamente la sua identità e per il mondo intero, dove le contrapposizioni ideologiche, politiche e culturali sono all’ordine del giorno.  

“E di colpo venne il mese di febbraio….Alexanderplatz, auf wiedersehen….”, mi piace concludere questa breve panoramica sulla città di Berlino, ricordando la celebre canzone interpretata da Milva, intitolata ad una delle più famose piazze della capitale tedesca e che evoca il triste scenario della Guerra Fredda.  L’ Alexanderplatz era stata, infatti, rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e, ancora oggi, presenta un’estetica di stampo stalinista, avendo fatto parte per decenni della parte est di Berlino. Accanto alla famosa Torre della Televisione, una delle più alte strutture d’Europa grazie ai suoi 365 metri di altezza e all’Urania Weltzeituhr, un grande orologio che segna l’ora di tutte le principali città del mondo, sorge la Fontana dell’Amicizia internazionale, un benaugurante monumento più moderno, il cui ultimo restauro risale al 2002, con uno sguardo di speranza verso il futuro.

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