Quando Ronnie James Dio cantò in italiano

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C’è stato un tempo in cui Ronnie James Dio, uno dei più grandi cantanti Heavy Metal di sempre e colui cui si deve il famoso gesto delle corna simbolo dei metallers, ha deciso di cantare in italiano. Che tristezza senza te è il titolo del brano. Sì, avete letto bene, è parliamo per di più di una canzone melensa, una sviolinata d’amore.

Facciamo un passo indietro.

Prima di diventare uno dei più apprezzati cantanti di sempre, Ronald James Padavona era un esile ragazzino di poco più di un metro e sessanta cresciuto con la passione per la letteratura fantasy e per il baseball a Cortland, una tranquilla cittadina dello stato di New York, in una famiglia di origini italiane (il nonno emigrò negli Stati Uniti all’inizio del 1900).

Iniziò a studiare la tromba all’eta di 5 anni fino a quando a 17 anni scoprì il basso e cominciò così a esibirsi in un misconosciuto gruppo rock’n’roll locale che dopo diversi cambi di nome e formazione divenne Ronnie Dio & The Prophets. Tale nome d’arte venne scelto non per riferimenti religiosi o blasfemi ma semplicemente per richiamarsi al celebre gangster italoamericano dell’epoca Johnny Dio che terrorizzò Manhattan per decenni.

Per sua stessa ammissione proprio gli esercizi di respirazione con la tromba sin da bambino gli forgiarono la sua incredibile vocalità.

Ronnie James Dio canta in italiano

Per onorare le sue origini italiane pubblicò nel nostro Paese il brano Che tristezza senza te, una semplice ballata rock’n’roll.

Si tratta della traduzione di Mr. Misery, suo secondo singolo da solista.

Un brano romantico e senza particolari pretese che dura il tempo di un ballo con qualche graziosa fanciulla ma che lascia intravedere già i barlumi di una qualità vocale unica, che emergerà da lì a poco quando nel 1967 i The Prophets si trasformeranno nel gruppo hard rock degli Electric Elves (poi divenuto semplicemente Elf). Così Ronnie inizierà una mirabolante carriera che lo porterà a diventare il frontman di Rainbow, Black Sabbath etc…

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