Posted by Sul vero significato di Matrix, il film dei Wachowski che nel 1999 ha trasportato il genere di fantascienza nel nuovo millennio, ci sono diverse teorie ed esplicitarle tutte richiede una trattazione dedicata: si parla di rottura del muro tra realtà e apparenza, coscienza di vivere in una simulazione al computer (teoria che sta avendo sempre più sostenitori anche in campo scientifico) ma anche fuga verso la libertà e raggiungimento dei propri obiettivi, interpretando i segnali del mondo in cui nessuno crede. C’è molta filosofia, oltre ovviamente a meccanismi sci-fi che hanno fatto scuola. E ovviamente nessun hint su quale sia il significato corretto è stato mai fornito dai registi del film.
Poi c’è il codice. Quella cascata di caratteri digitali verdi su sfondo nero che rappresenta il linguaggio core di Matrix, l’algoritmo che le permette di esistere. Quello che gli operatori esperti del film erano in grado di leggere a occhio nudo, identificando dietro quei caratteri tutto quel che succedeva nel mondo simulato di Matrix. Su quel codice, recentemente è stata fatta una rivelazione shock su CNET, da parte del production designer Simon Whiteley che ha creato la celebre pioggia digitale verde.
Pare che il codice sia composto da una serie di scritte giapponesi prese dal libro di ricette per sushi di sua moglie. Whiteley ha scannerizzato le scritte giapponesi e le ha processate in modo da renderle una cascata digitale in trasformazione, ma all’origine di tali scritte c’è un semplice libro di ricette. “Ci tengo a far sapere a tutti che il codice di Matrix è fatto di ricette di sushi. Senza quei codici, Matrix non esisterebbe”, ha dichiarato il designer nell’intervista.
Simon Whiteley lavora per la Animal Logic, che oltre a Matrix ha dato il suo contributo per gli effetti speciali di film come La Sottile Linea Rossa di Terrence Malick e la saga Lego Movie. Non è dato sapere se anche negli altri film ha usato espedienti come quello di Matrix.
