Beatles vs. Rolling Stones: la più grande rivalità mediatica del rock

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Nella storia del music business abbiamo visto numerose rivalità (vere o presunte) che si sono susseguite negli anni. Una di quelle che più ha appassionato gli ascoltatori moderni è quella tra Blur e Oasis. Quella più famosa e storica, però, resta una e una sola: quella che coinvolse i Beatles e i Rolling Stones.

Sfatiamo subito un falso storico: i due gruppi non erano davvero in competizione, avendo poco in comune: i Beatles erano infatuati del rock’n’roll e di Elvis Presley, mentre i Rolling Stones erano visceralmente innamorati del blues più oscuro, quello di Muddy Waters (da un suo brano il loro nome) e Robert Johnson.

I diversi interessi permettevano teoricamente la comune coesistenza, visti gli ambiti ed il pubblico cui si rivolgevano così differenti, anzi, la reciproca stima fece nascere un rapporto d’amicizia tra i leader.

Addirittura Lennon e McCartney avevano scritto nel 1963 “I wanna be your man” per la band di Jagger, permettendogli di staccarsi dalle cover blues in cui fino a quel momento si era cimentata. La loro rivalità, quella di cui tutti i media parlano da decenni, venne costruita a tavolino, soprattutto dal manager degli Stones, Andrew Loog Oldham, e permise al gruppo londinese di ottenere una grande visibilità, andando a riempire lo spazio lasciato “a sinistra” dai quattro di Liverpool.


I Beatles

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I Beatles, fin dall’inizio della loro carriera discografica, erano stati proposti come i classici bravi ragazzi della porta accanto, rassicuranti nelle loro giacche ordinate e nei loro capelli ben pettinati, vendendo un’immagine che poco apparteneva al loro reale modo di essere, soprattutto nelle persone di Lennon e Harrison, non certo appartenenti alla migliore borghesia.

Questa manipolazione estetica e mediatica era dovuta all’intuizione di Brian Epstein, il loro manager, che, ripulendoli dai loro eccessi amburghesi, seppe introdurli in un binario che li portò dritti a suonare per la regina e a ricevere il titolo di baronetti.


I Rolling Stones

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Gli Stones, che paradossalmente avevano maggiori possibilità di apparire come i favoriti dai media per la loro estrazione sociale (sicuramente migliore degli “scarafaggi”), ebbero il trattamento opposto.

Oldham capì che mettendoli in contrapposizione con i più famosi Beatles, avrebbero ottenuto un riscontro di vendite maggiore, soprattutto nei giovani che iniziavano a manifestare i primi segni di insoddisfazione verso la rigida società britannica: nasceva la rivalità Beatles Vs. Rolling Stones.


La rivalità

La mossa fece scatenare i media che già vedevano male il proliferare di questi “complessi” che ispiravano alla ribellione le giovani menti dell’Impero: i Beatles erano i “buoni”, mentre gli Stones erano i “cattivi”, attori involontari dell’eterna lotta tra il bene ed il male.

Questi ruoli assegnati a tavolino fecero per un po’ le fortune dei due gruppi, riempiendo i giornali di dibattiti sempre più accesi, mentre i diretti interessati ridevano e accumulavano milioni di vendite.

Poi i Beatles iniziarono a manifestare il proprio disagio per la finzione cui erano costretti, lasciando sempre più trapelare la loro vera natura e rendendo mano a mano più difficile il compito di Epstein.

Quello che meno digerivano (soprattutto Lennon) era la poca considerazione che veniva tributata loro dai “veri” artisti e dai movimenti di sinistra, che non li trovavano interessanti e profondi quanto i Rolling Stones.

Con l’introduzione alle droghe leggere da parte di Bob Dylan (seguite da quelle pesanti per mano d’altri), i Beatles accelerarono lo smarcamento, allungando barbe e capelli e vestendo in maniera sempre più stravagante e meno ordinaria, proprio come i rivali londinesi, rompendo anche dal punto di vista dei loro testi e atteggiamenti gli ultimi argini del loro essere edulcorati.

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I Rolling Stones, dal canto loro, continuarono a mostrarsi come teppisti, divenendo una vera ossessione per un certo tipo di media, fino a quando rischiarono grosso con la retata del 1967 a Redlands, nel Sussex.

La tenuta di Keith Richards fu assaltata dalle forze dell’ordine in cerca di stupefacenti proprio mentre il proprietario, Mick JaggerMarianne Faithfull ed altri erano sotto effetto LSD.

I due Stones vennero arrestati ed imprigionati per possesso di droga (anche se in realtà non è che ne avessero molta), ma quello che fece più scalpore fu che a fare la soffiata alla polizia fu un tabloid, che comprò l’informazione dallo spacciatore di Richards.

Ormai si era arrivati ad un punto di non ritorno, con la guerra dei media che aveva raggiunto un livello mai visto prima. Jagger fu condannato a tre mesi di reclusione e Richards ad un anno, ma l’intervento del Times con l’editoriale “Chi schiaccia una farfalla sotto una ruota”, che  accusò la giustizia britannica di aver condannato le rockstar e non i cittadini comuni, portò una riconsiderazione delle pene in appello.

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Con la fine degli anni ’60 e lo scioglimento dei Beatles nel 1970, la grande rivalità Beatles Vs. Rolling Stones fu cristallizzata e legata indissolubilmente al decennio appena trascorso. I Beatles intrapresero carriere soliste e si trovarono spesso a battagliare tra loro in classifica, mentre i Rolling Stones hanno continuato tra alti e bassi, perdendo anche qualche pezzo durante il tragitto (Brian Jones su tutti), arrivando comunque ai giorni nostri ancora con la fama di dannati.

 

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