“Devastation, finally we meet”: Mockingbirds, l’inno disperato dei Grant-Lee Buffalo

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Quante cose ci sarebbero da dire sui Grant-Lee Buffalo. Tante, sicuramente più di quelle che sono state realmente raccontate. Una band che sprizza America da tutti i pori, con un sound così retrò ma così allo stesso tempo dannatamente inedito, e un cantautore alla guida, Grant Lee Phillips (nome d’arte di Bryan Phillips) che ha saputo scrivere brani che sarebbero potuti entrare nella storia della musica americana anni ‘90 (e non solo).

È il 1994 quando viene pubblicato Mighty Joe Moon, album stupendo, che chi scrive non esita a definire capolavoro, solamente un anno dopo Fuzzy, altro disco denso di uno spirito introvabile altrove. Se l’obiettivo era scrivere un disco duraturo, beh, è stato centrato in pieno: in bilico tra passato e futuro, qualcosa che guardava ai mostri sacri del cantautorato americano ma con uno spirito nuovo, inedito. Non c’è in queste 13 tracce un brano che non sia bello, ma oggi ci soffermiamo su uno in particolare, tra i più rappresentativi della band: Mockingbirds.

Grant Lee Buffalo - Mockingbirds

La canzone nasce da una vera e propria catastrofe: nelle prime ore del mattino del 17 gennaio 1994 si verificò uno spaventoso evento sismico, con epicentro Northridge (periferia di Los Angeles). Un terremoto con magnitudo di 6.7 Richter e con un PGA (Peak Ground Accelleration, ovvero la misura della massima accelerazione del suolo) elevatissimo. Vi furono circa 60 morti, 9000 feriti, e danni per 40 miliardi di dollari. Grant Lee Phillips e la moglie perdono così la loro casa. Da un tragico evento come questo arriva l’ispirazione.

Ed è già nell’incipit del brano, nelle prime parole che Phillips sceglie per introdurci nella musica e per parlare di un simile disastro che scopriamo tutta la poesia e l’aura da film che pervadono la musica dei Buffalo. Un faccia a faccia con la devastazione, la distruzione, come nei duelli del cinema.

Devastation at last finally we meet
After all of these years out here on the street

I had a feeling you would make yourself known
You came along just to claim your place on the throne
And I have been overthrown
Overthrown

Devastazione, alla fine finalmente ci incontriamo
Dopo tutti questi anni qui fuori per strada
Avevo il presentimento che ti saresti fatta conoscere
Sei venuta solamente per reclamare il tuo posto sul trono
E sono stato rovesciato
Rovesciato

Così veniamo immersi nella magia del ritornello, dove Phillips, che sa alternare magistralmente più registri vocali nello stesso brano, sfoggia un indimenticabile falsetto a favore di una melodia unica. Dalla seconda strofa entrano in scena il basso/pianoforte di Paul Kimble, la batteria e il violoncello, in un incredibile crescendo, che contribuisce a creare quest’atmosfera malinconica, piena di consapevolezza della propria impotenza verso qualcosa che, quando meno ce lo aspettiamo, può devastarci, confoderci, sopraffarci, e riprendersi il trono nell’illusione della nostra “sovranità”. Un crescendo che sfocia sul finale in un elettrico assolo che riprende la melodia (come in Fuzzy, altro magico brano della band). Nel frattempo Phillips allude nel testo, con la delicatezza che lo contraddistingue, a terremoti interiori più intimi e profondi, storie d’amore non concluse nel modo giusto e che ora lasciano solo un grande senso di atroce confusione.

Mi hai portato nel tuo cuore e hai ingoiato il mio orgoglio
Avevo la sensazione che stessi nascondendo i tuoi pensieri
Ora sono troppo agitato
Troppo agitato

L’iconico video di Anton Corbijn (Depeche Mode, Nirvana), con i membri della band chiusi in gabbia e dei volatili ritratti in molte attività mondane “umane”, misto alla stupenda melodia, la chitarra acustica e quell’atmosfera malinconica e magica, avrebbero potuto rendere questo brano un cult degli anni ‘90. Così non è stato, ma a noi, così come ai membi della band, non importa: anzi, è un motivo in più per invitarvi ad ascoltare e conoscere queste gemme. Che possono nascere anche da eventi distruttivi, catastrofi che ci costringono a porci domande sul nostro ruolo e sulla nostra reale potenza nel mondo.

Woke from a dream where I was in a terrible realm
All my sails were ablaze I was chained to the helm
And now I am overwhelmed
I’m overwhelmed

Mi sono svegliato da un sogno dove ero in un regno terribile
Tutte le mie vele erano in fiamme, ero incatenato al timone
E ora sono sopraffatto
Sopraffatto

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