Il potere del suono sul cervello umano: frequenze binaurali e canti armonici

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L’orecchio umano è in grado di ascoltare un suono solo se la sua frequenza è compresa tra i 20 e i 20.000 Hertz. In realtà non tutte le persone sono in grado di udire in un intervallo cosi ampio, molto spesso la massima frequenza che riusciamo a percepire non è maggiore di 16.000 Hz. In ogni caso, resta un ampio spettro di frequenze inaccessibile al nostro orecchio. Eppure alcune di quelle frequenze posso avere effetti benefici sull’essere umano.

Quando il cervello umano è in stato di rilassamento, (ossia quando non è totalmente vigile e cosciente), sono state rilevate frequenze che vanno al di sotto dei 20 Hertz. Quando ad esempio il cervello si trova in stato Alpha (stato tipico del dormiveglia e della meditazione leggera) gli Hz nel cervello vanno da 8 a 14. Con le onde Theta invece (Fase di meditazione profonda o Sogni, fase REM), andiamo dai 4 agli 8 Hz. Mentre con le onde Delta (tipiche di chi sta dormendo profondamente) siamo sotto ai 4 Hz. Ne consegue la seguente classificazione:

  • Delta – da 0,5 a 4 Hz: Sonno profondo e senza sogni.
  • Theta – da 4 a 8 Hz: Meditazione profonda, Trance, sogni, fase REM.
  • Alpha – da 8 a 14 Hz: Rilassamento vigile, Meditazione leggera, dormiveglia.
  • Beta – da 14 a 39 Hz: Stato vigile e di concentrazione, (più si sale più si va verso stati di ansia)
  • Gamma – sopra i 40 Hz: Agitazione, Paura, Attività cerebrale elevata.

Le frequenze molto basse, dunque, facilitano lo stato di rilassamento del cervello umano, proprio perché lo inducono a sincronizzarsi in quei range di frequenza che sono tipici della fase di sonno o di meditazione. Ascoltando delle frequenze a 7 Hz, ad esempio, faciliteremmo il nostro cervello nel favorire la meditazione stessa e le esperienze oniriche. Il problema però è che, come già detto, l’orecchio umano è impossibilitato a percepire queste frequenze. Allora come meditare con una frequenza di, per esempio, 7 Hz, se in maniera naturale non possiamo sentirla?

binauralbeats

Esistono due “trucchi” per fare in modo che il nostro cervello riesca ad ascoltare tali frequenze. Il primo è quello delle frequenze binaurali. Le “Binaural Beats” sono state scoperte nel 1839 dal tedesco H. W. Dove, anche se poi entrarono realmente in uso soltanto in seguito alla sperimentazione diretta sul cervello grazie al Dottor Gerald Oster al Mount Sinai School of Medicine di New York, nel 1973. L’espediente consiste nel creare due suoni con frequenze distinte, entrambe udibili dall’orecchio umano, lasciando però fra una frequenza e l’altra un margine rappresentato proprio dalla frequenza binaurale che si vuole riprodurre. Se volessimo creare una binaurale a 7 Hz potremmo ascoltare attraverso gli auricolari un suono di 300 Hz nell’orecchio sinistro e magari 307 in quello destro. Fra 300 e 307 c’è un margine di 7 Hz. In questo modo l’orecchio percepirà entrambi i suoni (perché non sono inferiori ai 20 Hz) ma, essendo il distacco fra una frequenza e l’altra molto breve, il cervello verrà “ingannato” e sentirà proprio la frequenza che a noi serve. Le binaurali non sono altro che dei toni che riescono a essere percepiti dal cervello quando due suoni con frequenze e differenze inferiori a una certa vengono ascoltati separatamente.

L’altra tecnica che utilizza i suoni per indurre stati alterati di coscienza e facilitare la meditazione, è quella dei canti armonici. È conosciuta e utilizzata da moltissime tradizioni antiche dell’Asia, dell’Europa, dell’Africa e persino del Nord e Sud America. Essi vengono detti anche Ipertonici (in inglese Overtones), per la loro capacità di consentire a una singola voce di eseguire più suoni (note) simultaneamente seguendo la progressione degli armonici.

Nel video che segue si può ascoltare un canto armonico e vedere come questo si muova andando a toccare le diverse frequenze degli armonici.

In particolare, questi canti si focalizzano sul terzo armonico. È a questo, infatti, che viene associato un processo di profonda trasformazione, dove ad una base totalmente terrena e stabile (la fondamentale/tonica o primo armonico che ritroviamo anche nel secondo armonico anche se un’ottava sopra) viene a sovrapporsi l’elemento “alto” animico e spirituale. È il terzo armonico che produce un intervallo di quinta giusta cambiando effettivamente la “qualità” del suono rispetto ai primi due armonici che si identificano ancora con la fondamentale, la tonica. Il legame fisico, grossolano, che è fortemente espresso dalla tonica, con il terzo armonico viene a spezzarsi in favore di una connessione a un qualcosa che è fuori di noi, all’esterno, ad un livello più sottile, ad una vibrazione più alta.

L’importanza dell’intervallo di quinta è stata riconosciuta e studiata da Rudolf Steiner che nella sua opera L’essenza della musica vedeva in esso lo strumento per sperimentare un’uscita nell’universo. Ma non fu il solo…

Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale e il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla“. Sicuramente una frase molto d’effetto, che permane nella curiosità di tutti gli esoterici, ma anche dei fisici. A pronunciarla fu Gustavo Rol, famoso e apprezzato sensitivo e veggente.

Nel tempo sono state diverse le applicazioni pratiche dei toni binaurali e canti armonici con effetti benefici sull’essere umano. Le si associa spesso al misticismo e all’esoterismo, in quanto si crede facilitino lo stato di meditazione necessario per raggiungere una certa condizione spirituale, ma hanno anche alcune applicazioni in campo medico, visto che si è rivelata una connessione tra l’abilità del cervello di recepire tali frequenze e la produzione ormonale del nostro corpo.

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