Il delitto delle caramelle: il terrificante caso di Marisa Morchi

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La storia che raccontiamo in questo articolo ha avuto luogo in un tranquillo territorio ligure dove tutti si conoscono e la quotidianità scorre regolare. Un’ordinarietà che è stata sconvolta da un omicidio cruento e dalle caratteristiche particolari che ad oggi non ha trovato spiegazione. Per esporre la vicenda è necessario tornare indietro di oltre un decennio, precisamente nella primavera di undici anni fa.

Marisa

2013. Siamo a Castelnuovo Magra, un comune della Spezia che conta più di 8000 abitanti. E’ qui che vive Marisa Morchi, 77 anni, pensionata. Una signora gentile, vitale e dotata di una notevole forza d’animo: rimasta vedova all’età di 42 anni aveva continuato a lavorare e a crescere da sola la sua unica figlia. Si godeva la sua meritata pensione all’interno di una piccola villa in affitto.

Giovedì 14 Marzo. E’ mattina quando Marisa rientra all’interno della sua abitazione dopo essere stata a fare la spesa. Ha in programma di mangiare insieme alla figlia, la quale l’avrebbe raggiunta per l’ora di pranzo, per questo si accinge a mettersi ai fornelli.

L’orrore in casa

Sono le 13:30 quando Marina, la figlia di Marisa, arriva a casa della madre. Varca l’ingresso, trovandosi davanti a qualcosa che va oltre qualsiasi incubo. Il corpo di Marisa giace prono sul pavimento, circondato da un bagno di sangue. Le sono stati inflitti diversi fendenti con un’arma da taglio. Quattro colpi alla testa, una mano le è stata mozzata di netto. A fare da cornice a questa immagine terrificante ci sono una serie di elementi inspiegabili. Lungo il cadavere sono state disposte delle caramelle alla frutta che la signora teneva in casa e sulla schiena le è stata appoggiata una foto che la ritrae da bambina. La fotografia era incorniciata al muro e da lì l’assassino l’ha presa per appoggiarla sul corpo della vittima e completare quello che sembra un macabro rituale.

Un omicidio agghiacciante, una scena del crimine spaventosa e anomala.

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Sul posto arrivano le autorità. I primi rilievi restituiscono un quadro parziale dell’azione omicida: Marisa è stata colpita più volte con un lungo oggetto da taglio, un’ascia oppure una roncola. Una roncola come quella che la vittima aveva acquistato recentemente ma che non risulta essere presente nella casa al momento del sopralluogo. Il killer l’aveva utilizzata per uccidere e se l’era portata via?

Per il resto sembra che non sia stato rubato niente, né soldi né oggetti vari. Nessun segno di effrazione, il che rende il tutto ancora più difficile da interpretare. Chi ha ucciso Marisa? Per quale motivo l’assassino si è messo a perdere del tempo sulla scena del crimine lasciando sul corpo le caramelle e la fotografia?

Un’indagine complicata

Gli agenti cercano la risposta a queste domande e come da prassi vengono inizialmente controllati i familiari: non risultano elementi significativi su nessuno di essi, motivo per cui vengono tutti esclusi dalla lista dei sospettati.

Sono passati due giorni dal delitto quando accade qualcosa che resta tutt’oggi senza spiegazione. Qualcuno tenta di fare irruzione nella casa, prova a forzare l’ingresso e nel tentativo rompe un vaso che si trovava all’esterno dell’abitazione. Poteva essere l’assassino che aveva intenzione di tornare sulla scena del crimine? Oppure era stata la morbosa curiosità di qualche sconosciuto che non c’entrava niente con l’omicidio?

Il caso si rivela piuttosto difficile e le indagini sembrano non trovare sbocchi. Passano molti mesi senza sviluppi decisivi e alla fine l’inchiesta viene archiviata.

L’identikit

Nel frattempo la trasmissione “Chi l’ha visto?” mette in luce la testimonianza di una donna che dichiara di aver subito un tentativo di furto in casa pochi giorni prima dell’omicidio. La signora viveva nella stessa via della vittima e riferisce di essersi trovata davanti a un uomo che cercava di entrare nella sua abitazione e che l’avrebbe minacciata con un machete. C’era dunque un delinquente squilibrato e senza scrupoli che si aggirava nella zona in quel periodo?

Emerge anche la deposizione di un signore che la mattina del delitto stava facendo passeggiare il cane nelle vicinanze della villa dove si era consumato il delitto. Il testimone aveva incrociato sulla strada un individuo che aveva attirato la sua attenzione. Lo descrive come un uomo sui 30-35 anni, alto circa 1 metro e 85, corporatura atletica, indossava un cappello e aveva un sacco in mano. Viene realizzato un identikit.

Sulla base del ritratto sarà identificato un soggetto e verrà incluso nella lista dei possibili sospettati, tuttavia dai successivi accertamenti non saranno rilevati elementi che potessero collegarlo con il delitto. Anche questa pista si chiude e la vicenda finisce nuovamente nel buio.

L’intercettazione

Passano altri anni di silenzio fino al 2020, quando si apre un nuovo filone d’indagine. Stavolta il tutto ha origine da alcune intercettazioni relative all’operazione dell’arresto di un gruppo di rapinatori sinti. Durante l’ascolto delle conversazioni un discorso particolare attira l’attenzione degli agenti: alcuni dei soggetti attenzionati si trovavano a Castelnuovo Magra e durante la conversazione parlano di una donna uccisa: “Ha ammazzato una donna per duemila euro” viene sentito nel dialogo.

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Gli inquirenti fanno partire le verifiche ma non emergono elementi incriminanti per quanto riguarda l’omicidio di Marisa. Il discorso intercettato dalle autorità aveva toni generici e non faceva allusioni specifiche al caso in questione. Inoltre Marina, la figlia, asserisce che la madre non aveva quella cifra in casa.

Conclusione

L’apparente assenza di un movente, una vittima dalla vita limpida. Da un lato quello di Marisa Morchi sembra un omicidio casuale, un atto che può trovare spiegazione soltanto immaginandolo come scaturito dai pensieri contorti di un folle. Dall’altra parte ci sono degli elementi che lo fanno apparire come un delitto mirato e lasciano pensare che l’assassino nutrisse un forte rancore verso la donna. Ma come poteva essere ciò se Marisa sembrava a tutti gli effetti non avere nemici?

Qual’era il significato delle azioni del killer? Voleva comunicare un messaggio? Voleva farsi beffa della vittima? Aveva messo in pratica una sua rappresentazione di morte?

La risposta a queste domande sarà possibile averla soltanto quando conosceremo l’identità del colpevole. Al momento ci restano soltanto una serie di interrogativi e non possiamo fare altro che augurarci di vederli risolti nel prossimo futuro, per la memoria di Marisa e per la tenacia della figlia che non si è mai arresa e continua a cercare la verità.

Fonti:

Firenze TV – Enigma – Il caso Marisa Morchi
Rai – Chi l’ha visto? – Marisa Morchi – 23 Novembre 2016
GQ Italia – Coldcase: il mistero sulla morte di Marisa Morchi. L’assassino non ha un volto