Gli italiani e il search: social, motori di ricerca o comparatori?

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Con Internet sono cambiate tante cose nella vita quotidiana delle persone: informarsi, divertirsi, comprare, oggi sono tutte attività che si svolgono in larga parte online, da desktop e ora anche da smartphone o comunque da mobile. Anche la socializzazione e la comunicazione, con i social network, hanno avuto una forte sferzata verso il digitale. In particolare, il commercio elettronico, dominato da risparmio, velocità, ampiezza dell’offerta, ha oggi raggiunto numeri record di transazioni, penetrando anche tra i più restii al nuovo mezzo: le analisi di settore stimano una crescita del 13 per cento nel 2023, fino a un transato di ben 54 miliardi di euro.

Se le compravendite online sono ormai un fenomeno radicato, questo si interseca anche a un altro aspetto importante, che rientra nei cambiamenti introdotti dal digitale: come si informano i consumatori online? Dalla ricerca di informazioni su beni o servizi desiderati, passando per il search vero e proprio, i canali di pubblicità e comunicazione si sono amplificati con l’e-commerce. La stampa e le riviste di moda sono state sostituite dai social o dai motori di ricerca, mentre, al posto dei tradizionali volantini, oggi sono in voga gli aggregatori di offerte e i compara prezzi.  Anche il modo in cui cercare e trovare lavoro è cambiato in maniera significativa; se ti stai chiedendo come navigare questo nuovo panorama digitale, puoi scoprire utili consigli su come trovare un nuovo lavoro sul web.

Nuove tendenze: i social media e il social commerce

I social network assorbono il 41 per cento delle ricerche online, insieme ai tradizionali motori di ricerca come Google, Yahoo o Bing, e la stragrande maggioranza dei “search” avviene oggi da mobile, come dichiara una ricerca di Capterra sui canali informativi degli italiani. Ne consegue che le aziende hanno iniziato a puntare proprio sui social quali canali di vendita privilegiati: è nato così il social selling, che sostiene le vendite, e talvolta riesce anche a sostituire l’attività del sito aziendale. I social network, tramite le sponsorizzate e le inserzioni, ma anche grazie alla loro natura interattiva, offrono un’esperienza d’acquisto più dinamica, e diminuiscono i passaggi della compravendita. Per evitare dispersioni connesse all’abbandono dei carrelli, le piattaforme di social diventano il luogo stesso dove acquistare, con ulteriore possibilità di alimentare il meccanismo del rating, ovvero quello delle recensioni e dei commenti.                                                                             

Da Facebook Marketplace a Facebook Shops, passando per gli Shopping tag di Instagram e per l’opzione di Pinterest dedicata al commercio delle PMI, anche Tik Tok è in attesa di siglare un accordo con Shopify per consentire ai venditori di aprire le loro vetrine digitali. Sempre su TikTok l‘hashtag #TikTokMadeByMeBuyIt ha sfiorato di recente i 3,5 miliardi di visualizzazioni, segno che il commercio social tocca sia le grandi imprese che quelle di minori dimensioni, incluso il lavoro di artisti e artigiani.

Il boom dei comparatori di prezzi

Come si è detto uno dei punti di forza dell’e-commerce è la varietà di gamma di prodotti e servizi, dato dalla fluidità della Rete e dall’eliminazione delle barriere fisiche per ogni acquisto: si può comprare merce da ogni Paese, comodamente da casa, o anche da mobile, contando su spedizioni rapide e costi non eccessivi. Proprio la necessità di trovare in tempi rapidi prodotti e servizi scontati, magari in promozione, a parità di marca, brand o prestazione, ha introdotto nel meccanismo del search un nuovo fenomeno di massa: i compara prezzi. Grazie a siti come Google Shopping, Kelkoo, Idealo, TrovaPrezzi, le persone possono trovare in pochi click il prodotto prescelto, al miglior costo.                        

L’ottimizzazione della qualità-prezzo ha ampliato il semplice servizio di aggregazione multicategoria dei compara prezzi tradizionali, trasformando alcuni di essi in portali più strutturati, che includono recensioni e schede prodotto. Si è arrivati così a una crescente specializzazione del servizio, in ogni ambito. Su portali come Booking, ad esempio, il rating degli utenti agevola la scelta di alberghi e voli convenienti, mentre in altri ambiti le recensioni provengono da esperti del comparto. Come su Altroconsumo, ad esempio, per Smart Tv, smartphone, macchine per il caffè e così via, oppure, nell’ambito dei servizi, come su questo sito, che analizza nel dettaglio l’offerta dei nuovi casinò AAMS (ora ADM) a distanza, offrendo una panoramica ampia di promozioni, metodi di pagamento, contenuti, e così via. Talvolta, nel caso dei servizi più strutturati nella fruizione, alla comparazione e alle schede tecniche o informative si aggiungono anche ulteriori possibilità e agevolazioni all’utente, come nel caso di SosTariffe, che mette a confronto assicurazioni, conti correnti, carte di credito, fornitori di utenze domestiche e così via, con una particolare attenzione alle singole necessità del consumatore.

Si potrebbe dire che, grazie a Internet, il commercio elettronico non è solo questione di comodità e risparmio, ma inizia a integrare anche funzioni di assistenza, pre e post vendita, un po’ come nei tradizionali store fisici. 

E i motori di ricerca…?

Sempre secondo Capterra, il 39 per cento dei partecipanti alla ricerca sceglie i motori di search per avere informazioni sui prodotti e sui servizi in vendita: si preferiscono i formati testuali ai contenuti video, e dunque si punta sull’informazione dettagliata ed esaustiva.

Questa attitudine si traduce nella necessità di un buon posizionamento SEO per le aziende che vendono e si promuovono online, perché i risultati derivanti dalla ricerca manuale siano visualizzati almeno tra le prime due pagine. Il content marketing e l’uso dei tool SEO si rivelano dunque strumenti essenziali nell’ambito del marketing aziendale, anche se la vera sfida è quella dell’integrazione tra canali: la multicanalità garantisce infatti una Rete promozionale solida e convincente, che fa sentire il cliente in una “botte di ferro”, aggiungendo punti alla brand awareness, ovvero alla reputazione generale d’impresa.