Candle in the Wind: l’omaggio di Elton John a Marilyn

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Una candela nel vento è rimasta accesa più che ha potuto, poi l’ossigeno è venuto meno e il 5 agosto del 1962 si è spenta.

Candle in the Wind di Elton John, contenuta in “Goodbye Yellow Brick Road”, è una perfetta fotografia di Marilyn Monroe anche per chi, come io che sto scrivendo, non l’ha conosciuta.

Grazie Elton per averla composta, grazie Bernie Taupin per aver scritto una canzone capace di far luce sulla fragilità di una star morta all’apice della sua carriera.

Marilyn, che con il suo carisma, la sua naturalezza spogliata gli spettatori, è stata ritrovata nuda, denudata dalla solitudine e dell’indifferenza verso la sua anima.

“Your candle burned out long before
Your legend ever did”

Perché anche se dalla sua morte sono trascorsi sessant’anni, ogni volta che la si vedrà sullo schermo a mandarci un bacio, ci ammalierà sempre, peccato che Norma Jean, sia stata vittima della sua bellezza e della sua fragilità.

In questo senso “Candle in The Wind” ne è un ritratto esaustivo, diretto, ma anche con un velo di mistero che rende la canzone più attraente.

Il brano di Elton John, scritto da Taupin, è immortale ed eterno, un’ode a quei personaggi che al climax delle loro esistenze, ci hanno lasciato così, inaspettatamente, come un refolo di vento improvviso che spenge una candela, la cui “colpa” è quella di non essere stata sufficientemente forte da resistere.

Cari lettori, come scelta sarà scontata, ma non c’è una canzone che racconti con “semplicità” Marilyn, la cui leggenda dura da sessant’anni  e per sempre durerà, ché le leggende sono delle fiamme impossibili da spengere.