Informazione di qualità e libertà di stampa in Italia e nel mondo

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Per libertà di stampa si intende non soltanto l’esistenza di regole giuridiche che proteggono la libera espressione degli organi di informazione, ma una serie di aspetti ancora più importanti: quelli che costituiscono le influenze e le pressioni esistenti all’interno di una nazione, che tramite vie alternative fanno in modo che venga negato il pluralismo dell’informazione, o che l’informazione venga usata come strumento per influenzare l’opinione pubblica (quindi come strumento di propaganda). Ciò può succedere sia sotto forma di pressioni dirette da parte delle istituzioni, sia come forma mentis giornalistica, nei casi in cui il giornalismo preferisca generalmente cavalcare una specifica onda di opinioni o posizioni perché di maggiore tendenza, invece che offrire un ventaglio più ampio di posizioni e permettere ai fruitori di sviluppare un’opinione autonoma.

La classifica della libertà di stampa nel mondo

Esiste un organo internazionale che analizza in modo attento la libertà di stampa nelle varie nazioni del mondo. Si chiama Reporter Without Borders (RSF, reporter senza frontiere) e stila ogni anno una classifica che copre 180 paesi e li ordina per libertà di stampa. Tale classifica è calcolata in base alle risposte che gli esperti da ogni parte del mondo danno a un questionario studiato appositamente dall’organizzazione.

L’ultima classifica è disponibile a questo indirizzo:

Guarda la classifica della libertà di stampa nel mondo di RSF

In questa classifica l’Italia si posiziona quasi sempre in una fascia di media libertà nel panorama europeo. Tutte le principali nazioni europee hanno una libertà di stampa maggiore dell’Italia: peggio dell’Italia in Europa ci sono solo Polonia, Ucraina, Grecia e alcune nazioni della penisola balcanica (come Bulgaria, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia).

Valutando il resto del mondo, molte nazioni asiatiche, africane e sudamericane risaltano per bassa libertà di stampa. Gli Stati Uniti mostrano spesso un indice di libertà di stampa prossimo a quello italiano. Tra le nazioni nel mondo che si collocano spesso sopra a Italia e Stati Uniti nel mondo ci sono Costa Rica, Giamaica, Ghana, Australia e Nuova Zelanda. Tra i peggiori al mondo ci sono presenze regolari come la Cina, la Corea del Nord e molti paesi del Medio Oriente.

Le statistiche recenti mostrano un generale decadimento della libertà di stampa a livello mondiale.

Come riconoscere libertà e qualità di stampa

Chi usufruisce esclusivamente dell’informazione nazionale, senza integrare con confronti e arricchimenti presi dalla stampa internazionale, può trovare difficile identificare un’informazione di bassa qualità e libertà. Esistono però alcuni indicatori oggettivi che segnalano la presenza di anomalie nel sistema di informazione di una nazione, e che dunque dovrebbero far scattare diffidenza circa l’obiettività di quel sistema. Vediamo quali:

  • Pluralismo limitato: gli organi di informazione offrono grande spazio a poche limitate posizioni, e coprono in maniera molto più limitata le posizioni contrarie. Quando osserviamo tutti i media presentare posizioni quasi identiche, è probabile che l’informazione non stia offrendo un quadro oggettivo e onesto della realtà
  • Opinioni invece che fatti: quando gli organi di informazione lasciano grande spazio alle opinioni, anche se di giornalisti importanti o persone presentate come autorevoli, invece che presentare i fatti in maniera oggettiva, è probabile che ci sia dietro un’intenzione più o meno esplicita a influenzare l’opinione pubblica.
  • Demonizzazione delle minoranze: se l’informazione di un paese è orientata al sostegno di una specifica posizione o opinione, si ha la netta sensazione che adottare un’opinione differente attiri critiche, censure e attacchi da parte dei sostenitori dell’opinione principale. Quando si ha la sensazione che l’informazione stia presentando fatti e posizioni con l’obiettivo di convincere i fruitori della bontà di una posizione rispetto a un’altra, è molto probabile che l’obiettivo di quei media non sia la pura informazione, ma il sostenimento di una specifica posizione. La cosa si può tradurre nell’esclusione di esponenti delle minoranze dallo scenario principale, o ancora peggio in attacchi indiretti a quegli esponenti attraverso articoli mirati che li mettano in cattiva luce (per ragioni del tutto differenti, in modo da attaccare la credibilità della persona e fare in modo che l’opinione pubblica non dia peso alle loro opinioni).
  • Scarsa cura verso lo sviluppo di opinioni autonome: un’informazione di qualità dovrebbe sempre presentare i fatti, eventualmente offrendo il ventaglio completo di opinioni riguardo a quei fatti, limitando il più possibile gli elementi che possano influenzare i fruitori dell’informazione nello sviluppo di una propria posizione. Chi fruisce le informazioni dovrebbe sentirsi sempre in grado di avere un quadro completo della situazione e sviluppare una propria opinione, quanto più liberamente possibile da influenze di chi diffonde le informazioni. Se chi fruisce l’informazione ha invece la sensazione che l’informazione stia in qualche modo spingendo perché si sviluppi una specifica posizione rispetto ad un’altra, siamo in presenza di informazione di bassa qualità.

Da chi dipende la libertà e la qualità d’informazione?

I primi responsabili della libertà di informazione sono ovviamente le istituzioni, che dovrebbero lasciare libere da influenze le fonti di informazione, dovrebbero garantire che i media non vengano influenzati tramite pressioni o finanziamenti. Questo implica non solo la presenza di una legislazione apposita, ma anche di una cultura appropriata: i rappresentanti politici in posizioni di responsabilità dovrebbero stare attenti ad esprimere pubblicamente opinioni personali e dovrebbero mostrare sempre segni di rispetto verso le minoranze e le loro posizioni.

Gli organi di stampa hanno la grande responsabilità di prestare grande attenzione a pluralismo e oggettività, evitando di spingere per lo sviluppo di opinioni specifiche. Il che significa anche resistere a pressioni esterne di natura istituzionale o economica, in nome dei valori intrinsechi dell’informazione. L’informazione indipendente spesso segue nell’errore quella ufficiale, per semplice debolezza di valori, o perché le posizioni più diffuse sono anche quelle che ottengono maggiori lettori/fruitori.

I fruitori dell’informazione e la gente comune hanno anche un ruolo importante: quello di sforzarsi di accedere a più fonti, di preferire la presentazione di fatti alla condivisione di opinioni e di puntare a sviluppare un’opinione personale indipendente, evitando di adottare passivamente le opinioni presentate da altri, e rifuggendo la logica che mira a schierarsi da una parte o dall’altra. Nel sistema informativo di un paese la priorità deve essere offrire i fatti in maniera oggettiva e obiettiva, permettendo all’opinione pubblica di svilupparsi in maniera autonoma, il più possibile libera da influenze. Tramite la scelta delle fonti e la ricerca della qualità, lettori e fruitori possono accedere a informazioni di maggiore qualità e supportare le fonti che ne hanno una cura maggiore.

Una alta qualità di informazione crea un tessuto culturale forte e una cura dei valori sociali che garantisca giustizia, equità e progresso. L’obiettivo è che la nazione si evolva nelle naturali direzioni di miglioramento che rappresenta l’interesse comune, invece che per il rafforzamento di posizioni singole sopra alle altre.