La rabbia: cos’è, come gestirla e perché arrabbiarsi è utile

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La mente umana è un meccanismo perfetto, risultato di millenni di evoluzione naturale in cui ogni elemento si è consolidato e raffinato in modo da aiutarci a vivere meglio. Questo vale per la nostra capacità di pensiero, per il nostro istinto innato, la nostra abilità di adattarci alle situazioni e di sviluppare talenti. E ovviamente vale anche per tutte le nostre emozioni. Che non stanno lì come “errore di sistema”, elementi inspiegabili che ci portano in direzioni non volute, ma che al contrario costituiscono una parte di noi indispensabile a farci muovere nella direzione giusta. Mettendoci in guarda dai pericoli, facendoci apprezzare le cose che ci fanno stare bene, chiedendoci di agire, o di fermarsi, quando necessario. Ogni emozione umana ha un significato e un ruolo ben preciso, non esistono “emozioni negative” che vanno allontanate, e il più entusiasmante percorso di crescita che possiamo fare è scoprire lo scopo delle emozioni che proviamo e imparare a seguirle, ascoltarle nel modo giusto.

Tra le emozioni più bistrattate dell’essere umano c’è sicuramente la rabbia, una sensazione considerata “sbagliata” da molti perché spesso scambiata con l’aggressività: si associa la rabbia ad esplosioni di ira, mani sbattute sul tavolo, urla, e si conclude che la rabbia ci renda persone peggiori, ci porti ad azioni poco utili e dunque va sempre allontanata. Invece la rabbia è un’emozione importantissima che serve a concentrare la nostra attenzione su qualcosa di ingiusto, di sbagliato che ci circonda, e ci dà l’energia di agire per cambiarla, o per allontanarsene. La rabbia è il nostro meccanismo naturale di reazione a ciò che non ci piace, che non ci rispetta, che non rende giustizia alla nostra vita. Se passiamo la nostra vita a scacciare la rabbia, lasciandola sempre passare senza mai dar seguito a quello che ci sta chiedendo, ci manca un carburante fondamentale per realizzare i grandi cambiamenti della nostra vita. Quelli che richiedono motivazioni importanti, quelli che comportano azioni robuste, complesse e da pianificare con determinazione. Cambiare un lavoro che viviamo male, allontanarsi emotivamente da una persona che ci coinvolge troppo e danneggia il nostro benessere, lasciare i luoghi in cui abbiamo sempre vissuto, prendere una decisione netta di fronte a situazioni che per inerzia si stanno trasformando in qualcosa di sbagliato. Senza la rabbia, non c’è spinta per le grandi trasformazioni.

Come già affrontato in quest’articolo, è sensato (e vale per tutte le emozioni) contenere i picchi estremi di rabbia ed evitare che ci conducano a comportamenti non ponderati, fuori controllo, poco efficaci. Questo è utile ed opportuno, e abbiamo già visto in questa disamina alcune efficaci tecniche per evitare che la rabbia venga espressa fuori controllo quando è eccessiva.

Una volta fatto questo, però, l’errore più grande è “far finta che non sia successo nulla”. Lasciare sfumare la rabbia come se fosse stata semplicemente una presenza scomoda, senza riprenderla a mente fredda, analizzando cosa voleva dirci e come dargli seguito in termini di azione. Se lasciamo sempre passare la rabbia senza darle ascolto, essa irrimediabilmente tornerà, a intervalli regolari, facendo crescere la nostra frustrazione, tornando a concentrare la nostra attenzione sulle parti della nostra vita che non funzionano. Condizionerà il nostro benessere in modo sottile, senza che ce ne accorgiamo. Non c’è modo di vivere bene se proviamo rabbia regolarmente e ci sforziamo di ignorarne la causa. Possiamo illuderci di star bene perché riusciamo sempre a controllare gli effetti delle ondate di rabbia che proviamo, ma se riflettiamo attentamente sulla nostra vita, in maniera onesta, ci toccherà ammettere che esistono cose che non ci fanno stare bene. E che andrebbero cambiate.

Il segreto per fare il miglior uso della rabbia è invece riprendere il dialogo con essa quando il picco emotivo è stato superato, e ragionare in maniera aperta su cosa l’ha generata. La rabbia vuole sempre porre la nostra attenzione su qualcosa che non funziona, che non ci fa stare bene, che va cambiato. E allo stesso tempo, ci dà un’energia attiva, esplosiva, immediatamente disponibile e pronta per essere usata e trasformata in azione. Quindi noi, in maniera intelligente e ponderata, rispettando sempre il nostro carattere riflessivo e pacato (se è quello il timore che ci perseguita quando non vogliamo ascoltare la nostra rabbia), dovremmo sempre cercare di definire un’azione a seguito di un’ondata di rabbia, dopo che l’intensità di questa emozione è tornata a livelli normalmente gestibili. L’ideale sarebbe far sempre seguito alla rabbia con una decisione in merito a un’azione da intraprendere, magari anche piccola, che aggiunge un passo verso una possibile risoluzione del problema che l’ha generata. E quando compiere quel passo sembra più difficile, è lì che la natura energetica della rabbia ci viene in aiuto: perché quel carburante richiede solo di essere usato per muoverci nella direzione giusta, ed è un enorme spreco di potenzialità lasciarlo inutilizzato.

Spesso ci diciamo “ma perché arrabbiarmi, se non posso far nulla?”. Questo è il meccanismo più classico che mettiamo in atto per sabotare quest’emozione: la rabbia ci sta chiedendo a gran forza di agire per risolvere qualcosa, e ci sta anche dando l’energia per farlo. Ma noi la ignoriamo perché troviamo troppo difficile identificare le giuste azioni da intraprendere per provare a risolvere il problema. Da un lato la rabbia ci sta dando energia da usare per compiere azioni, e ci sta costringendo a valutare la situazione stessa a intervalli regolari, e noi invece di sfruttarne il suo potenziale, la lasciamo cadere perché trovare la soluzione è complesso. E invece la soluzione è proprio la rabbia stessa. Che se rispettata, ci porterà ad aumentare l’energia sempre di più, e a insistere a ragionare sul problema, finché a forza di pensare e scalpitare per l’energia che non sappiamo come usare, sicuramente troveremo qualcosa da fare. Anche piccolo, Anche simbolico. Ma che comunque ci avvicinerà al benessere che meritiamo.

Imparare ad ascoltare le nostre emozioni e lasciare che ci aiutino a ispirare le nostre azioni è l’abilità più importante che possiamo imparare durante l’arco della nostra esistenza, ed è l’arma più potente che abbiamo per garantire il benessere nella nostra vita. Per acquisire questa abilità occorre passione per la crescita interiore, entusiasmo verso la prospettiva di essere le versioni migliori di quel che siamo, e a volte un aiuto rapido ed efficace da parte di una figura esperta sul tema. Un buon life coach, ad esempio, in quanto esperto di gestione e intelligenza emotiva, può essere la figura ideale per iniziare questo percorso di crescita, in maniera diretta ed efficace, orientata al raggiungimento di un obiettivo personale concreto.