L’ombra dello scorpione: trama e significati del libro di Stephen King

Nel 1978, in America, fu pubblicato The Stand, quinto romanzo di Stephen King. In Italia, pubblicato da Bompiani, uscì sotto il titolo de L’ombra dello scorpione.

Fonti mai confermate affermano che la paura di una traduzione letterale (la resistenza) potesse essere fuorviante e indurre i lettori a pensare di trovarsi di fronte ad un romanzo sulla resistenza, gli editori decisero di pubblicarlo come “L’ombra dello scorpione”, frase estrapolata dalla descrizione dell’antagonista Randall Flagg:

“Lui non muore mai. […] È nei lupi, cavoli, sì. I corvi. I serpenti a sonagli. L’ombra del gufo a mezzanotte e lo scorpione a mezzogiorno.”

La trama

Nell’estate del 1990 un virus stermina il 99% della popolazione, lasciando i superstiti a vagare in un mondo estremo. Ben presto, gli individui si aggregano, diventano sedentari e si organizzano per ricostruire le fondamenta della nuova società.

Ma non tutti hanno un comune punto di vista riguardo la nuova civiltà e non tutti si concentrano nello stesso territorio: a Est troviamo i seguaci di Mother Abigail, e a Ovest quelli di Randall Flagg; ognuno dei due leader ha un ideale preciso verso cui vorrebbe portare il “nuovo mondo”.

Senza essersi mai conosciuti, gli individui imparano ad odiarsi, e ben presto iniziano ad organizzarsi per scontrarsi, ma quando si ritrovano uno di fronte all’altro, emerge una verità: i seguaci di Abigail sono uguali ai seguaci di Flagg: lavorano, mandano figli a scuola e hanno desideri. L’unica differenza sta nel modo in cui i due leader hanno adoperato i desideri per portarli dalla loro parte.

L’interpretazione e il significato

L’ombra dello scorpione non è un lavoro facile, ma sicuramente resta uno dei più politici dello scrittore del Maine, in cui troviamo una critica feroce alle armi e ai potenti poco inclini alle scelte morali.

Inoltre, analizzando e descrivendo le fasi di aggregazioni e formazioni di gruppi sociali, King offre un affresco sociologico di grande valore.

All’interno della narrazione sono disseminati elementi che richiamano fortemente Il signore degli anelli di Tolkien.

“Se torni da queste parti, Stu, e rinnovi l’invito a unirmi a te, probabilmente accetto. E’ questo il destino della razza umana. Socievolezza. Vuoi che ti dica che cosa ci insegna la sociologia a proposito della razza umana? Te lo dico in poche parole.

Mostrami un uomo e una donna soli e io ti mostrerò una santa e un santo. Dammene due e quelli si innamoreranno. Dammene tre e quelli inventeranno quella cosa affascinante che si chiama “società”. Quattro ed edificheranno una piramide. Cinque e uno lo metteranno fuori legge. Dammene sei e inventeranno il pregiudizio. Dammene sette e reinventeranno la guerra. L’uomo può essere stato fatto a immagine e somiglianza di Dio, ma la società umana è stata fatta a immagine del Suo opposto. E cerca sempre di ritornare.”

L’ombra dello scorpione, S. King.

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