È morto Enzo di Amore Tossico: il ricordo di chi era nel film

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Uno dei grandi poteri del cinema è sicuramente quello di poter emozionare. Nel corso del tempo e delle visioni di un’opera rispetto ad un’altra, gli attori, i registi e il film stesso diventano quasi argomenti e concetti familiari. Riusciamo a riconoscere una pellicola da un’inquadratura, da una musica, dalla caratterizzazione di un personaggio o da come il regista riesce a muovere la macchina da presa.

A proposito di Grandi Maestri del cinema, alla voce “ultimi interpreti del neorealismo “ troviamo un certo Claudio Caligari autore indimenticabile e indimenticato di tre capisaldi “di strada” moderni: Amore Tossico, L’odore della notte e Non essere Cattivo. I tre film hanno assunto nel corso tempo un’importanza fondamentale per la straordinaria regia di Caligari, il grande merito di aver costituito l’anello di congiunzione con i giganti del passato (come Visconti e Rossellini), di averne raccolto il testimone e la geniale caratterizzazione dei personaggi.

In tal senso spostiamo la nostra attenzione su un film; Amore Tossico, probabilmente il più originale e se vogliamo moderno. Il film in sostanza racconta della pericolosa dipendenza dalle droghe pesanti, con protagonisti loro malgrado i palazzoni e le periferie di Ostia nei desolati anni ’80. Il gruppo di ragazzi attori provenienti dalla vita di strada divenne in poco tempo celebre, le loro battute e movenze veri e propri fenomeni iconici e di costume. Cesare, Michela, Roberto detto “Ciopper”, Loredana,  il famoso transessuale “Er Donna”, Enzetto, questi i nomi che compongono il cast del film.

Recentemente è venuto a mancare uno degli interpreti principali del film,  Enzetto, al secolo Enzo Di Benedetto. Insieme a Roberto Stani “Ciopper” danno inizio ad un opening memorabile, con l’iconica sequenza del gelato nella quale tra i due nasce un velato contenzioso per riuscire a risparmiare qualche spicciolo sufficiente a prendere qualche dose. Ciopper decide di prendersi un gelato depauperando il già esiguo conto della banda e mandando su tutte le furie Enzetto.

Amore tossico 1 - ma come dovemo svolta e te te pii er gelato?

In questa scena di apertura di Amore Tossico troviamo tutto. Una panoramica descrittiva pregevole che accompagna la corsa di Ciopper verso Enzetto in una delle piazze principali di Ostia. Il linguaggio della strada, le movenze e la disperata realtà della tossicodipendenza trovano nel “gelato” una scusa di pregio assoluto per descrivere l’alienazione e l’indigenza. Le battute ormai iconiche e la magistrale caratterizzazione di Caligari hanno consegnato Amore Tossico e i loro protagonisti alla storia del cinema italiano di genere.

Tra tutti gli interpreti del film Di Benedetto era quello che aveva deciso di prendere le distanze dal cinema e probabilmente anche dall’opera stessa. Come impone la regola del neorealismo nel cinema, gli attori devono avere contatto con la realtà per esprimere al loro massimo la veridicità dei loro personaggi e Di Benedetto, pur non avendo esperienze da attore (del resto come gli altri), ha avuto il grande merito di aver portato un messaggio, di essere il grande testimone di una generazione e di aver raccontato una realtà, quella delle periferie.

Sulla scomparsa dell’attore abbiamo intervistato un altro grande tassello di Amore Tossico, Pamela Schettino, ossia “Er Donna”.

“Sono passati molti anni. Eravamo un gruppo molto coeso e unito, durante le  riprese al massimo al secondo ciak portavamo a casa la scena. Non avevo molta confidenza con Enzo  e nel corso degli anni ho mantenuto i rapporti con Cesare (Cesare Ferretti), Roberto (Roberto Stani, Ciopper) e Michela (Michela Mioni), con la quale sono ancora in ottimi rapporti. È una notizia terribile, sono addolorata”

Questa in sintesi la breve testimonianza di Pamela Schettino, che in Amore Tossico può vagamente ricordare una “Rayon” ante litteram di Dallas Buyers Club, nonostante la leggera distanza attoriale della Schettino rispetto a Jared Leto.

Oltre al dispiacere da fan di Enzo di Benedetto e di Claudio Caligari, il punto è che probabilmente ad oggi la società ed il costume portano i nuovi protagonisti delle scene (attoriali e musicali) ad indossare un personaggio, più che essere un personaggio. Vere e proprie agenzie che da contratto creano e modellano stereotipi di falsi gangster, falsi emarginati, falsi poeti che millantano forzatamente vite spericolate e innumerevoli tatuaggi. Forse nulla ci sarebbe più da dire, se si pensa che ormai tutto è stato già detto (benissimo, peraltro).

Ciao Enzo.

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